Gozzini interroga, le cipolle rispondono
Una tradizione che affonda le radici nel mondo contadino e che utilizza gli ortaggi per predire il meteo dell’anno in corso
Le cipolle non solo fanno bene alla salute, ma se si conoscono a fondo possono prevedere che tempo farà, quanto pioverà oppure se ci sarà arsura o siccità. Cambia il clima, mutano le stagioni, ma le tradizioni non mutano mai. Beniamino Gozzini, di Chiari, lo sa.
Gozzini interroga, le cipolle rispondono
E’ proprio nel rispetto di queste tradizioni che Beniamino Gozzini ex agricoltore, che ogni anno nel mese di gennaio, si cimenta nel rito delle previsioni come facevano i suoi nonni. Perché un tempo nelle campagne per prevedere l'andamento climatico ci si affidava a metodi più legati alle superstizioni o a credenze popolari invece che alla scienza.
Un metodo che ancora oggi molti utilizzano. Fra questi l'81 enne Beniamino che per guardare lontano usa le cipolle, ma solo la notte del 24 gennaio, la festa dedicata alla conversione di San Paolo, popolarmente chiamata San Paolo dei segni della natura perché leggendo determinati segni si poteva «predire il futuro». Per la pratica del rito, bastano pochi arnesi del mestiere. Sei cipolle tagliate a metà, un tagliere dove deporle, un coltello e del sale. Nei dodici spicchi che rappresentano i dodici mesi dell'anno, viene versata una giusta dose di sale grosso da cucina. Il tutto viene poi portato all'esterno per tutta la notte rivolgendosi come richiede la tradizione popolare a oriente, perché da lì si origina la vita. Solo al mattino successivo (del 25) secondo la quantità di acqua formatasi in ogni petalo, si potrà stabilire quali saranno i mesi piovosi quelli più asciutti o addirittura siccitosi. Ma allora è facile, lo possono fare tutti.
Niente affatto - ha replicato l'esperto con un sorriso genuino - Ci vuole occhio, calma e esperienza.
Esperienza che non gli manca sicuramente, perché sono cinquant’anni che Beniamino fa parlare le sue cipolle. Non sempre le cose vanno come dovrebbero andare, ammette candidamente l'ex agricoltore. L'anno scorso, per esempio, è stato un vero disastro per le coltivazioni delle campagne assetate di quella acqua che non veniva giù dal cielo ma che mancava persino nei fiumi e nei canali di irrigazione. Un clima impazzito che non ha stravolto solo le povere cipolle, ma pure la scienza ufficiale, che non sapeva più che cosa dire. Che dire! Un anno per tutti da dimenticare. Inutile dare colpe a destra e a manca, la natura fa quel che vuole, nel frattempo noi non demordiamo e come sempre andiamo a consultare sempre loro, le cipolle di Beniamino per vedere quest'anno come sarà.
Si inizia proprio col piede giusto, con un gennaio dove oltre la pioggia è caduta pure la neve, una vera manna per i nostri campi. Nel mese di febbraio seguito da marzo e aprile, l'acqua non dovrebbe mancare. Le rose a maggio soffriranno un po', a giugno vedremo un calo di piovosità. A luglio invece l'acqua ci sarà dove occorrerà. Agosto e settembre poca umidità con caldo sempre costante. Ottobre e novembre «dovrebbero soddisfare gli ultimi raccolti di stagione.
Il mese di dicembre, si tira il fiato e si tirano le somme. E allora via al 2023, un anno diverso, più tranquillo, dove l'acqua non mancherà per la gioia di quel mondo contadino che è fiero di aggrapparsi a talune tradizioni che lo sanno sostenere anche nei momenti di difficoltà. Tradizioni che certamente suscitano curiosità e pure ilarità, ma che rimangono immutate nel tempo e che nessuno, nemmeno il clima impazzito può cambiare. Prima di lasciare l'uomo della tradizione che non muore mai, un arrivederci al prossimo incontro.