LA STORIA

Dall'Argentina a Cignano per incontrare i propri avi

Parenti di quel Brunelli che emigrò in America Latina nel lontano 1926.

Dall'Argentina a Cignano per incontrare i propri avi
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Dall'Argentina a Cignano per incontrare i propri avi.

Dall'Argentina a Cignano un secolo dopo

Dall’Argentina a Cignano, dopo un secolo, per incontrare i propri avi: la bellissima storia ha avuto il suo lieto fine nei giorni scorsi.
Alla torre di Cignano erano appena finiti i rintocchi delle 9 quando da un taxi è scesa una coppia, Adriana e Josè, che si è guardata in giro e, fermata una signora, ha chiesto con uno spiccato accento spagnolo dove abitasse la famiglia Brunelli.
Quali Brunelli? La risposta: «Andate in quel negozio e troverete tutte le informazioni che vi necessitano».
Entrati nella bottega ripetono la domanda e sfoderando un certificato di nascita aggiungono che: «il nonno era nato a Cignano nel 1896».
Bella domanda, ma quale ramo dei Brunelli? In paese esistono diverse famiglie che portano questo cognome e non sono fra di loro parenti se non molto alla lontana.
E quale era il nome del nonno? «Francesco», la risposta. In un’epoca dove non si battezzavano i figli con i nomi degli astronauti o degli influencer, i nomi che giravano in una famiglia erano sempre quelli e passavano per generazioni dai nonni o dagli zii ai nipoti e identificavano a quale ramo famigliare appartenevano.
«Beh allora sono i parenti di Battista ovvero Tita, il vecchio fabbro» è stata la risposta.

L'incontro

E quando si dice la coincidenza, proprio in quel momento entra in negozio Federica, la figlia di Tita. Voilà, il cerchio si chiude.
«Ecco questa ragazza è una tua parente»! Scambio di abbracci e l’invito a passare nell’abitazione di Tita.
Il tam tam richiama altri parenti e alla reunion nell’abitazione del decano, inizia a giungere tutta la parentela. Ognuno con la sua storia da raccontare, che ha origine da due fratelli: Francesco e Vincenzo Brunelli.
Il primo si sposò e partì subito per l’Argentina nel 1926 senza più tornare e dove ebbe 11 figli di cui 4 ancora viventi; Vincenzo (1899), invece, già sposato e padre di 4 figli, partì anch’egli per l’Argentina nel 1927, ma poi tornò in Italia ed ebbe altri 8 figli, di cui 3 ancora viventi. Innumerevoli quindi i cugini e i nipoti dei due rami che sono divisi dall’Atlantico.

Il loro viaggio in Italia e in Europa

Ma torniamo ai nostri viaggiatori: Adriana, insegnante di lettere in pensione e il marito Josè, autista, spiegano che sono in Europa con un gruppo organizzato per un tour di tre settimane. Cosa facciano nella Bassa bresciana è presto spiegato: è la terra dei loro avi.
«Siamo arrivati a Milano e visiteremo le più importanti città italiane, poi abbiamo in programma la visita di città in Spagna e in Francia, un tour molto intenso. Il resto del gruppo ora è a Venezia, ma noi abbiamo voluto fare una sosta a Cignano che più che turistica ha una valenza sentimentale» raccontano.
Ormai l’ora della partenza si avvicina e il taxi è pronto a ripartire, ma non prima di un’ultima foto dinnanzi alla chiesa dove l’emigrante fu battezzato e al cippo con il nome del paese.
L’aver trovato dei parenti che non si sperava di avere, calcato le strade e visto i luoghi che furono la culla dei propri avi, sono emozioni che difficilmente si dimenticheranno.

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