Brescia

Intitolato ad Alfonsina Morini Strada il campo di calcetto di Bettole

Era stata soprannominata "il diavolo in gonnella".

Intitolato ad Alfonsina Morini Strada il campo di calcetto di Bettole
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Dopo il recente restauro viene dedicato ad Alfonsina Morini Strada, ciclista pioniera del secolo scorso, il campo di calcetto di Bettole vicino alla biblioteca Bachelet.

Omaggio

L’iniziativa, realizzata dall’Amministrazione comunale su richiesta del Consiglio di Quartiere Bettole-Buffalora, intende dare visibilità a figure femminili di valore che possono essere d’esempio per le giovani generazioni, dedicando loro spazi pubblici cittadini ancora senza nome. La "toponomastica femminile" ha urgente bisogno, infatti, di recuperare terreno rispetto a una situazione di ingiustificato svantaggio delle donne nella dedicazione di vie e spazi utilizzati dai cittadini.

Chi era

Alfonsina Morini Strada (Castelfranco Emilia 1891- Milano 1959)

Alfonsina Morini nasce in una famiglia di contadini. Ben presto si appassiona al ciclismo e partecipa a numerose competizioni locali. Nei paesi in cui sfrecciava con la sua bicicletta viene soprannominata “il diavolo in gonnella”. Continuamente osteggiata dalla famiglia per la sua passione a 24 anni, nel 1915, sposa Luigi Strada, cesellatore che, invece, la incoraggia e addirittura le regala, il giorno delle nozze, una bicicletta da corsa nuova. L’anno successivo i due si trasferiscono a Milano dove Alfonsina comincia ad allenarsi con serietà. Nel 1924 partecipa, prima donna in assoluto, al Giro d’Italia compiendo regolarmente quattro tappe: la Milano-Genova (arrivando con un’ora di distacco dal primo ma precedendo molti rivali), la Genova-Firenze (in cui si classifica al cinquantesimo posto su 65 concorrenti), la Firenze-Roma, giungendo con soli tre quarti d’ora di ritardo sul primo e davanti a un folto gruppo di concorrenti, e la Roma-Napoli dove conferma la propria resistenza. Nella tappa L’Aquila-Perugia, invece, Alfonsina arriva fuori tempo massimo. A quel punto i giudici si dividono in due fazioni: chi vuole estrometterla e chi è favorevole a farla proseguire. Il direttore della Gazzetta, Emilio Colombo, che aveva permesso la partecipazione di Alfonsina al Giro e aveva capito quale curiosità suscitasse nel pubblico la prima ciclista italiana della storia, propone un compromesso: ad Alfonsina sarà consentito proseguire la corsa, ma non è più considerata in gara. Lei acconsente e prosegue il suo Giro.
All’arrivo di ogni nuova tappa viene accolta da una folla che la acclama, la festeggia, la sostiene con calore e partecipazione. Alfonsina continua a seguire il Giro fino a Milano, osservando gli stessi orari e gli stessi regolamenti dei corridori. Un giro di dodici tappe per un totale di 3618 chilometri, che si conclude con la vittoria di Giuseppe Enrici dopo il duello con Federico Gay. Dei 90 corridori partiti solo 30 arrivano a Milano. E Alfonsina è tra loro. Negli anni successivi viene negata ad Alfonsina la possibilità di iscriversi al Giro. Lei però partecipa ugualmente per lunghi tratti, come aveva fatto al suo esordio, conquistando l’amicizia, la stima e l’ammirazione di numerosi giornalisti, corridori e degli appassionati di ciclismo che continuano a seguire le sue imprese con curiosità, rispetto ed entusiasmo. Partecipa a numerose altre competizioni finché nel 1938, a Longchamp, conquista il record femminile dell’ora (35,28 km). Rimasta vedova di Luigi Strada, Alfonsina si risposa a Milano, il 9 dicembre 1950, con un ex ciclista, Carlo Messori, con l’aiuto del quale continua nella sua attività sportiva fino a che non decide di abbandonare lo sport agonistico. La sua passione per la bicicletta, però, non viene meno. Apre, infatti, a Milano, in via Varesina, un negozio di biciclette con una piccola officina per le riparazioni. Rimasta di nuovo vedova nel 1957, manda avanti da sola il negozio. Ogni giorno, per andare al lavoro, Alfonsina usava la sua vecchia bicicletta da corsa indossando una abbondante gonna pantalone. Abbandonerà la sua bicicletta solo molti anni dopo, per una Moto Guzzi 500 cmc. Muore il 13 settembre del 1959 all’età di 68 anni, a causa di un incidente con la sua moto.

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