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Confindustria Brescia: presentata in Sala Beretta la proposta di Federmeccanica per il rinnovo del CCNL Metalmeccanico

Dal punto di vista della struttura produttiva, Brescia è infatti la seconda provincia italiana per rilevanza dell’industria metalmeccanica (dopo Torino)

Confindustria Brescia: presentata in Sala Beretta la proposta di Federmeccanica per il rinnovo del CCNL Metalmeccanico
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Confindustria Brescia: presentata in Sala Beretta la proposta di Federmeccanica per il rinnovo del CCNL Metalmeccanico.

La proposta presentata in Confindustria Brescia

Nel pomeriggio di oggi (giovedì 17 ottobre 2024) a seguito della presentazione al sindacato della proposta di Federmeccanica per il rinnovo del CCNL Metalmeccanico, avvenuta a Roma la scorsa settimana, si è tenuto nella Sala Stampa Beretta di Confindustria Brescia un incontro con la stampa che ha visto tra i protagonisti  Roberto Zini, vice presidente di Confindustria Brescia con delega a Relazioni Industriali e Welfare, Fabio Astori, vicepresidente di Federmeccanica e vice presidente di Confindustria Brescia con delega a Transizione Ecologica e Sicurezza, Stefano Franchi, direttore generale di Federmeccanica, e Filippo Schittone, direttore generale di Confindustria Brescia. In particolare, la conferenza ha approfondito il tema del rinnovo contrattuale, con particolare attenzione alle dinamiche della provincia di Brescia.

Brescia la seconda provincia italiana per rilevanza dell'industria

Dal punto di vista della struttura produttiva, Brescia è infatti la seconda provincia italiana per rilevanza dell’industria metalmeccanica (dopo Torino), con oltre 8 mila imprese e più di 108 mila addetti attivi. Brescia è leader nazionale per quanto riguarda la metallurgia (16 mila addetti) e i prodotti in metallo (43 mila addetti), è al secondo posto nei macchinari e apparecchiature (31 mila addetti) ed è in quarta posizione relativamente ai mezzi di trasporto (poco meno di 9 mila addetti).

Con riferimento alle sole società di capitali bresciane, il volume d’affari da esse generato si attesta a 37,6 miliardi di euro (76% dell’industria manifatturiera locale), mentre il valore aggiunto è pari a 9,3 miliardi (78%).

“Come avevo già avuto modo di anticipare nei giorni scorsi, la proposta di Federmeccanica è un ulteriore passo sulla strada del rinnovamento avviato nel 2016 – commenta Roberto Zini, vice presidente di Confindustria Brescia con delega a Relazioni Industriali e Welfare –. Gli aumenti garantiti negli ultimi anni, grazie alla clausola di salvaguardia legata all’IPCA, sono stati importanti e senza precedenti, così come le prestazioni sanitarie erogate per centinaia di milioni di euro e i flexible benefits, senza considerare quanto è stato fatto al livello aziendale, che ha portato ulteriori riconoscimenti. La nostra idea è di mantenere questa architettura, con la necessità tuttavia di guardare a quella che oggi è la realtà dei fatti. La situazione congiunturale del comparto metalmeccanico è complicata, ed eventuali ulteriori riconoscimenti salariali non possono che essere legati alla produttività. In questo senso, fondamentale è anche il mantenimento e l’implementazione di determinate azioni a livello nazionale, su tutte la riduzione del cuneo fiscale, da declinare attraverso diverse forme e modalità.”

«Il CCNL ESG è un insieme di elementi, come tasselli che compongono un mosaico – aggiunge Stefano Franchi, direttore generale di Federmeccanica –. Si va dagli aspetti sociali-solidaristici come quanto previsto per la non autosufficienza lungo tutta la vita e l’assistenza sanitaria integrativa per le fasce più deboli, alla formazione e alla sicurezza sul lavoro, agli aspetti ambientali, fino alla governance sugli appalti e la partecipazione. Il CCNL ESG è anche attraversato da interventi importanti sui temi di genere, per il personale femminile: come il potenziamento della previdenza complementare, la formazione mirata, e gli obiettivi di aumentare l’occupazione femminile in generale e nei livelli direttivi. Sulla retribuzione, ferme restando la garanzia di adeguamento all’IPCA NEI già previste - che nel periodo di vigenza del precedente CCNL ha determinato adeguamenti dei minimi tabellari pari a circa 310 euro lordi al livello C3 -, si vuole garantire che laddove si genera adeguata marginalità, in un percorso di crescita costante, una parte venga redistribuita. Abbiamo previsto una soluzione per tutti quei casi in cui non ci sono premi di risultato o elementi economici collettivi in azienda, valorizzando allo stesso tempo i riconoscimenti individuali. Inoltre, la revisione dell’istituto degli scatti diventa un nuovo elemento volto a valorizzare la continuità professionale, che risponde a bisogni di persone e famiglie in termini di disponibilità finanziaria grazie agli anticipi e porta anche con il sesto biennio ulteriori benefici non assorbibili. La proposta di realizzare un CCNL ESG unisce due necessità imprescindibili: quella della sostenibilità economica e sociale e quella della competitività, continuando ad animare il Rinnovamento Contrattuale avviato dal 2016 con spirito riformatore’’.

“Il nostro auspicio, in questo momento, è che ci sia senso di responsabilità da parte di tutti, alla luce della delicatezza del periodo e dell’attenzione che sempre più le aziende testimoniano nei confronti dei propri lavoratori – chiude Filippo Schittone, direttore generale di Confindustria Brescia –. Il CCNL Metalmeccanico necessita di un ragionamento a sé stante, considerate le peculiarità settoriali, anche contingenti: il mondo della metalmeccanica italiana, infatti, è fortemente esposto a marginalità molto ridotte e la competizione internazionale impone estrema attenzione.”

 

 

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