GEOPOLITICA

Habitat: una nuova voce tra società e istituzioni

L'associazione propone un ambientalismo che pone l'uomo al centro e mira a ricucire il dialogo tra cittadini e politica

Habitat: una nuova voce tra società e istituzioni
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In un'Europa che fatica a ritrovare il proprio posto nello scacchiere geopolitico mondiale, nasce Habitat, un'associazione che si propone come ponte tra società civile e istituzioni politiche. Con una visione critica ma costruttiva del Green Deal europeo, Habitat intende promuovere un ambientalismo integrato che considera l'uomo parte essenziale dell'ecosistema. La campagna tesseramenti si aprirà ufficialmente il 24 marzo 2025. L'associazione è guidata da Paolo Fiocchi (Presidente), Alessandro Biancu (Vicepresidente) e Matteo Manzoni (Tesoriere), e si definisce apolitica, interessata non al colore delle bandiere di partito ma a collaborare con chiunque abbia una visione pragmatica del futuro.

La realtà geopolitica europea

L'Europa, nonostante il suo vasto mercato, soffre di debolezze strutturali che ne limitano il peso nelle trattative diplomatiche internazionali. Come evidenziato dal recente report di Mario Draghi, il continente necessita urgentemente di acquisire indipendenza energetica e di materie prime, sia per ragioni economiche che geopolitiche. Il mercato europeo, pur essendo esteso e variegato, risulta drammaticamente carente in ambiti strategici, rendendolo dipendente dalle importazioni estere.

Il Green Deal: strategia incompleta

Il Green Deal europeo, pur rappresentando un tentativo di risposta alla dipendenza dai mercati stranieri attraverso la promozione di energie rinnovabili e tecnologie "verdi", mostra significative lacune. L'associazione Habitat, pur condividendone gli obiettivi, critica l'approccio top-down che non tiene conto delle peculiarità territoriali, economiche e tradizionali delle diverse regioni europee. La pianificazione centralizzata da Bruxelles rischia di creare ulteriori squilibri tra nazioni ricche e povere, così come tra diverse realtà territoriali all'interno degli stessi paesi.

La crisi tecnologica europea

A complicare il quadro vi è la profonda crisi tecnologica che l'Europa sta attraversando. Il continente è rimasto indietro nella rivoluzione digitale e già in ritardo nell'adozione delle intelligenze artificiali. La struttura industriale europea appare statica, con poche nuove imprese capaci di innovare. Nessuna azienda dell'UE con capitalizzazione superiore ai 100 miliardi di euro è stata fondata negli ultimi cinquant'anni, mentre tutte le sei aziende statunitensi con valutazione superiore ai 1.000 miliardi sono nate proprio in questo periodo.

La missione di Habitat

Habitat si propone di fungere da membrana tra società civile e istituzioni politiche, ricucendo i numerosi strappi tra le parti. L'associazione vuole facilitare il dialogo e trasformare il processo di sviluppo in una progressione attenta alla morfologia economica, sociale e territoriale. Il nome stesso "Habitat" rappresenta una riappropriazione del concetto di ambientalismo, inteso non solo come tutela della natura, ma come un'azione che coinvolge tutte le sfere della vita umana.

L'approccio operativo

Nel concreto, l'associazione intende intercettare le problematiche territoriali, creando e offrendo una piattaforma di dialogo aperta a cittadini e imprese. Habitat si impegna a promuovere il confronto tra realtà locali e decisori politici, facendosi portatrice di soluzioni condivise e attuabili. L'associazione prevede inoltre l'organizzazione di eventi divulgativi e di sensibilizzazione con la partecipazione di esperti e autorità politiche.

Habitat: un modello alternativo di sviluppo

Habitat rappresenta un modello di sviluppo che ricollega il basso e l'alto, permettendo un'interazione virtuosa tra comunità locali e istituzioni. L'associazione rimane vigile affinché i valori ispiratori vengano rispettati, promuovendo un futuro in cui tradizione, sostenibilità e innovazione possano coesistere, rendendo l'Europa più indipendente e competitiva.

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