Il bando

Fondazione Cariplo riparte dal benessere psicologico con "Attenta-mente"

Al via la seconda edizione del bando per il benessere emotivo, psicologico, relazionale di bambini e ragazzi. 3,5 i milioni di euro a disposizione

Fondazione Cariplo riparte dal benessere psicologico con "Attenta-mente"
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Fondazione Cariplo riparte dal benessere psicologico di bambini e ragazzi promuovendo la seconda edizione del bando "Attenta-mente" rivolto al sostegno di progetti e iniziative per il benessere emotivo, psicologico e relazionale dei più giovani. Un budget importante di 3,5 milioni di euro che si somma ai 5,2 milioni messi a disposizione dalla prima edizione del bando.

Il benessere psicologico come priorità della Fondazione

Dopo la significativa risposta del territorio al primo bando, che ha sostenuto ben 34 iniziative arrivando a raddoppiare il budget iniziale, Fondazione rinnova l’impegno sul tema per contribuire ad affrontare la situazione allarmante portata in evidenza dalla pandemia, a partire dai minori più in difficoltà dal punto di vista psichico, emotivo e relazionale. Il benessere psicologico dei minori rimane anche per il 2023 uno dei temi prioritari di Fondazione Cariplo.

Il Bando si propone di sostenere progetti che garantiscano l’intercettazione precoce di situazioni di disagio emergente o sommerso, affinché non rischino di essere trascurate e quindi di evolvere in diagnosi gravi e patologie croniche. L’obiettivo è aumentare la capacità degli enti di articolare per e con i minori - a rischio o con disagi già conclamati - forme di supporto e cura tempestive, ben calibrate e coordinate sul piano educativo, sociale e sanitario; infine, facilitare la nascita o il rafforzamento di alleanze territoriali tra gli attori del terzo settore, del pubblico e della comunità, disponibili a mettere questi temi in un’agenda di lavoro comune.

"Un tema urgente per il presente e un investimento per il futuro"

Il bando verrà presentato martedì 18 aprile alle ore 15 (evento in diretta streaming), con il presidente Giovanni Fosti, che così si è espresso:

“Davanti al crescente malessere manifestato da bambini e ragazzi occorre riaprire nuovi orizzonti di possibilità. Per farlo dobbiamo innanzitutto cercare di conoscere sempre meglio quali sono i fattori e le dinamiche che innescano il disagio e sostenere i ragazzi e le famiglie per intercettare i problemi sul nascere e intervenire tempestivamente. Questo è possibile solo lavorando insieme tra diversi soggetti: connettendo conoscenze, risorse ed energie. Per Fondazione Cariplo questo è un tema urgente a cui rispondere nel presente ed è un investimento cruciale sul futuro”.

Il contesto

Nelle fasi più acute della pandemia, e ancora di più nel periodo post emergenziale, sono stati lanciati molti allarmi e appelli rispetto alle possibili conseguenze sulla salute mentale della popolazione e dei minori in particolare. Diverse voci hanno segnalato un crescente malessere emotivo e psicologico espresso da bambini e ragazzi in forme e intensità tra loro molto diverse: ansia, depressione, aggressività, disturbi della condotta e della regolazione emotiva, dipendenza digitale, disturbi del comportamento alimentare e del sonno, fobia scolare, ritiro sociale, fino agli attacchi al corpo (ideazione suicidaria e atti di autolesionismo).

Al contempo famiglie, scuole, servizi hanno mostrato preoccupazione e difficoltà rispetto alla possibilità di svolgere, in tempi e modi idonei, il loro compito educativo e/o di cura per fronteggiare questa situazione. Il Covid-19, con quarantene, restrizioni, isolamento sociale, stress famigliare, chiusura prolungata di scuole e servizi educativi, incertezza sul futuro, ha fatto probabilmente da agente “detonatore-acceleratore-emersivo” di malesseri già presenti: significative manifestazioni di disagio e sofferenza tra le fasce giovani della popolazione appaiono in crescita da tempo.

L'obiettivo della Fondazione? Intervenire sulle situazioni di disagio

Ad oggi non è ancora possibile avere un’analisi dettagliata del fenomeno, che rimane anche difficile da definire e perimetrare. Appare quanto mai necessaria un’azione di conoscenza e di ascolto, che vada oltre le percezioni pur diffuse e le micro-indagini.

Molti suggeriscono da tempo di rintracciare alcune concause di questo malessere diffuso nella fragilità del mondo adulto e nelle carenze e disfunzionalità dei contesti e dei modelli educativi. Il dibattito in corso mette pertanto in guardia dal rischio di eccessiva medicalizzazione e “privatizzazione” dei disagi emergenti (solo cure individuali e ricorso ai servizi specialistici) e sollecita un lavoro di ascolto, prevenzione e intercettazione precoce, in particolare negli ambienti di vita dei bambini e ragazzi (la famiglia, la scuola e i contesti di educazione non formale) attraverso un sostegno agli adulti di riferimento, una sensibilizzazione e una formazione che contribuiscano a una maggiore consapevolezza e capacità di leggere tempestivamente i segnali di disagio e di rischio; inoltre, suggerisce fortemente di creare “ponti” e spazi di collaborazione tra le famiglie, i servizi educativi, sociali e sanitari.

Appare ancora prioritario per la Fondazione intervenire in prima battuta sulle situazioni di disagio, alla luce dei molti bisogni ancora senza risposta, sostenendo l’attivazione di tutte le risorse disponibili per contribuire a dare un sostegno immediato ai tanti ragazzi che le vivono, nella consapevolezza che nel medio-lungo periodo sarà necessario investire maggiormente su sistemi di prevenzione diffusa e sulla promozione attiva del benessere.

La prima edizione del bando

Per affrontare il problema Fondazione Cariplo ha proposto lo scorso anno un primo bando e promosso 34 progetti sul proprio territorio di riferimento per un importo complessivo di 5,2 milioni di euro, oltre il doppio della dotazione iniziale di 2,5 milioni di euro. Il bando è stato accolto positivamente dai territori, riscontrando grande interesse sia tra gli enti di terzo settore, che tra le istituzioni scolastiche che tra i servizi di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (NPIA) afferenti alle varie Aziende Socio-Sanitarie Territoriali (ASST), ricevendo alla scadenza 144 candidature che hanno coinvolto nel complesso 1.233 organizzazioni come partner di progetto o soggetti di rete, con una richiesta di contributo che complessivamente superava i 20 milioni di euro.

I progetti finanziati coinvolgono complessivamente 440 organizzazioni e stimano – in un’ampia gamma di azioni di diversa intensità, di gruppo o individuali, che vanno dalla sensibilizzazione alla cura – circa 37mila beneficiari minori e 7mila adulti (genitori, insegnanti, operatori…).

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