Bedizzole

Dopo 105 anni «Ambrogio» chiude i battenti

Un’attività storica di trebbiatrici che aveva fondato il trisnonno Benedetto nel 1918, tra le più importanti e longeve d’Italia

Dopo 105 anni «Ambrogio» chiude i battenti
Pubblicato:

Dopo 105 anni «Ambrogio» chiude i battenti.

Dopo 105 anni «Ambrogio» chiude i battenti

«La mia azienda era una famiglia» così Stefano Ambrogio definisce la sua attività storica di trebbiatrici che aveva fondato il trisnonno Benedetto nel 1918. Stefano ha raggiunto l’età per andare in pensione e, così, ha deciso che il 2023, dopo ben 105 anni di attività, l’azienda Ambrogio dovesse chiudere i battenti. Nonostante questo è stata una delle aziende che si occupavano di trebbiatura tra le più importanti in Italia e, sicuramente, tra le più longeve perché, come dichiara, «il mondo agricolo è cambiato». L’azienda nasce da una famiglia di falegnami-carpentieri, in particolare dall’iniziativa dei fratelli Ettore e Giacomo Ambrogio che volevano allargare al campo agricolo l’attività ed è sempre stata locata in via De Gasperi:

«Di molti macchinari erano già in possesso come seghe ad acqua, torni e frese, così nel 1918 acquistarono un trattore Mogul e una locomobile».

Dai primi trattori si è passati, negli anni Quaranta, a contare ben 8 trebbie con annessi macchinari e oltre 40 dipendenti che hanno dato all’azienda il lusso di rientrare in pagine di libri agricoli di tiratura nazionale. «Al tempo non erano in molti a conoscere bene il funzionamento dei trattori e delle macchine, tanto che nel 1942 il Ministero dell’Agricoltura richiede un macchinario all’azienda», racconta orgoglioso Stefano mostrando le ormai date corrispondenze con Roma. A chiedergli cosa ha significato per lui l’azienda risponde:

«Non voglio essere banale, ma per me ha letteralmente significato la vita. Sin da ragazzo dicevo di non essere nato in una semplice famiglia, ma in un’azienda che creava relazioni tra datori di lavoro, operai, macchine e popolo. Ho vissuto la mia infanzia tra i trattori, conservo ancora una trebbia del 1923 che ho visto in funzione. Nell’azienda, passata da generazione a generazione nella nostra famiglia, si sono susseguite anche generazioni di operai e clienti. Quando ho comunicato di chiudere l’attività, un attuale cliente mi ha confessato che anche il suo bisnonno si serviva da noi. Per me è stata una realtà che mi ha insegnato molto, dalla dedizione al lavoro che vedevo in mio padre, alla passione per l’agricoltura e le farine».

Un bagaglio di esperienza riversato nel presente

Stefano Ambrogio, infatti, attualmente è il mugnaio del Vecchio Mulino di Bedizzole del quale si prende cura esattamente come negli anni ha fatto con la sua azienda. Con nostalgia parla delle vecchie esperienze tra i vari reparti, dei trattori, dal vecchio Orsi acquistato a Tortona, al primo Landini di cui conserva ancora il libretto delle istruzioni.

«Le macchine le ricordo come fossero persone. Del vecchio Landini che non aveva nemmeno il radiatore ogni tanto sfoglio il libretto. – dichiara – Oggi il mondo dell’agricoltura è cambiato, così come sono cambiati tutti i processi di meccanizzazione. Ai tempi lavoravamo in tutto il territorio compreso tra Castenedolo e Salò, oggi l’urbanizzazione ha più che dimezzato il settore agricolo».

Con nostalgia e tanta emozione Stefano racconta della sua azienda, che per lui sarà eterna, come fosse una parte di sè.

Seguici sui nostri canali