Emissioni industriali, Garbelli: "Positivo passo avanti verso l'esclusione degli allevamenti bovini"
“È assurdo e senza alcun fondamento paragonare gli allevamenti alle attività industriali"
Emissioni industriali, il presidente di Confagricoltura Brescia Giovanni Garbelli si dichiara ottimista.
Emissioni industriali: "Positivo passo avanti"
Nuovo e positivo passo in avanti per l’esclusione degli allevamenti bovini dagli obblighi della Direttiva sulle emissioni industriali e per l’eliminazione di nuovi aggravi per gli allevatori di suini e avicoli.
La commissione Agricoltura del Parlamento europeo ha votato a grande maggioranza l’esclusione dei bovini e lo stop ad altri oneri per suini e avicoli dal nuovo regolamento Ue, che rischiava di mandare in grandissima crisi gran parte degli allevamenti anche bresciani.
“È assurdo e senza alcun fondamento paragonare gli allevamenti alle attività industriali – afferma il presidente di Confagricoltura Brescia Giovanni Garbelli -, anche in considerazione del fatto che c’è un impegno forte da parte del mondo zootecnico nel dare una risposta alla richiesta di attenzione all’ambiente. L’Italia primeggia sul fronte delle tecnologie innovative e della sostenibilità, come dimostrano i risultati ottenuti sul fronte delle emissioni di ammoniaca e gas serra che, negli ultimi trent’anni, si sono ridotte rispettivamente del 24 e 12 per cento”.
Il pronunciamento della commissione Agricoltura arriva dopo mesi di forti pressioni da parte di Confagricoltura, che ha seguito il dossier da vicino, lavorando insieme al Parlamento europeo e al Copa Cogeca per evidenziare l’insostenibilità dell’applicazione della direttiva sugli allevamenti, già fortemente provati da molte difficoltà, rischiando di compromettere irreversibilmente la produttività delle imprese agricole. L’iter per arrivare alla conclusione è ancora lungo; ora la Direttiva dovrà passare in commissione Ambiente.
Un duplice obiettivo
L’obiettivo è duplice: escludere gli allevamenti bovini con oltre 150 capi dal rispetto delle norme previste nella bozza di testo e introdurre un sistema semplificato per gli allevamenti suinicoli e avicoli già oggi assoggettati alla direttiva. L’Italia si era già espressa negativamente alla proposta, presentata dalla presidenza svedese del Consiglio dell’Unione europea, che prevedeva un innalzamento delle soglie a 350 bovini, tenendo conto dei rilievi di Confagricoltura e sottolineando l’insostenibilità dell’applicazione della direttiva sugli allevamenti.
“Ci impegneremo ancora per contrastare questa deriva – conclude il presidente Garbelli -, perché non possiamo rischiare di mettere a repentaglio un modello agricolo forte e resiliente come il nostro. Approvarla significherebbe minare la sovranità alimentare non solo italiana, ma anche europea, perché ridurre la nostra capacità di produzione significa aumentare le importazioni da Paesi terzi, con metodi ben più inquinanti e meno sicuri per i consumatori”.