Il Progetto Itaca è tornato nel Golfo di Salò
I pazienti, accompagnati da un’equipe medica multispecialistica e accolti da esperti skipper, sono saliti a bordo per una serata dedicata a loro e a tutte le persone che stanno lottando con e per loro
Il Progetto Itaca è tornato nel Golfo di Salò.
A Salò arriva il Progetto Itaca
Il Progetto Itaca venerdì 28 giugno 2024 è tornato nel Golfo di Salò, ospitato dalla Società Canottieri Garda Salò per una serata che ha trasformato la vela in terapia per iniziativa dell’Associazione Italiana contro le Leucemie e il Mieloma Sezione di Brescia. Un unico obiettivo,migliorare la qualità della vita dei pazienti ematologici e oncologici e favorire la relazione e il confronto con le equipe sanitarie. L’appuntamento ha coinvolto una cinquantina di persone che hanno formato gli equipaggi di questa specialissima veleggiata notturna.
I pazienti, accompagnati da un’equipe medica multispecialistica e accolti da esperti skipper, sono saliti a bordo per una serata dedicata a loro e a tutte le persone che stanno lottando con e per loro, lasciando a terra i pensieri gravosi per godere quel senso di leggerezza e serenità che la vela sa regalare.
“Questo evento è particolarmente sentito dai nostri armatori che ci dimostrano sempre grande disponibilità. Per la Canottieri è un privilegio sostenere un progetto così importante” commenta il presidente della Canottieri Garda Marco Maroni.
Il progetto Itaca
Ideato da un giovane paziente amante della vela, il Progetto Itaca è nato nel 2007 dalla collaborazione tra l’Oncologia Medica e l’Ematologia degli Spedali Civili di Brescia, la Sezione AIL di Brescia. Dal 2009 l’evento è diventato Itaca Day, iniziativa principale della Giornata Nazionale contro le Leucemie linfomi e mieloma. L'obiettivo è quello di promuovere la vela-terapia in tutte le ematologie italiane che si trovano in prossimità di un mare o di un lago, far conoscere la missione dell’AIL e le attività di ricerca in tutta Italia.
La metafora dietro al nome
In questo senso, il nome dell’iniziativa richiama anche quello di un percorso metaforico, che non mette al centro solo una meta da raggiungere ma piuttosto il viaggio stesso come esperienza trasformativa. Come Ulisse, i pazienti si trovano ad affrontare un mare aperto, sconosciuto, pieno di insidie e di luoghi pericolosi. Durante il viaggio incontrano “nuovi territori” (a volte anche temibili), ma scoprono nuove risorse, vicinanza e solidarietà.