Guerra e solidarietà

Conflitto bellico in Ucraina, la guerra non si ferma ma neppure la solidarietà a Brescia e provincia

L'ospedale pediatrico di Brescia pronto all'accoglienza, partiti i primi furgoni di aiuti dalla Valle Camonica.

Conflitto bellico in Ucraina, la guerra non si ferma ma neppure la solidarietà a Brescia e provincia

La guerra continua in Ucraina, parallelamente non si ferma la macchina della solidarietà particolarmente attiva anche a Brescia e in provincia.

Accoglienza

L’Ospedale dei Bambini al Civile di Brescia (si tratta di uno dei quindici di eccellenza facenti parte della rete dell’Aopi, Associazione ospedali pediatrici italiani). Aopi è l’associazione che riunisce gli Ospedali Pediatrici Italiani. Nata nel 2005, coordina e promuove lo sviluppo culturale delle strutture aderenti così come i principali ospedali pediatrici presenti in tutta la Regione Lombardia sono pronti ad accogliere i profughi provenienti dall’Ucraina. A disposizione vi sono quattordici posti letto in Terapia intensiva, sette in subintensiva e trenta circa di ordinari tra Pediatria, Neonatologia e Oncoematologia pediatrica. Una collaborazione, quella tra l’ospedale di Pediatrico di Brescia e la città di Kiev che ha origine da ben prima che scoppiasse la guerra: nel corso degli anni ha infatti ospitato numerosi bambini provenienti dall’ospedale “Okhmadyt” di Kiev dove vengono ricoverati bambini malati di cancro. Ciò ha permesso di effettuare trapianti di midollo osseo a bambini ucraini di età compresa tra i sei mesi e i cinque anni colpiti da leucemia.

Furgoni di aiuti

Nel frattempo l’ondata di solidarietà non arretra. Sono infatti partiti nella notte tra martedì 1 e mercoledì 2 marzo i primi furgoni di aiuti verso l’Ucraina per il tramite dell’associazione DomaniZavtra a seguito della raccolta effettuata in svariate zone del territorio camuno grazie alla generosità di associazioni, istituzioni, e singoli. Tali aiuti giungeranno in Polonia, il materiale sarà consegnato ad un campo profughi a poca distanza con il confine, il resto in dogana da dove la Croce Rossa li recupererà per portarli all’interno delle zone scenario del conflitto.