Con E-VAI la mobilità del futuro è approdata a Brescia
Un'incontro dedicato al servizio E-VAI in occasione della settimana europea della moblità
E-VAI, il car sharing «fuori dal comune», si è presentato in città a Brescia mercoledì 21 settembre con una tappa speciale del suo road show in occasione della Settimana europea della mobilità sostenibile. Un momento di incontro tra i vertici di E-VAI, del gruppo FNM e alcune personalità che operano nel settore, enti e stakeholder nella sala conferenze dell’Università Cattolica di Brescia.
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Alla scoperta dei sistemi di mobilità sostenibile della città
Al centro non solo il servizio offerto da E-VAI, con automobili elettriche e pensato per la città e i piccoli centri periferici, ma anche le infrastrutture di ricarica e l’intermodalità dei mezzi di trasporto che coinvolge treni, car- e bike-sharing, monopattini e mobilità dolce. E proprio E-VAI, servizio inaugurato a Brescia lo scorso luglio, è parte di questo concetto: un nuovo paradigma da applicare su scala locale e nazionale.
"A luglio ci eravamo lasciati con la promessa di venire qui portando i primi dati di utilizzo delle nostre auto a Brescia - così è intervenuto Gianni Martino, AD di E-VAI - La curva di crescita del servizio è evidente, infatti si registra un +87% di noleggi nei primi 3 mesi , e contiamo di poterla mantenere per il futuro".
Il car sharing elettrico è sostenibile non solo per la tipologia di alimentazione a basso impatto ambientale locale, ma soprattutto perché offre un servizio condiviso, inclusivo e di comunità.
"Per noi l’inclusione sociale passa attraverso la possibilità di muoversi, non solo in città ma anche sulle piccole comunità entrate a far parte della rete di postazioni E-VAI - ha aggiunto Martino - Il Comune che sceglie il nostro servizio avvia un percorso di transizione ecologica immediato".
Proprio nella zona di Brescia, E-VAI ha in cantiere alcuni progetti importanti:
"Con le nostre auto arriveremo all’aeroporto di Verona, punto strategico per Brescia affinché cittadini e turisti si possano spostare in modo veloce ed economico. Stiamo iniziando a rivolgerci al mercato comunicando anche alle aziende e ai professionisti, in una logica di welfare. A Brescia vogliamo crescere, e siamo uno dei pochi car sharing station based che offre la possibilità di lasciare l’auto anche in un punto diverso da quello del ritiro".
Successivamente ha parlato Anna Ciccone, business development manager di Be Charge, società controllata da Plenitude (Eni): l’azienda si propone di fornire, installare, gestire e manutenere colonnine di ricarica per veicoli elettrici su suolo pubblico, a costo zero, per le amministrazioni comunali, favorendo così lo sviluppo di una rete di mobilità elettrica a livello nazionale ed europeo.
A chiudere l’incontro Marco Piuri, direttore generale del Gruppo FNM , che ha rimarcato il valore della mobilità collettiva e integrata.
"La riflessione sulla mobilità non deve fermarsi ai confini urbani, ma deve comprendere i bacini che attraggono mobilità. È un sistema che deve essere organizzato da una regia, che deve analizzare tutti i bacini attrattori di spostamenti e rispondere alle esigenze emerse integrando in modo virtuoso le diverse modalità di trasporto – secondo le peculiarità di ciascuna. Oggi non bisogna più parlare di “trasporto pubblico locale” ma di trasporto collettivo e integrato. Come Gruppo FNM stiamo cercando di cambiare prospettiva con il concetto della “mobility as community”, che integra il trasporto pubblico e quello privato. Come gruppo vogliamo giocare questa sfida, E-VAI è un tassello molto importante di questo disegno".
Le strategie di Brescia Mobilità
A proposito di trasporto pubblico a Brescia, Marco Medeghini, direttore generale di Brescia Mobilità, ha parlato della green mobility come concetto al centro dei servizi dell’azienda.
"Solitamente il car sharing viene percepito come vettore per coprire “l’ultimo miglio”, ma per noi è più importante che l’elemento di sharing sia il fattore scatenante per non prendere l’automobile privata sin dalla mattina - ha detto - Utilizzando una pluralità di mezzi di trasporto, partendo a piedi da casa, si riduce l’utilizzo dell’auto: altrimenti per noi è troppo tardi".
Secondo Medeghini, per favorire tale intermodalità è fondamentale avere un efficiente punto di interscambio. L’azienda del trasporto pubblico bresciano ha quindi sviluppato i servizi di bike e car sharing in città, spostando così il baricentro sempre di più verso una green mobility. Quest’ultima viene favorita anche dal Piano urbano per la mobilità sostenibile, di cui Brescia si è dotata tra le prime città italiane.
"Il traffico in entrata a Brescia deve essere indirizzato in modo più sostenibile, facendo un salto di qualità - ha illustrato l’assessore alla Mobilità Federico Manzoni - Abbiamo una scommessa sul ferro, in particolare per i principali bacini del nord della provincia: abbiamo posto le basi per investimenti sulle linee ferroviarie con servizi migliori al fine di facilitare l’accesso alla città. Inoltre intendiamo dare una risposta a quelle aree della città che non sono servite dalla metro, con una nuova infrastruttura nella zona ovest di Brescia. Infine c’è il tema della mobilità dolce, stiamo quindi redigendo un “biciplan” per promuovere la ciclabilità e lavorando per lo sviluppo dei servizi di sharing, in particolare aumentando il numero delle colonnine di ricarica".
Un focus sulla transizione ecologica
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L’incontro avvenuto in città il 21 settembre è stato anche occasione per discutere alcuni temi legati alla mobilità e alla transizione ecologica. Ospite, infatti, Antonio Ballarin Denti: presidente del Comitato scientifico della Fondazione Lombardia per l’Ambiente, ex professore ordinario di Fisica dell’ambiente e direttore del Centro ricerche sull’ambiente dell’Università Cattolica.
"Stiamo attraversando una crisi molto seria nei rapporti tra uomo e ambiente, cominciata negli anni ’60 con il problema dell’inquinamento. L’umanità può risolverlo, le soluzioni ci sono e quindi basta volerlo». Citati i grandi temi della deforestazione e dello sfruttamento dei suoli, il calo della biodiversità e della passività del bilancio delle risorse che si stanno esaurendo. «L’impronta ecologica significa che noi consumiamo più risorse naturali, a ciò si aggiunge negli ultimi decenni il cambiamento climatico: gli eventi estremi verranno esacerbati in frequenza e intensità. E’ quindi necessaria una transizione, bisogna liberarsi dei combustibili fossili per molte ragioni".
Da qui, dunque, la necessità di una riflessione sull’auto privata.
"Possedere individualmente un’automobile non è un dogma, si può usare il car sharing o altre forme di mobilità dolce. Questo avrebbe ricadute economiche anche diverse. Rimarco poi l’importanza dell’intermodalità e soprattutto il fatto che l’automobile non deve essere uno status symbol. Il problema di una mobilità sostenibile rientra quindi in un quadro di sviluppo sostenibile, che dovrà avvenire in 20-30 anni ma muovendosi subito. Sono fiducioso ma è necessario altresì cambiare le abitudini e i comportamenti sociali in tempi rapidi".