La "barbiera" va in pensione dopo una vita con forbici e pettine in mano
Dopo 50 anni di attività, Donatella Lancini ha chiuso il negozio di acconciature da uomo di via Matteotti in cui ha iniziato a lavorare quando aveva 15 anni
di Emma Crescenti
Figlia d’arte (il papà aveva una bottega a Mura) ha vissuto con forbici e pettine in mano, seguendo le mode senza tradire il vero spirito del mestiere.
La "barbiera" va in pensione
Il mondo corre, cambia e si evolve, ma nel piccolo negozio di via Matteotti il tempo sembra essersi fermato.
Ho modificato solo la saletta d’attesa, il resto è rimasto sempre uguale,
ha raccontato Donatella Lancini, barbiera tra i barbieri, ripercorrendo una storia iniziata nel 1953 e conclusa il 31 dicembre quando la serranda dalla sua bottega si è abbassata per l’ultima volta.
"Questo negozio è stata la mia casa, la mia vita", ha raccontato la palazzolese: gli occhi lucidi, la voce rotta tradiscono l’emozione. Figlia d’arte, Donatella è cresciuta nella bottega del papà Battista, «il berbèr» di Mura.
E’ stato lui a insegnarmi a fare la barba: quando tornavo da scuola andavo da lui, spazzavo e insaponavo le barbe: mi ha insegnato il mestiere.
Unica ragazza nella classe della scuola per barbieri di Bergamo, a 15 anni era approdata nel negozio di via Matteotti, dove ha lavorato per vent’anni come dipendente per poi rilevare la licenzia e l’attività dopo la scomparsa del titolare.
Sono stati 50 anni bellissimi, facendo avanti indietro a piedi o in bicicletta dalla casa di Mura alta dove abita con il marito, scanditi dal "suono" di pettine e forbici che acconciavano barbe e capelli, gli strumenti chiave di ogni barbiere prima dei rasoi elettrici e delle nuove tecnologie. Le mode, gli stili sono cambiati, così come le loro richieste: Donatella si è sempre tenuta al passo, aggiornandosi, facendo formazione sulle nuove tecniche, ma lo spirito è sempre rimasto quello autentico del barbiere di una volta, di una professionista che non ha mai perso la sua manualità.
Essere una donna in mezzo agli uomini non è stato sempre facile, ma con i miei clienti nel tempo si è creato un bel rapporto di fiducia. In tanti sono passati in questo negozio per farsi tagliare i capelli, alcuni addirittura li ho visti crescere e portarmi i loro figli.
Di storie ce ne sarebbero da raccontare, aneddoti, curiosità condivise sulle poltrone del negozio, tra un taglio e l’altro.
Ero la loro confidente, ho conosciuto tantissime storie di vita: i miei clienti mi hanno voluto davvero bene, mi perdonavano sempre anche quando ero in ritardo e dovevano aspettarmi fuori dal negozio. Sono contenta di essere arrivata qui, sono stati 50 anni bellissimi.
Il 31 dicembre, Donatella Lancini ha chiuso il negozio e non lo ha più riaperto, se non per recuperare strumenti e attrezzature. Con lei si è chiusa anche un’epoca, quella delle botteghe che oggi sono sempre più poche.
Vorrei vendere la licenza, passare a qualche giovane palazzolese l’attività ma non trovo nessuno. Oggi nelle scuole professionali insegnano a tagliare prima i capelli delle donne, poi quelli degli uomini. Questa è una specializzazione che sta scomparendo, assieme alla sua manualità: l’arte del barbiere non è la macchinetta, ma pettine e forbice, nulla di più.