La situazione

Emergenza Ucraina, la Prefettura di Brescia fa il punto della situazione

Le persone accolte in provincia di Brescia dono 6.420, di questi 2.886 sono minori.

Emergenza Ucraina, la Prefettura di Brescia fa il punto della situazione
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Ad oltre due mesi dall’inizio dell’emergenza determinata dall’afflusso di persone provenienti dall’Ucraina in fuga dalla guerra, sono complessivamente 6420 quelle accolte in provincia di Brescia, di cui 2886 minori.

Accoglienza

Il sistema di accoglienza, concordato in Cabina di Regia istituita in Prefettura, prevede che i profughi ucraini, privi di alloggio, possono richiedere di avere accesso ai centri di accoglienza governativi direttamente in Questura nel momento del loro arrivo, oppure presso i Comuni , a cui coloro che li ospitano temporaneamente devono segnalare la loro presenza; in particolare, contestualmente all’arrivo (che va dichiarato entro 48 ore), gli ospitanti possono segnalare con quale urgenza è necessario trovare alle persone ospiti una diversa sistemazione alloggiativa. A seconda della durata dell’accoglienza provvisoria presso parenti o amici, i profughi ucraini vengono registrati con codice rosso (2/3 settimane), codice giallo ( uno/due mesi), codice verde (se l'accoglienza trovata è senza limiti di tempo).

Come funziona

A tal fine presso la Questura di Brescia sono presenti volontari di Protezione Civile che supporta le persone nella presentazione di questa richiesta. I casi più urgenti vengono gestiti con un filo diretto tra Questura e Prefettura facendo il possibile per trovare una sistemazione immediata innanzi tutto nei posti liberi presso i CAS della provincia. La Prefettura lavora per definire quali sono i matching migliori facendo il possibile per trovare soluzioni che non allontanino troppo i profughi dalle proprie reti territoriali e famigliari. Per le situazioni registrate in codice rosso o codice giallo, Il Coordinamento dei Progetti SAI della Provincia di Brescia, grazie a risorse messe a disposizione del Comune di Brescia per conto della Prefettura di Brescia, ha già effettuato più di 400 telefonate a tutti coloro che stanno offrendo ospitalità nei 205 Comuni della provincia di Brescia. Nelle telefonate viene fatta una verifica generale delle condizioni delle persone ospitate, vengono date risposte ad eventuali domande che spaziano dal rilascio dei documenti all’accesso sanitario ai contributi economici, e viene proposto di essere inseriti nella lista di attesa per essere inseriti in un Centro di Accoglienza Straordinario. In alternativa viene offerta la possibilità di essere accolti presso le famiglie bresciane che si sono rese disponibili tramite la compilazione del modulo online diffuso ai primi di Marzo. Dalle telefonate effettuate emerge come la necessità delle persone in fuga dalla guerra, essendo per la maggior parte donne con bambini, è quella di rimanere presso i propri famigliari o conoscenti per tentare di offrire soprattutto ai più piccoli la possibilità di ricreare un qualche tipo di intimità che possa ricordare “casa”. Per questo motivo, sono rari i casi di trasferimenti da nuclei già accolti in famiglia ad altre famiglie bresciane, mentre i Centri di Accoglienza Straordinaria diffusi su tutto il territorio provinciale rispondono ai bisogni di coloro che arrivano senza avere legami sul territorio o che non possono essere ospitati presso conoscenti.

Numeri

Ad oggi profughi ospitati presso i centri di accoglienza della rete CAS della provincia sono 172, mentre per 4 è stato attivata la Regione Lombardia per l’accoglienza temporanea presso alberghi convenzionati. Dai contatti telefonici avuti risulta evidente il grande coinvolgimento della società civile bresciana anche in questa emergenza, che interessa parrocchie, associazioni e privati cittadini che spontaneamente hanno aperto le loro case. Prefettura di Brescia Il Coordinamento dei Progetti SAI della Provincia di Brescia, grazie a finanziamenti del Comune di Brescia sta anche sostenendo la Questura di Brescia con due figure che, insieme ai volontari di Protezione Civile, supportano il personale nell’accoglienza e nel disbrigo di alcune delle pratiche necessarie per coloro che arrivano. Inoltre, il sito www.emergenzaucraina-brescia.it con le novità che riguardano l’ emergenza ucraina con una sezione dedicata in lingua ucraina è in continuo aggiornamento, anche con l’inserimento delle proposte di lavoro che pervengono dalle Associazioni di categoria d ‘intesa con la Prefettura. Per quanto riguarda i i progetti di accoglienza del Sistema SAI sono 12 quelli che sul territorio provinciale che accolgono rifugiati e richiedenti asilo. La Prefettura, grazie al lavoro della segreteria del Coordinamento provinciale dei SAI, viene tempestivamente aggiornata circa i posti di accoglienza di questo sistema che si rendono disponibili e che possono essere messi a disposizione per ospitare i nuclei ucraini che hanno più urgenza di trovare una sistemazione. La suddetta segreteria e la Prefettura lavorano quindi a stretto contatto per definire quali sono i matching migliori per queste situazioni, facendo il possibile per trovare soluzioni che non allontanino troppo i profughi dalle proprie reti territoriali e famigliari.

Nuovi posti

La Prefettura sta anche lavorando per l’ampliamento della rete CAS: infatti sono in fase di conclusione le procedure contrattuali per il reperimento di nuove strutture che consentiranno a breve di disporre di ulteriori 158 posti. Inoltre, sono state avviate interlocuzioni con la Comunità della Val Camonica e con l’Ambito 9 della Bassa Bresciana che stanno valutando di procedere alla stipula di Convenzioni ai sensi dell’art. 15 della legge 241/ 90 per la messa in rete di ulteriori posti gestiti di accoglienza gestiti da Comuni coinvolti. Si è anche chiuso il bando del Ministero dell’ Interno per l’ampliamento della Rete SAI a cui hanno partecipato 7 dei 12 progetti attivi per un aumento di 133 posti, ancora in attesa di aggiudicazione. Qualora venissero concessi tutti gli ampliamenti richiesti la rete dei progetti SAI bresciana passerebbe dagli attuali 461 posti a 594, con l'ingresso di 10 nuovi Comuni che passerebbero così da 30 a 40. La situazione in continuo mutamento ma con il flusso di arrivi costante, rende necessario proseguire l’importante lavoro di rete sin qui svolto, grazie al quale al momento non si registrano particolari criticità.

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