la ricerca

Cisl Scuola Brescia: uno studente su tre delle superiori afferma di aver usato medicinali per combattere l'ansia

Al questionario della ricerca hanno risposto 152 ragazzi delle scuole superiori che hanno preso parte all’iniziativa della Camera di Commercio: l’età media degli intervistati è di 16,6 anni, in prevalenza ragazze (71,7%)

Cisl Scuola Brescia: uno studente su tre delle superiori afferma di aver usato medicinali per combattere l'ansia
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Uno studente su tre delle scuole superiori (31,88%) afferma di aver utilizzato medicinali o sostanze per combattere l’ansia. Le cause sono da imputare a scarsa autostima, problemi famigliari e problemi sentimentali.

Cisl Scuola Brescia: la ricerca

A far emergere il dato è una ricerca promossa da Cisl Scuola Brescia, condotta da BiblioLavoro, il centro studi di CISL Lombardia, in occasione del convegno “Io sto bene, ok, però a volte…” tenutosi oggi (martedì 6 febbraio 2024) a Brescia e inserito nel ciclo di incontri “Fare bere fare sostenibile” promosso dalla Camera di Commercio.

“La partecipazione a questo progetto – commenta Luisa Treccani, che oltre ad essere alla guida della Federazione provinciale fa anche parte della Segreteria regionale di Cisl Scuola – ci dà l’opportunità di portare nel dibattito la nostra esperienza. Non ci limitiamo infatti a rappresentare chi lavora nel mondo della scuola, ma siamo da sempre vicini agli studenti, ai quali dedichiamo progetti di formazione e di orientamento al lavoro”.

Al questionario della ricerca hanno risposto 152 ragazzi delle scuole superiori che hanno preso parte all’iniziativa della Camera di Commercio: l’età media degli intervistati è di 16,6 anni, in prevalenza ragazze (71,7%).

Finalità

“Obiettivo dell’indagine – spiega Francesco Girolimetto, direttore di BiblioLavoro – è capire quali sono gli stati d’animo prevalenti tra i ragazzi, quali i loro valori e la visione del futuro che li attende una volta terminati gli studi. Oltre al largo utilizzo di medicinali e sostanze per combattere l’ansia, va sottolineato un forte dualismo per quanto riguarda proprio le aspettative dei giovani. Le sensazioni descritte sono in netto contrasto tra loro: sono presenti sia quelle positive come curiosità (68,1%) ed entusiasmo (44,9%), sia emozioni negative come l’ansia (62,3%) e la paura (39,1%). Gli stati d’animo negativi sembrano essere cresciuti con la pandemia: 4 studenti su 10 lamentano sensazioni d’ansia proprio in seguito all’esperienza del Covid (40,6%), pochi meno sono quelli che vedono peggiorate le proprie interazioni sociali (39,1%), le condizioni di salute mentale (34,8%) e la visione del futuro (34,1%). Per quanto riguarda il lavoro, gli aspetti che creano maggiori preoccupazioni sono l’incertezza del futuro (46,4%) e il non aver abbastanza tempo per se stessi e per la famiglia (44,2%), motivo principale anche delle dinamiche di dimissioni emerso da un nostro recente studio dedicato al fenomeno. Stupisce invece come non sia fonte di ansia la precarietà: cambiare spesso lavoro è un fattore preoccupante per il 9,4% così come la temporaneità del lavoro è segnalata dal 5,8% degli intervistati”.

Come i giovani vivono il presente

Ma come vivono il presente i ragazzi? In generale lo studio evidenzia una diffusa sfiducia nelle istituzioni, in particolare partiti politici, Chiesa e Governo. Va meglio se si parla di organizzazioni di volontariato, banche, forze dell’ordine e scuola. Proprio quest’ultima viene valutata utile nel 79,7% dei casi per garantire un futuro migliore e una miglior posizione economica e sociale. Ciò che fa stare meglio gli studenti sono i legami stabili e duraturi come quelli in famiglia, con gli amici e il partner.

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