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Comunità residenziali per anziani: il comune approva la prosecuzione per il periodo 2024-2028

Queste strutture, però, possono accogliere soltanto un piccolo numero di ospiti: la capienza varia, infatti, da 5 a 12 persone

Comunità residenziali per anziani: il comune approva la prosecuzione per il periodo 2024-2028
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Comunità residenziali per anziani: il comune approva la prosecuzione per il periodo 2024-2028.

Approvata la prosecuzione in merito alle Comunità residenziali per anziani

La Giunta comunale ha approvato, nel mese di febbraio 2024, la prosecuzione della sperimentazione delle Comunità residenziali per anziani (Cra) per il quinquennio 2024-2028. Si tratta di soluzioni di residenzialità leggera di dimensioni contenute (dai 13 ai 24 posti letto per struttura in una logica di equilibrio tra gli aspetti relazioni e la sostenibilità economica) per anziani con grado di compromissione da lieve a moderato non più in grado, per diverse ragioni, di vivere nella propria abitazione. Le Comunità residenziali per anziani sono state avviate da Ats Brescia a partire dal 2010 sottoscrivendo un accordo di programma con gli enti gestori e con i Comuni dove sono presenti i servizi e sono state poi più volte rinnovate negli anni successivi. La sperimentazione delle Cra di Brescia è l’unica attualmente attiva in Regione Lombardia.

Alla fine del mese di novembre 2023 l’Ats di Brescia ha prorogato la sperimentazione sulla base del parere favorevole dell’Assemblea dei Sindaci degli Ambiti Territoriali coinvolti e ha approvato un ulteriore aggiornamento dello schema di accordo di programma.

Al termine del mese di dicembre 2023 il Comune di Brescia ha sottoscritto gli accordi di programma con gli enti gestori, con Ats di Brescia, con l’Azienda Socio-Sanitaria Territoriale degli Spedali Civili di Brescia e con l’Assemblea dei Sindaci dell’ambito Brescia e dell’Ambito Garda – Salò.

Gli enti gestori coinvolti sono i seguenti:

·      Fondazione Brescia Solidale Onlus di Brescia, che gestisce la Cra Arvedi di via Giancarlo Zappa 22 a Brescia e la Cra Villa De Asmundis in via Agello 33 a Rivoltella del Garda (immobile di proprietà del Comune di Brescia);

·      Myosotis Scs Onlus, con sede legale a Brescia, che gestisce la Cra “Myosotis Casa Famiglia per Anziani” di via Collebeato 24 a Brescia;

·      S. Giuseppe Fiumicello Scs Onlus che gestisce la Cra “S. Giuseppe” di via Manara 21 a Brescia.

Il loro ruolo nella e per la comunità

Le Comunità residenziali per anziani si sono dimostrate negli anni una valida risposta ai bisogni di molti anziani che necessitano di un ambiente di vita comunitario di tipo familiare, meno istituzionalizzato.

Numerosi anziani con livelli di parziale autonomia, infatti, possono godere di una miglior qualità di vita in un ambiente stimolante, dove possono godere di un certo spazio decisionale. Le Comunità residenziali per anziani offrono, infatti, un approccio integrato sociale e sociosanitario, anche attraverso l’erogazione di prestazioni da parte di figure ed enti diversi in grado di rispondere ai bisogni complessi degli ospiti.

Va ricordato inoltre che la rete delle Rsa, da anni principali strutture di riferimento per gli anziani non più nelle condizioni di vivere a casa, può essere ulteriormente sviluppata nell’ambito delle politiche di accreditamento e contrattualizzazione della Regione Lombardia, anche se i costi crescenti delle rette non sempre le rendono sostenibili dalle famiglie.

A Brescia esistono altre strutture residenziali di carattere sociale a bassa intensità assistenziale denominate CASA (Comunità alloggio sociale anziani), con un’impostazione prevalentemente domestica, familiare e abitativa.

Sono cinque strutture, gestite dalla Onlus Fondazione Casa di Dio: Famiglia Mons. Renato Monolo, Federico Balestrieri, Maria Rosa Inzoli, Al Centro e Santa Maria della Fonte.

Si tratta di realtà che accolgono persone di almeno 65 anni, fragili e socialmente vulnerabili, autosufficienti o con una lieve compromissione, che hanno un’abitazione non adeguata, che si trovano in una situazione di solitudine o di emarginazione.

Queste strutture, però, possono accogliere soltanto un piccolo numero di ospiti: la capienza varia, infatti, da 5 a 12 persone.

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