trasporti ferroviari

Critiche sull’impianto di stoccaggio dell’idrogeno per la linea Brescia-Iseo-Edolo

Legambiente Basso Sebino ha espresso dubbi circa il progetto da realizzare nei pressi dell’attuale officina di Trenord

Critiche sull’impianto di stoccaggio dell’idrogeno per la linea Brescia-Iseo-Edolo
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E’ in fase di approvazione il progetto definitivo delle opere relative alla realizzazione, nel Comune di Iseo, di un impianto per la produzione, lo stoccaggio e la distribuzione di idrogeno a servizio del materiale rotabile e dei mezzi operativi per il servizio ferroviario lungo la linea Brescia-Iseo-Edolo. Le opere riguarderanno alcuni terreni delle Ferrovie, ma anche aree limitrofe (sia del Comune che di privati), che saranno soggette a esproprio o a occupazione temporanea.

Ma l’intervento previsto nell’ambito degli investimenti per l’ammodernamento della rete in concessione a Ferrovienord non piace agli attivisti del circolo Legambiente Basso Sebino, che si è chiesta se non fosse stato meglio delocalizzare l’officina per non occupare aree inedificate e aumentare la distanza di sicurezza (in caso di incendio o scoppio) rispetto al centro abitato.

Critiche sull’impianto di stoccaggio dell’idrogeno per la linea Brescia-Iseo-Edolo

"Complessivamente verrebbero occupate aree verdi per oltre 3mila metri quadrati, poste a fianco dell'attuale officina di Trenord – ha spiegato Dario Balotta, presidente del circolo Legambiente Basso Sebino – Perché rimane l'officina per treni diesel, se a Rovato è prevista la realizzazione di un nuovo impianto? Inoltre ci sono diverse criticità: l'investimento non è accompagnato da un piano d'esercizio con nuovi orari e coincidenze capace di rilanciare la linea che attualmente è a scarso; i nuovi treni costeranno il triplo di uno stesso treno elettrico e i convogli a idrogeno potranno raggiungere i 130 chilometri orari di velocità massima, ma la linea attualmente ha una velocità commerciale di 70 chilometri orari".

Per Legambiente, però, il problema maggiore è quello della sicurezza. "La distanza dalle abitazioni degli impianti sarebbe minima – ha evidenziato Balotta - Attualmente non esiste una normativa di sicurezza per questo tipo di impianti per la produzione, lo stoccaggio e la distribuzione di idrogeno. In questo caso, oltre che di prodotto diverso, si tratta anche di una consistente quantità di idrogeno stoccata (circa 1.500 chili). Prima andrebbe definita una nuova normativa per la sicurezza e poi si dovrebbe procedere con il progetto".

Secondo gli ambientalisti, infine, anche i tempi di coabitazione (fino al 2028) dei due sistemi, quello a idrogeno e quello a diesel, sarebbero eccessivi. Il Comune, per ora, si sta concentrando sullo studio della documentazione fornita. "L’auspicio è che ogni proposta garantisca i gradi di sicurezza più elevati – ha dichiarato il vicesindaco e assessore ai Lavori pubblici, Cristian Quetti – Regione Lombardia ha convocato una conferenza di servizio nella quale porteremo eventuali nostre eccezioni".

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