Fontana di piazza del Mercato, terminati i lavori di restauro
L’intervento ha interessato l’intera struttura e, nello specifico, la statua “Il genio dell’abbondanza”.
Sono terminati i lavori di restauro della fontana ottocentesca di piazza del Mercato a Brescia, il cui progetto è stato curato dall’Unità di progetto Completamento Pinacoteca, riqualificazione Castello e patrimonio monumentale del Comune di Brescia.
Fontana di piazza del Mercato, l'intervento
L’intervento ha interessato l’intera struttura e, nello specifico, la statua “Il genio dell’abbondanza”. I costi complessivi del restauro ammontano a 82.137 euro (Iva compresa), di cui 64.713 per la fontana e 17.424 per la statua. Il lavori alla fontana sono stati realizzati dalla ditta Irides – restauro e conservazione sas di Busto Arsizio, con il supporto della ditta Scenografie d’acqua di Danny Fabbro per la parte idraulica, mentre il restauro della statua è stato curato dalla Marchetti e Fontanini di Toscolano Maderno.
Il restauro della fontana del Donegani
La lettura dettagliata del degrado della fontana in fase progettuale, anche attraverso le schede specialistiche del restauratore Pollini, ha evidenziato la presenza di una grande quantità di inserti in pietra provenienti presumibilmente da cave diverse ma finalizzati alla ricostruzione della fontana nelle sue fattezze originarie. Questi elementi riguardano sia i gradini sia gli stilobati, senza escludere la ricostruzione parziale di alcune porzioni delle pigne laterali oggetto di consolidamenti strutturali significativi, anche nel corso degli ultimi decenni. Il degrado superficiale della fontana, che presentava dilavamenti, percolamenti, croste nere, microfessurazioni e fratture multiple, ha interessato tutta la superficie marmorea, compresa la vasca in calcestruzzo parzialmente rivestita da materiale plastico ormai obsoleto, potenziale causa di perdite nel vano sottostante. Il restauro ha riportato all’antico splendore questa fontana ottocentesca in stile neoclassico, con le sue ferite e mancanze.
Indagini stratigrafiche della pavimentazione, finalizzate al ripristino della funzione di raccolta dell’acqua piovana anticamente assegnata ai fori presenti nelle lastre dell’anello in granito a contorno del basamento, hanno suggerito di abbandonare questa fase operativa poco risolutiva in termini strettamente tecnici poiché non incidente sul miglioramento del convogliamento delle acque meteoriche della piazza.
Inoltre, la volontà di ripristinare il sistema idraulico generale della fontana, sostanzialmente congelato dal 2008, ha permesso di osservare come questo fosse gravemente deficitario fin dalla ricomposizione della fontana negli anni ‘60, almeno per quanto riguarda il circuito più esterno.
La possibilità di intervenire sulle parti marmoree delle tre fontanelle laterali, attraverso carotaggi mirati e finalizzati al recupero del sistema di raccolta dell’acqua, ha permesso il complessivo ripristino funzionale.
Gli ugelli del corpo centrale, in rame, sono stati sostituiti con tubi in acciaio inox e raccordi in polietilene nel rispetto della normativa vigente, mentre il doppio sistema di gestione del circuito idrico permetterà in futuro di intervenire più agilmente nella manutenzione ordinaria.
Purtroppo alcuni elementi sono andati completamente perduti negli anni anche a causa di grandi e piccoli atti vandalici a cui la fontana è stata sottoposta, l’ultimo dei quali risale all’estate 2021 ai danni dal fanciullo con la cornucopia. Proprio a seguito di questo evento l’Amministrazione comunale ha deciso di intervenire d’urgenza e in maniera decisa sul recupero conservativo della struttura.
Il restauro della statua “il Genio dell’Abbondanza”
Note tecniche
La statua di Fanciullo con cornucopia, realizzata nel 1831 dallo scultore bresciano Giovanni Antonio Labus, ha subito lesioni gravissime a seguito dal bombardamento del 1945 (che interessò in generale tutta piazza del Mercato), presumibilmente aggravate dalla rimozione e ricollocazione per la realizzazione del parcheggio sotterraneo. La situazione è ulteriormente peggiorata nel 2014, con il distacco della porzione sinistra della testa ricollocata con adesivo polimerico, e nel 2021, con la caduta dell’intera testa per un atto vandalico.
La statua “ferita” da una serie di fratture a tutto spessore, tra le quali particolarmente grave quella che taglia il torso del fanciullo, è stata oggetto di un intervento di restauro conservativo particolarmente impegnativo.
L’intervento conservativo d’urgenza, finalizzato alla rimozione e al ricovero della statua nel laboratorio del museo di Santa Giulia, ha previsto la realizzazione di bendaggi di sostegno con fasciature in velatino di cotone, in corrispondenza delle fratture maggiori e delle parti pericolanti e in fase di distacco. Inoltre è stata predisposta una gabbia protettiva in legno ancorata alla statua con lastre di materiale espanso antiurto, per evitare oscillazioni, movimenti e sollecitazioni alle parti più fragili.
Le principali forme di degrado sono
- Fratture a tutto spessore che separano trasversalmente il torso e il braccio destro della figura, le ginocchia e le caviglie di entrambe le gambe (lesioni evidenti per il parziale distacco e il deperimento delle stuccature presenti)
- Ricollocazione di frammenti con scarsa precisione o utilizzo improprio
- Degrado da invecchiamento, cedimento e distacco parziale degli incollaggi eseguiti con adesivi resinosi o polimerici e delle stuccature in cemento bianco (impiegati ripetutamente nei restauri della statua)
- Ossidazione con aumento di volume dei perni metallici, utilizzati nei precedenti interventi di ricomposizione, e infiltrazione di acqua piovana. Il fenomeno ha provocato nuove fratture nel marmo, il cedimento degli incollaggi e lo spostamento e il distacco di numerose porzioni della statua (la testa e la parte superiore del torso della figura)
- Erosione del marmo con infiltrazione dell’umidità in superficie e all’interno delle fratture, con conseguente sviluppo di microorganismi patogeni (prevalentemente alghe)
Il restauro
Dopo la rimozione dei bendaggi di protezione provvisoria i lavori hanno seguito inizialmente le normali fasi operative di conservazione:
- pulitura generale delle superfici con metodi non aggressivi, preceduta da un trattamento consolidante in grado di ridurne la porosità e migliorarne la coesione
- successiva pulitura con impacchi a base di sali inorganici, limitati alle zone annerite dai depositi, a cui hanno fatto seguito impacchi prolungati di biocidi ad ampio spettro in argilla assorbente, contro gli attacchi biologici
La pulitura ha consentito un controllo puntuale delle stuccature dei restauri precedenti e la loro rimozione ha permesso di valutare lo stato di conservazione dei vecchi perni in ferro che, dove già esposti, erano risultati gravemente ossidati e rigonfiati. Le pessime condizioni dei perni e dei vecchi incollaggi ha suggerito lo smontaggio di tutti i frammenti e la loro sostituzione con perni di sezione minore in acciaio inossidabile o vetroresina, fissati con adesivo. La stuccatura è stata eseguita con composti di calci naturali, armonizzate alle cromie del marmo attraverso velature sottotono. L’intervento si è concluso con la stesura di uno strato protettivo superficiale per prevenire la formazione di nuovi attacchi biologici. Il restauro dell’intera fontana del Donegani si è concluso venerdì 18 novembre con il riposizionamento della statua.
Brevi cenni storici
Nel 1428 l’amministrazione comunale veneziana, con l’obiettivo di una riorganizzazione formale delle tante piccole realtà commerciali diffuse per la città, deliberò l’insediarsi di un mercato sulla Piazza dei Torzani o dei Gambara a decoro della città e per la comodità dei cittadini. Questo rappresentò in sostanza il primo atto formale per la costruzione di piazza del Mercato, che subirà un lieve spostamento verso ovest, ma che sin dall’origine manterrà il totale dominio delle funzioni pubbliche e commerciali seppur in presenza della contemporanea piazza della Loggia, da sempre sede rappresentativa delle funzioni amministrative. La piazza, chiamata inizialmente piazza del Mercato del lino – per il commercio di questa fibra nobile - prese successivamente il nome popolare di piazza delle Provvigioni e ufficiale di piazza Nuova, rispetto alla quale piazza della Loggia era la piazza Vecchia.
Nel 1827, sull’onda delle riforme neoclassiche e con l’obiettivo di erigere un’opera di utilità e abbellimento pubblico nonché di funzionalità alla vocazione commerciale della piazza, l’architetto Luigi Donegani realizzò la fontana, in posizione centrale. La struttura è costituita da masse semplici in marmo di Botticino di notevole effetto, divisa in tre parti principali: il basamento, la vasca e il corpo di mezzo. Il basamento, di forma circolare, è composto da quattro stilobati alternati a quattro gradinate che conducono il visitatore alla vasca centrale. Allo stesso modo la vasca si compone di quattro segmenti scanalati di sapore neoclassico, altrettanti da elementi squadrati, ciascuno dei quali forma una piccola fontana adatta per l’abbeveramento, sormontata da cimieri ornati a forma di pigna.
Il corpo centrale ottagonale interno alla vasca, dal quale scaturiscono quattro getti d’acqua corrispondenti ai segmenti scanalati rivolti verso le gradinate, è sormontato dalla scultura di un genio scherzante. Si tratta di un giovane affiancato da un delfino, rimando al mercato del pesce, che sorregge una cornucopia contenente erbe e frutti, chiara allusione alla funzione commerciale della piazza. La statua, intitolata “il genio dell’Abbondanza”, è stata realizzata nel 1831 dall’artista scultore bresciano Giovanni Antonio Labus (1806-1857).
Nel 1929, contestualmente alla stesura del piano regolatore da parte dell’architetto romano Marcello Piacentini e al progetto del nuovo mercato coperto a firma dell’ingegnere Tito Brusa, l’intera area del sottosuolo viene interessata da prospettive di utilizzo per la rimessa di automobili e carri. Tale proposta si concretizzerà, solo nel 1953, con la realizzazione del parcheggio interrato su due livelli per volere del signor Ernesto Olmi.
Durante la seconda guerra mondiale la piazza e Palazzo Martinengo Palatini furono gravemente interessati dai bombardamenti che causarono danni importanti alla compattezza costruttiva degli elementi scultorei marmorei della fontana del Donegani e della statua del Labus. Danni a cui si pose immediato rimedio nel dopoguerra con opere di restauro conservativo sia del palazzo che della fontana, come dimostrano le numerose fotografie post belliche dell’intera piazza.
I lavori di scavo per la realizzazione dell’autorimessa, iniziati nel 1955, comportarono lo smontaggio e l’allontanamento della fontana con successivo ricollocamento, a lavori conclusi, con modalità purtroppo sconosciute.