Capriano del Colle

Intitolata la corte del Comune allo storico dottor Monchieri

La cerimonia si è svolta questa mattina alla presenza delle autorità civili e religiose. Un gesto, quello dell'Amministrazione, per far si che l'amato medico non venga mai dimenticato.

Intitolata la corte del Comune allo storico dottor Monchieri
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C'è una sottile differenza tra l'essere ricordati e continuare esistere attraverso un ricordo. Gianfranco Monchieri, storico medico di base di Capriano, Fenili e Azzano, era mancato vent’anni fa a soli 60 anni, troppo presto, troppo giovane, e non è mai stato dimenticato: ora la sua opera, la sua immensa generosità rimasta impressa nel cuore di un’intera comunità vivrà per sempre, vegliando sulla corte del Municipio. L'inaugurazione si è tenuta questa mattina.

Intitolata la corte del Comune allo storico dottor Monchieri

Gianfranco Monchieri è scomparso a soli 60 anni, in Puglia, mentre era in vacanza al mare con la sua famiglia. Una tragedia che ha ammutolito la comunità e lasciato aperto un cerchio che ora il sindaco Stefano Sala e la sua Amministrazione hanno voluto chiudere intitolando all’amato medico la corte di palazzo Bocca, dove lui stesso aveva vissuto per vent’anni (all’inizio degli anni Novanta l’edificio era stato acquistato dal Comune e trasformato nel Municipio, ndr).

Questa mattina, alla cerimonia, non mancava proprio nessuno. Oltre all'Amministrazione (con la Giunta e i consiglieri di maggioranza e opposizione) erano presenti la Protezione Civile, gli Alpini, il parroco don Renato, i membri delle associazioni e anche i rappresentanti del Comune di Azzano (dove Monchieri ha lavorato). All'evento è intervenuto anche un dipendente di Ats che ha portato i saluti di tutta la dirigenza e ha ricordato con affetto il medico.

Il discorso del sindaco

L'Amministrazione comunale e in modo particolare il sottoscritto hanno fortemente voluto far riconoscere il dottor Monchieri per le sue grandi doti umane e  professionali. Per i caprianesi, il dottore era o meglio, è una persona cara e tale rimarrà sempre nel nostro ricordo. Per dirlo in dialetto bresciano resta "Al nost dutur", il nostro dottore, perché egli ha esercitato la propria professione con tanta dedizione e tanto amore condividendo tutto con i cittadini. Per questo Capriano del Colle e Azzano Mella desiderano onorare la famiglia Monchieri in quest storica giornata di ricordo e ringraziamenti nei confronti di quest'uomo straordinario.

Posso confermare che ogni qualcovlta i cittadini storici di Capriano del Colle e della frazione Fenili Belasi ma anche residenti storici di Azzano Mella vengono in questi uffici ricordano "al dutur" sempre con affetto e tanta nostralgia, ma anche con tanta malinconia dicendo "Ma soea de idil amò", mi pare di vederlo ancora.

Come ricordavo po'anzi, il dottor Monchieri veniva chiamato Franco, non dottore, a significare uno stretto rapporto affettivo quasi famigliare che i caprianesi si erano permessi di utilizzare nei suoi confronti. Franco era ed è tutt'ora "Al dutur de la mutua".

L'amore per la propria professione e la passione si trasformavano in disponibilità totale, gratuita. Sapevano accompagnare il paziente per tutta la durata della malattia anche con una profonda capacità psicologica, quasi spirituale. Persone esemplari, professionisti a trecento sessanta gradi, e in certi casi, oserei definirli angeli. Oggi, in questa circostanza nella quale ricordiamo le qualità umane e professionali del dottor Franco Monchieri desidero rigraziare tutti i medici che hanno esercitato e che tutt'ora esercitano sul nostro territorio, non elenco i nomi per non dimentichare nessuno, a tutti voi vada il nostro sentimento di profonda gratitudine e stima.

Concludo auspicando che il servizio sanitario locale, regionale e nazionale possa contunuare ad avere medici e professionisti degni di portare alto il livello di servizio e professionalità come Franco Monchieri e tantissimi altri medici di base che hanno operato in maniera impeccabile. Non mi resta che dire grazie Franco per tutto il bene che hai donato alla nostrac comunità. Grazie Anna, Sandro e Stefano per averci dato la possibilità di conoscere Frnaco e di condividere tanti momenti di vita quotidiana assieme ad una persona meravigliosamente grande.

Queste le sentite parole del sindaco Stefano Sala in occasione dell'intitolazione di questa mattina.

Il ricordo del figlio

Non ci sono dubbi: il camice gli era stato cucito addosso. "Era nato per fare questo mestiere e non lo dico solo perché sono suo figlio", ha raccontato Sandro Monchieri delineando la figura di un professionista come pochi, profondamente umano ed eccezionale sotto ogni aspetto. Originario di Vestone, era approdato negli ambulatori di Capriano nel 1971 e lì ha lasciato un segno indelebile. Instancabile, credendo sempre quel giuramento che aveva pronunciato anni prima, giorno dopo giorno ha curato i suoi assistiti diventando per loro un punto di riferimento, una roccia a cui appoggiarsi, e anche un amico. Medico di famiglia nel vero senso della parola, per lui i pazienti non erano solo nomi scritti su cartelle e ricette, ma persone con cui ha stretto un legame che ancora oggi non si è affievolito. «Ricordo che all’epoca non era ancora stata istituita la Guardia Medica: ciò vuol dire che le chiamate gli arrivavano a qualsiasi ora, anche nel cuore della notte, e lui correva sempre - ha continuato il figlio - E anche quando si trovava in ambulatorio non tornava mai a casa finché in sala d’attesa rimaneva anche un solo paziente. Poi aveva legato così tanto con la gente che a volte andavano da lui anche se non erano malati, solo per parlare: e questo fa capire il rapporto profondo che aveva instaurato con tutti». L’integrità morale lo ha sempre contraddistinto, non si è mai fatto guidare dagli interessi se non la salute del paziente, ha dato tutto sè stesso senza chiedere nulla. Eppure in cambio ha ricevuto tanto lo stesso: stima e gratitudine, fiducia e, oggi, il ricordo sincero della bella persona che è stata.

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