Confartigianato invia una lettera al prefetto sul tema edilizia e cessione dei crediti
Confartigianato incalza e chiede di prevedere modifiche e lo stralcio della norma per tutelare la filiera e soprattutto pratiche commerciali ormai consolidate.
Il comparto dell’edilizia vive un momento di grande fervore, il lavoro certo non manca tanto che il fatturato delle imprese lombarde nel 2021 è cresciuto fino a sfiorare il +30%. Ma a far tremare il settore, soprattutto le piccole imprese artigiane, c’è il nodo della stretta sulla cessione del credito. Confartigianato incalza e chiede di prevedere modifiche e lo stralcio della norma per tutelare la filiera e soprattutto pratiche commerciali ormai consolidate.
Indicazioni su come correggere la norma
"Abbiamo chiesto un intervento sul tema della cessione del credito a Governo e Parlamento – precisa il presidente di Confartigianato Eugenio Massetti che prosegue – per richiedere lo stralcio della norma e, in subordine, sostenere la modifica al fine di rendere possibile almeno due cessioni e, in ogni caso, cessioni plurime nei confronti di soggetti istituzionali come banche, assicurazioni e intermediari finanziari. La mobilitazione si intensifica in queste ore con iniziative sensibilizzazione in tutta Italia. In un Manifesto diffuso dal Sistema Confartigianato ai rappresentanti delle istituzioni di riferimento su tutto il territorio, sono indicati i 10 motivi per correggere la norma e prevedere controlli efficaci contro le truffe. Abbiamo infine trasmesso una lettera al Prefetto, con i dettagli della richiesta e le motivazioni del manifesto. A rischio un comparto e un mercato che sta dimostrando una grande vivacità, capace di trainare ancora la ripresa".
Sistema casa lombardo
Il sistema casa in Lombardia conta 193 mila imprese, di cui quasi due su cinque (37,7%) artigiane. Queste imprese danno lavoro a 444 mila addetti, che nel 35% dei casi sono occupati in imprese artigiane del settore. A Brescia il sistema casa conta 25.904 imprese, di cui il 41,8% artigiane (al di sopra della media lombarda) e cioè 10.836 imprese che occupano 61.399 addetti (25.058 gli addetti delle imprese artigiane).
Mercato del lavoro: previsioni di assunzioni
Esaminando il trend delle nuove assunzioni previste dalle imprese lombarde e bresciane con dipendenti rileviamo che le Costruzioni sono l’unico macro-settore per cui nei primi tre mesi dell’anno (2022) le imprese prevedono un numero di entrate superiore (+9,3%) a quello atteso nello stesso periodo di inizio 2020 (pre-pandemia). A Brescia e provincia le entrate previste dalle imprese delle Costruzioni tra gennaio e marzo sono 3.280, superiori alle entrate gennaio-marzo 2020 (erano 2.800) con una variazione positiva di 480 unità, segnando +17,1%.
A inizio anno la difficoltà di reperimento di figure chiave per il settore sale di 20 punti in Lombardia passando, dal periodo pre-Covid-19 (gennaio 2020) ad oggi, dal 40,2% al 60,2%. Difficoltà maggiormente percepita dalle imprese delle Costruzioni di Como, Monza-Brianza, Lodi e Lecco. A Brescia, la quota di operai specializzati difficili da reperire nell’edilizia e nelle manutezioni degli edifici sale dal 48,6% del gennaio 2020 al 59% del gennaio 2022.
Start up
Nel 2021 le start up delle Costruzioni lombarde crescono del +16,5% (+1.054 iscritte) rispetto al 2019, anno pre-pandemia. Incrementi percentuali più accentuati del numero di nuove imprese delle Costruzioni, nel 2021 rispetto al 2019, si registrano nelle province di: Sondrio (+44,3%), Brescia (+25,4%) e Milano (+24,6%).
Nel periodo pandemico, 22 mesi da marzo 2020 a dicembre 2021 caratterizzati dalla presenza del virus, sono nate in Lombardia complessivamente 11.458 nuove imprese delle costruzioni. Quello delle costruzioni è il primo settore per numero di iscrizioni nel periodo pandemico. Nel complesso le province lombarde nei 22 mesi caratterizzati dalla pandemia hanno registrato 3.697 nuove iscrizioni nel settore delle Costruzioni a Milano, 1.461 a Brescia, 1.222 a Bergamo, 1.136 a Varese, 1.044 a Monza e Brianza, 710 a Pavia, 685 a Como, 469 a Mantova, 340 a Cremona, 293 a Lecco, 259 a Lodi e 142 a Sondrio.
Superbonus
Il superbonus 110%, introdotto con il Decreto ‘Rilancio’, pur presentando alcune criticità applicative, sta favorevolmente sostenendo la domanda di interventi di ristrutturazione degli immobili. Al 31 dicembre 2021 in Lombardia le asseverazioni registrate sono state 14.385 per un totale investimenti di 2.623 milioni di euro e investimenti lavori conclusi di 1.897 milioni di euro. Gli investimenti su lavori conclusi sono pari al 13,5% del valore aggiunto delle costruzioni, quota inferiore di 2,8 punti al 16,3% medio nazionale. Seppur tale valore risulta in costante incremento, accelerando in modo particolare durante l’ultimo mese dell’anno, posiziona la nostra regione agli ultimi posti del ranking regionale (17^) per minor capacità di impulso del superbonus alla crescita del settore.
"Le nostre aziende si trovano ad affrontare inoltre un prezzo delle materie prime e dei materiali, più in generale, lievitato in maniera preoccupante – continua il presidente di Confartigianato Brescia Lombardia, Eugenio Massetti – le opportunità di business generate dal Superbonus hanno animato il settore al punto che si sono moltiplicate le nuove imprese e non possiamo arrestare ora questo importante traino; il mio appello alle famiglie è di porre attenzione e di privilegiare realtà solide, che sappiano fare il loro lavoro e operino in sicurezza".
Novità superbonus - rischi comparto
Il settore è coinvolto da un nuovo, ulteriore, cambiamento delle regole, per quanto riguarda il Superbonus: dal 7 febbraio potrà essere ceduto una sola volta sia da parte dei beneficiari della detrazione, sia da parte dei fornitori che praticano lo sconto in fattura o ricevono il credito. E Confartigianato Imprese Brescia lancia l’allarme:
"C’è il serio rischio di rallentamenti nelle operazioni a seguito delle recenti disposizioni che mettono il limite di una sola cessione per il credito d’imposta sui bonus edilizi. Le nuove norme, nel tentativo di stanare i furbetti, rischiano di bloccare il comparto. Limitare ad una sola cessione sta già portando un rallentamento delle operazioni di acquisto da parte degli operatori finanziari che sono prossimi al raggiungimento della loro capacità di “assorbimento” in compensazione dei crediti stessi. È una questione di importante e urgente, che rischia di non fare del bene al comparto costruzioni che sta operando spinto anche dal Superbonus110%. Senza contare che le continue modifiche della disciplina creano incertezza sul mercato con l’effetto di bloccare le operazioni".