Ascolto

"Fiocchetto Lilla" a Palazzo Pirelli con la bresciana Simona Tironi e Ambra Angiolini

I racconti e le esperienze di cento ragazze in cura per disturbi alimentari.

"Fiocchetto Lilla" a Palazzo Pirelli con la bresciana Simona Tironi e Ambra Angiolini
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A un anno dall’approvazione della legge regionale per la prevenzione e la cura dei disturbi alimentari, la prima in Italia, e in occasione della Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla, oltre cento ragazze attualmente ricoverate presso i centri del territorio regionale ieri mattina (martedì 15 marzo) nell’Auditorium Gaber di Palazzo Pirelli hanno affrontato un viaggio emozionale e di riflessione interiore, attraverso diverse attività che hanno contribuito a mettere in circolo le loro esperienze, i loro pensieri, le loro emozioni e la loro sensibilità.

Gli intervenuti

L’iniziativa, promossa dalla Vice Presidente della Commissione regionale Sanità e Politiche sociali, la bresciana Simona Tironi, ha visto il coinvolgimento e la partecipazione di diversi Centri regionali per la cura dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, tra i quali Villa Miralago di Cuasso al Monte (VA), il Richiedei di Gussago (BS) e l’Associazione Animenta di Milano. A coordinare gli interventi sono stati Luca Modolo, Direttore Sanitario di Villa Miralago; Mauro Consolati, Responsabile del Richiedei e Aurora Caporossi, referente dell’Associazione Animenta.

“Queste ragazze hanno portato la loro testimonianza, la parte più profonda di loro stesse che sicuramente fa soffrire, ma che ci aiuta anche a riflettere -ha sottolineato Simona Tironi-. Un modo per far sentire le ragazze e i ragazzi protagonisti. Un momento anche per ricordare loro che dalla malattia si può guarire. Proprio un anno fa abbiamo approvato in Consiglio regionale la prima legge in Italia sui disturbi alimentari, di cui sono prima firmataria, che prevede il potenziamento di tutti i percorsi e livello di cura anche a fronte dell’importante aumento di richieste d’aiuto che ha superato il 40% nell’ultimo anno e dell’età media che si è ulteriormente abbassata”.

 

Nel corso della mattinata ha portato il proprio saluto alle ragazze anche il Presidente del Consiglio regionale Alessandro Fermi che ha sottolineato come

“É auspicabile che la legge regionale lombarda possa essere presa a modello e copiata il più possibile anche a livello nazionale. Bisogna fare ancora ulteriori passi importanti e significativi lungo la strada intrapresa perchè questo è un problema reale per chi lo vive e per chi sta accanto a chi lo vive. É importante -ha aggiunto Fermi- lavorare molto sulla consapevolezza e la capacità di mettere in rete le esperienze: bisogna aiutare chi soffre di questi disturbi a comunicare ed esternare le proprie sensazioni ed emozioni, sapendo che ora può contare anche su strutture di supporto qualificate".

A conclusione della mattinata l’attrice Ambra Angiolini ha interpretato i contenuti di lettere e racconti delle ragazze in cura, che hanno potuto a loro volta interagire con Ambra.

"Quello che dobbiamo dire a tutti i ragazzi e le ragazze è che il corpo perfetto è quello che ci si sente, non quello che si vede -ha detto loro Ambra-. Piuttosto diamo delle dimensioni agli organi che fanno di noi delle persone: il cuore, l'anima, i sentimenti: rimettiamoli al centro e rimettiamoceli addosso perché è davvero l'unico vestito che conta.”

Alcuni dati

Il tema dei disturbi della nutrizione e dell'alimentazione presenta un impatto generazionale profondo. Si tratta infatti della seconda causa di morte della popolazione femminile italiana in adolescenza dopo gli incidenti stradali e colpisce un numero crescente di giovani. Quasi un milione e mezzo i casi sospetti in Italia sull'intera popolazione femminile. In prevalenza sono interessate il 6% delle adolescenti per anoressia nervosa e il 10% per bulimia nervosa; forme subcliniche caratterizzate da una minore gravità del quadro sembrano colpire mediamente il 18% dei soggetti di sesso femminile. In adolescenza, il rapporto maschi/femmine per anoressia nervosa è 1 a 12. In Italia, le donne con anoressia sarebbero circa 95mila, mentre quelle con bulimia circa 260mila. I nuovi casi annui di anoressia e bulimia nervosa tra le giovani donne sarebbero almeno 125mila. In Lombardia nel 2020 sono stati erogati servizi ad almeno 14mila adulti e 11mila minori.
I dati sono sensibilmente peggiorati durante la pandemia, complici soprattutto il lockdown e la solitudine prodotta dalla didattica a distanza, con un numero di casi che ad esempio presso gli ospedali milanesi nell’ultimo anno è più che raddoppiato e ha interessato prevalentemente studenti di 14 e 15 anni, con molti casi contraddistinti da repentine perdite di peso fino a 20 chili in poche settimane.

 

L’iniziativa a Palazzo Pirelli

La prima parte della mattinata a Palazzo Pirelli è stata incentrata sull’esperienza di Villa Miralago. Sono proiettati alcuni video formativi, rivolti ai medici di medicina generale in formazione presenti in sala, contenenti le parole da non dire, le esperienze da non ripetere e i temi da non toccare.

“Il coinvolgimento diretto dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta è strategico per portare avanti la formazione prevista dalla legge regionale -spiega Simona Tironi-, poiché sono loro che devono accorgersi dei primi campanelli d’allarme dei propri pazienti”.

Successivamente si è tenuta una tavola rotonda dove pazienti, operatori e medici di medicina generale si sono alternati nell’esternare pensieri ed esperienze. Le ragazze hanno così avuto la possibilità di raccontare i loro percorsi all’interno delle strutture, come stanno vivendo questi momenti difficili della loro vita e le difficoltà incontrate. Villa Miralago ha poi ceduto il posto sul palco al Richiedei. Anche qui sono stati proiettati dei video per mostrare le attività che le ragazze ricoverate compiono durante la giornata, nonché il luogo dove vivono. Le ragazze hanno inoltre presentato del materiale prodotto da loro stesse e alcuni disegni di come si immaginano i loro organi, con particolare riferimento al peso del cervello, delle mani e del cuore. Il peso dei sentimenti è infatti per loro l’unico peso che conta. Dunque, non il peso esteriore che si legge sulla bilancia, ma quello interiore. L’Associazione Animenta, infine, ha portato sul palco alcune ragazze che hanno letto e raccontato momenti e spaccati di vita vissuta, dando spazio alle emozioni.

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