vita lacustre

Comunità del Garda, istituito un tavolo di lavoro permanente sulle tematiche dell'ittiofauna

Istituito dalla Comunità del Garda attraverso il Contratto di Lago.

Comunità del Garda, istituito un tavolo di lavoro permanente sulle tematiche dell'ittiofauna
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La Comunità del Garda, attraverso il Contratto di Lago, istituisce un tavolo di lavoro permanente per affrontare le tematiche legate all’habitat e ittiofauna.

Al centro

Come sappiamo la tematica più scottante è quella dell’immissione del Coregone/Lavarello in seguito al decreto dirigenziale del 02 aprile 2020 del MiTE, che non rappresenta però il solo punto della discussione in questo tavolo di lavoro, in quanto è necessario che tutta l’ittiofauna e lo stato di salute dell’habitat gardesano siano sottoposti agli studi e approfondimenti che meritano.

Gli obiettivi

Conseguentemente si è creato un tavolo di lavoro interregionale e interdisciplinare con i seguenti obiettivi di primaria importanza: Richiedere lo studio sulla biomassa ittica presente nel Lago di Garda; Studio della presenza residua del Carpione e possibilità di recupero; Studio sulla presenza dell’Alborella e possibilità di recupero; Uniformità delle norme e regolamenti della pesca di professione tra le Regioni Lombardia, Veneto e Provincia Autonoma di Trento; Possibilità di estensione dei controlli per le guardie faunistiche della vigilanza sulle tre province gardesane e Gestione del controllo delle catture, attraverso un sistema (es. tesserino segna catture digitale o cartaceo) che avrebbe il compito di identificare l’andamento della presenza ittica, il prelievo e giustificare quindi una eventuale richiesta di immissione a compenso.

Importante recuperare l'eccellenza gardesana

 

Tutto questo serve per gettare le basi al fine di raggiungere una comprensione dell'equilibrio dell’ittiofauna gardesana affinché si possa arrivare anche ad avere un marchio di qualità del pesce gardesano - ha spiegato Filippo Gavazzoni vice presidente della Comunità del Garda -  A livello chimico fisico, il Garda ha le acque migliori rispetto tutti i grandi laghi italiani, quindi il pescato che ne deriva assume di base una qualità indubbia a livello sanitario ed organolettico, conseguentemente dovrebbe essere valorizzato affinché si tenda, in futuro, a lavorare e puntare all’eccellenza e non solo alla quantità, recuperando e riscoprendo così tutta la ricca biodiversità gardesana. Una riscoperta qualitativa del pesce, avrebbe effetti positivi su tutta la filiera, sui pescatori di professione e anche sulla promozione turistica legata alla gastronomia e prodotti tipici a Km/0, gli unici in grado di raccontare al meglio il nostro territorio restituendogli la sua vera identità e vocazione. Necessario quindi, per le motivazioni indicate, risolvere definitivamente anche il problema dell’Anguilla. Dal 2011 infatti è in vigore un divieto di pesca per via della contaminazione presente, vietandone la commercializzazione. Essa rappresentava un prodotto di punta gardesano, così come l’Alborella, la Trota Lacustre e il Carpione. Tutto deve rientrare in un unico obiettivo, ovvero il recupero dell’eccellenza gardesana, che ha reso famoso il Garda in tutto il mondo. Dallo studio sullo stato dell’ittiofauna e della biomassa, concordato in questo tavolo di lavoro all'unanimità, potremo uscire da questa situazione di incertezza e divieti. Questo studio potrà chiarire e in caso porre rimedi scientificamente validati per guardare il futuro in modo lungimirante, riconsegnando al pesce di lago la sua identità, nel rispetto dell'habitat attraverso finalmente una sua profonda conoscenza. Proprio la conoscenza scientifica delle dinamiche tra specie autoctone, alloctone, competizione e disponibilità alimentare è purtroppo mancata negli anni, portando alla situazione attuale che questo tavolo di lavoro si prefigge di risolvere attraverso un lavoro di squadra, interdisciplinare e basato su dati scientifici.

 

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