I fratelli Mulonia lasciano una nuova impronta del passaggio in Alaska
Insieme all’amico Roberto Gazzoli sono riusciti nell’impresa di 1.600 chilometri in bicicletta dell’Iditaroad
di Federica Gisonna
Sono riusciti, ancora, nell’impresa. Sono i fratelli Guglielmo, Willy e Tiziano Mulonia, di Chiari, e l’amico bresciano Roberto Gazzoli.
Lunedì, infatti, hanno tagliato il traguardo dell’Iditarod Trail Invitational (ITI), gara estrema in bicicletta attraverso l’Alaska.
I fratelli Mulonia lasciano una nuova impronta del passaggio in Alaska
Una sfida vinta con se stessi, contro il gelo e la fatica fino al traguardo, tagliato insieme, con un fantastico terzo posto. Sono stati 21 giorni vissuti attraversando posti pazzeschi e meravigliosi, ma anche difficili, con grandi dislivelli e temperature di -40 gradi. Ben 1.600 chilometri su due ruote, fino alla meta. Nome. E così, quel «nom-a-Nome», brescianizzato lo scorso anno, è diventato, in questo 2023, turnom-a-Nome».
Inoltre, Willy (55 anni), Tiziano (50) e Roberto (48) non sono di certo sportivi nuovi alle sfide: l’Iditarod Invitational Trail è soltanto l’ennesima avventura estrema per i tre che hanno collezionato spedizioni di ogni genere e l’attraversamento di continenti da cima a fondo. Il traguardo, però, è stato tagliato con altri due amici conosciuti sul percorso e che sono diventati parte del gruppo: George Adams e Leah Gruhn.
L’esperienza di Tiziano
«Faceva un gran freddo, ma è andata bene», sono state queste le prime parole di Tiziano Mulonia.
Abbiamo rispettato quella che era stata la mia previsione di 21 giorni per arrivare alla meta, mentre mio fratello diceva 20 e Roberto 40.
Certamente, questo, è stato l’anno più freddo.
Nel corso di tutta la durata, solo un giorno le temperature si sono attestate vicino allo zero - ha raccontato - Poi ci si aggirava sempre sui -14, fino a -40. E’ stata tosta. All’inizio, infatti, sono stato colto anche da un piccolo congelamento. Nonostante avevamo già provato il percorso, all’ultimo c’era stato un cambiamento, dunque non solo abbiamo allungato di oltre 20 chilometri, ma siamo arrivati più tardi alla tappa e non ero pronto a una tale escursione termica.
L’impatto è, certamente, stato forte:
E’ stato un susseguirsi di emozioni e di difesa dal freddo continua. Però devo dire che non mi è mancato niente. Sono stato maniacale anche con il cibo e mi sono saputo regolare meglio. Questo anche perché già negli allenamenti avevo ridotto. Questa parte di Alaska, diversa da quella dello scorso anno, è stata più difficile a livello di tecnica e di dislivello, ma me la sono goduta. Alla fine, come dico sempre, è madre natura a decidere. Ho preso quello che è arrivato. Certe notti, anche con l’alloggio, ho dormito all’esterno, nel silenzio e nel mio sacco a pelo. Che avventura pazzesca.
Le parole di Willy
Che viaggio meraviglioso.Quante cose ho imparato in questi anni lungo questo trail. Quanto amore ho sentito. Quanto amore ho provato. Quanti demoni alla porta che bussavano e che alla porta sono riuscito a lasciare. Restate fuori, lo decido io. L’Essere, il Saper Essere ed il Saper Fare che migliorano sempre di più a frutto di un domani ricco di orizzonti inimmaginabili visti dal quotidiano e senza necessità di andarsene più lontano. 21 giorni, 4 ore e 51 minuti. 1049 miglia (1.678 chilometri più altri 20 per uno sbaglio il primo giorno). Un freddo becco dalla prima pedalata del 26 febbraio da Knick Lake, fino ad oggi. Al traguardo intermedio quasi il 50% si era già ritirato. La maggior parte con congelamenti seri. Un viaggio durissimo. Molto di più dello scorso anno. Un’avventura unica. Solo scalare un 8.000 mi intimorisce di più. O attraversare un oceano a remi. Ma soprattutto un’esplorazione di come ciò che si è e ciò che si sa viene messo in pratica. Questo lo racconterò. Mi ci vorrà del tempo ma lo metterò per iscritto, tutto. Adesso voglio solo riposare!». E proprio sull’«Essere, Saper Essere e Saper fare,
da tempo, si sta dedicando Willy. Inoltre, gli abbiamo «strappato» anche una piccola anticipazione.
«Scriverò un libro (il secondo dopo “Chino verso Nord”, ndr), spiegando come funziona la mente per resistere alle difficoltà - ha ribadito - Sia in Alaska che in altri ambiti. L’Alaska sarà solo il filo conduttore. Eventi reali si trasformeranno in metafore per spiegare cosa succede dentro di noi».
Entrambi i fratelli, data anche la ricorrenza della Festa, hanno dedicato un pensiero speciale al loro papà. Perché i legami vanno oltre ogni distanza e l’amore arriva anche dall’altra parte del mondo.