Gli effetti del Covid secondo i provagliesi
Dai dati raccolti è emerso che ad aver sofferto di più sono stati i giovani: oggi chiedono maggiori spazi
Ansia e depressione sono aumentate, così come il consumo di servizi televisivi a pagamento. Le abitudini alimentari sono peggiorate e la popolazione chiede più servizi e soprattutto più spazi di aggregazione. A tre anni dall’inizio della pandemia i risultati degli studi sugli effetti che il lockdown ha avuto sulla popolazione di Provaglio d’Iseo fanno riflettere la politica locale su quali settori sia necessario lavorare per migliorare le condizioni di vita dei residenti.
Gli effetti del Covid secondo i provagliesi
Le risposte alle interviste effettuate a un provagliese su dieci tra l’autunno 2021 e la primavera 2022 parlano chiaro: i giovani sono quelli che hanno sofferto di più.
"La fascia di popolazione che ha subito più disagi è quella dai 13 ai 15 anni, che ha comportato dei piccoli problemi dal punto di vista logistico e anche "vandalistico", perché i luoghi pubblici sono diventati la loro valvola di sfogo al termine della pandemia, e sono stati impiegati mezzi non opportuni per gestire la libertà riacquisita - ha dichiarato il sindaco, Enzo Simonini - Abbiamo lavorato e stiamo lavorando da un lato per sensibilizzare la popolazione chiedendo maggior tolleranza, dall'altro con i giovani tramite il progetto Pro e ora la popolazione e i ragazzi sembrano contenti di come ci stiamo muovendo".
Lo studio commissionato dall’Amministrazione è confluito in un report che elenca i nuovi bisogni della comunità di Provaglio e frazioni.
"Tramite le interviste a giovani, adulti e anziani abbiamo voluto dare la parola al cittadino - ha spiegato l’assessore alla Comunicazione, Giancarlo Dolfini - L’aspetto che più si è modificato da marzo 2020 è quello della socialità ed è lì che abbiamo voluto indagare per capire cosa è cambiato".
I maschi sotto i 18 anni sono stati i più insoddisfatti di come hanno vissuto il primo anno di Covid, ma più il tempo passava e più ci si è abituati a una nuova normalità, fatta di lavoro, studio e aperitivi a distanza. Ecco che allora oltre un terzo degli intervistati ha risposto di non preferire la vita pre-emergenza alla nuova forma di socialità sviluppatasi dal marzo 2020 in poi, nonostante il maggior carico di stress.
"La popolazione di Provaglio dai dati ha accettato di buon grado tutte le indicazioni che erano state date dal punto di vista sanitario, nonostante non ci fosse molta possibilità di scelta - ha proseguito il sindaco - Diciamo che siamo stati particolarmente fortunati, perché viviamo in un luogo naturale che è stato riscoperto e valorizzato ulteriormente durante i lockdown. Questo ha dato la possibilità a tutti di vivere con più serenità questo particolare periodo".
Se la paura dell’assembramento ha colpito più gli over50 dei giovani, sia gli adolescenti che gli adulti chiedono nuovi spazi per incontrarsi, socializzare e servizi più flessibili a partire dai mezzi di trasporto pubblici e dalle attività commerciali di vicinato.
"C'è un'esigenza che le attività siano più flessibili e più aperte anche nei momenti in cui normalmente sono chiuse - ha concluso il sindaco - Durante i lockdown i negozi di vicinato sono stati la salvezza non solo per Provaglio, ma per tanti paesi vicini. Questo valore viene riconosciuto dalla popolazione, ma si chiede maggiore flessibilità. I giovani invece vogliono sentirsi protagonisti e chiedono spazi adibiti a loro. Ci stiamo lavorando, sicuramente questa è un'indagine conoscitiva che non ci permetterà di avere subito delle soluzioni a portata di mano, ma possiamo programmare per il futuro, per Provaglio, per la popolazione e per i giovani qualcosa di concreto".
A disposizione della popolazione ci sono il sociologo di Diagramma Centro Studi Davide Chignoli e la psicologa Isabella Spadoni. Risponderanno alle domande della comunità tramite un portale dedicato sul sito del Comune.