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La chiesetta della Santissima è pronta a rinascere

Parte dei fondi è stata raccolta grazie al canale dell'Art Bonus.

La chiesetta della Santissima è pronta a rinascere
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Al via la rinascita della chiesetta della Santissima a Gussago.

Risorse

Il costo totale dell'intervento è pari a circa un milione e 200mila euro. Il tutto reso possibile  grazie ai fondi provenienti dall’Art Bonus, canale grazie al quale ad oggi sono stati raccolti 260mila euroa cui si aggiungono i 500mila euro di contributo regionale. Il Comune interverrà ulteriori 400mila euro. L'Art Bonus resterà comunque aperto per ulteriori donazioni.

La storia

Posto sul colle denominato Barbisone, a dominio dell’abitato di Gussago, fin dal medioevo l’ex complesso domenicano della Santissima caratterizza il paesaggio di questo lembo di Franciacorta. L’esistenza di una chiesa rurale “in monte de Barbisono” nel territorio di Gussago è attestata da un’indulgenza emanata nel 1460 da Papa Pio II “pro loco Trinitatis Gussagi” informato che, i Gussaghesi si erano messi all’opera per restaurare la piccola chiesa posta sul colle. Si tratta di una “chiesa civica” di antico giurispatronato nata fuori dall’influenza dei grandi poteri monastici. Una decorazione quattrocentesca testimonia la presenza della stessa negli anni precedenti, si intravede una Madonna in trono gotico che tiene in braccio Gesù, affiancata da un vescovo e da S. Bernardino da Siena che tende verso di lei la tavoletta con raggi d'oro con il trigramma YHS. Tale nuova iconografia venne proposta nel 1423, questo significa che a quel tempo la chiesa esisteva già. Con bolla di Papa Sisto IV, in data 2 maggio 1479, la “ecclesia Sanctissimae Trinitatis de Guzago“ è affidata all’ordine dei frati Domenicani che costruirono il convento e i locali per i contadini. Per più di tre secoli il convento gussaghese ha avuto la funzione di presenza religiosa e di centro di rifornimento per il convento della città. Analizzando la struttura della chiesa si suppone l’esistenza di un edificio romanico, di semplice fattura costituito da un’unica navata, gli interventi Domenicani del XVII secolo modificarono l’assetto strutturale del tetto e l’aspetto interno della chiesa chiudendo successivamente l'abside con una parete, e dall’inserimento di massicci contrafforti, sui quali si innesta una nuova copertura a crociere, in tre campate determinanti spazi per cappelle laterali. In seguito alla rivoluzione del 1797, nella quale Brescia si staccò dalla Serenissima, il convento venne assegnato all’ospedale maggiore di Brescia. La Santissima viene poi messa in vendita e, nel 1823 acquistata dal miniaturista Giovanbattista Gigola che la condivideva con gli amici Basiletti e Inganni. Il Gigola incaricò il Vantini della trasformazione dell’austero convento domenicano conferendogli le caratteristiche di un fabbricato del primo ottocento. Il Gigola nominò erede l’Ateneo di Brescia, lasciandone l’usufrutto alla giovane moglie Aurelia Bertera. Nel 1857, venne acquistata dal nobile Paolo Richiedei, mecenate di artisti e letterati. Per parecchi anni il “castello” fu lasciato in uso di abitazione all’artista Angelo Inganni e a sua moglie Amanzia Guerilot. Essi decorarono la struttura esternamente ed internamente, traendo da questo luogo, l’ispirazione per la loro pittura paesaggistica. La Santissima rientra nella gestione dell’ingente patrimonio del Paolo Richiedei,, il quale con il suo testamento del 1860 lega il castello all’Opera Pia Richiedei, disponendo l’edificazione di un “Ospedale” e di una “Casa di Ricovero”, nel Comune di Gussago, ai piedi della Santissima.

La conservazione

Durante la guerra, l'immobile ha ospitato famiglie di sfollati e poi fino al 1965 fu occupato da famiglie di piccoli agricoltori, che divisero le sale con tramezze e ridussero la chiesa a deposito di fieno e arnesi e per un periodo vi allevarono animali. Lo stabile è rimasto poi abbandonato per molti anni. Solo nel 1990-91, su sollecitazione della Soprintendenza, è stato riparato il tetto crollato e consolidata la struttura. Nel 1994 sono iniziate le visite guidate. Nel 1999 è stata predisposta l’illuminazione che rende visibile il complesso da tutto il territorio. Nel 2003 viene inaugurato il Periplo ai piedi della Santissima, e si riscopre l’antica tradizione di Pasquetta con la fruizione di migliaia di persone sui prati circostanti. Nel 2006 è stato istituito il Parco della Santissima con punti di sosta e punti panoramici che permettono di godere il paesaggio che si apre sulla Franciacorta e passeggiare a pochi metri dal “castello”. Nel 2010 è stato acquistato dal Comune di Gussago. Da alcuni anni viene tenuto in ordine dal Gruppo Sentieri Gussago Volontari Protezione Civile che si occupa anche della pulizia e della manutenzione del Parco. Dall’ottobre 2016 i volontari del Gruppo Sentieri, sotto la guida di operatori esperti, hanno iniziato il lavoro di ricostruzione degli antichi muri a secco del parco esterno al fabbricato, riportando alla luce i due bastioni in pietra che ora sono illuminati con luci a led, il ripristino dei terrazzamenti e dei muri a secco, e il reimpianto delle viti, la collina risulta ordinata ed accogliente. L’obiettivo dell’Amministrazione Comunale è quella di poter utilizzare l’antica chiesa come sala polifunzionale, destinata a conferenze, mostre ed eventi atti a promuovere il territorio di Gussago, anche enogastronomici di carattere culturale. La chiesa si presenta come un’elegante aula a tre campate con volte a crociera desinente in un piccolo presbiterio ricoperto da una volta a botte e affiancato da due cappellette di chiara struttura architettonica del primo Cinquecento. In questa porzione del fabbricato non sono più presenti gli infissi, e la copertura che è stata oggetto di intervento negli anni ‘90 necessita di rifacimento e miglioramento sismico. Il portichetto anteriore è da recuperare soprattutto dal punto di vista strutturale, in quanto risulta gravemente compromessa. Anche gli edifici a nord addossati al portichetto e alla navata, che necessitano di interventi saranno propedeutici al funzionamento della sala polifunzionale che si vuole realizzare. Gli affreschi del presbiterio, attribuibili a Paolo da Cailina il Giovane (1520-1530), risultano nel complesso leggibili essendo riparati da una parete in muratura con porta blindata, ma necessitano anch’essi di un restauro importante.

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