Ciclovia del Garda: le criticità secondo il Coordinamento Interregionale per la Tutela del lago di Garda
Al centro le criticità del progetto emerse a seguito di un’attenta analisi da parte dei professionisti parte del Coordinamento
«Ciclovia del Garda, non così», questo il titolo dell’incontro organizzato dal Coordinamento Interregionale per la Tutela del lago di Garda.
Ciclovia del Garda: le criticità secondo il Coordinamento Interregionale per la Tutela del lago di Garda
A fare da cornice all’appuntamento, sabato 13 gennaio, Sala dei Provveditori di Palazzo Municipale: ampia la partecipazione da parte di cittadini, rappresentanti delle categorie economiche locali e delle istituzioni. Al centro le criticità del progetto emerse a seguito di un’attenta analisi da parte dei professionisti parte del Coordinamento. A partire dai costi: in origine (nel 2017) i costi preventivati erano pari a 344milioni di euro, ora si parla di 1 miliardo e 300 milioni.
«Nei costi preventivati – ha spiegato Paolo Ciresa (esperto di diritto amministrativo) – non sono compresi i costi di manutenzione. È vero che la responsabilità cade sul servizio che ha dato parere favorevole ma verranno coinvolti i sindaci in quanto ufficiali di governo (autorità locale di pubblica sicurezza) e sarà una responsabilità pesante (anche penale) sui tratti a sbalzo».
Altro aspetto quello legato alla sicurezza, due i tipi di pericolosità: ambientale e della ciclovia stessa. Nel primo caso il Coordinamento ha precisato come:
«Tutto l’Alto Garda sia area ad elevato rischio geologico oltre che area sismica a rischio 2. Una zona nella quale le opere di difesa dalle frane possono solo mitigare il rischio ma non eliminarlo».
Il focus si è poi concentrato sulle criticità relative alla ciclovia stessa:
«La compresenza sulla passerella di pedoni e ciclisti sarebbe fonte di pericolo. Inoltre la passerella agganciata alla roccia avrebbe curve pericolose in quanto prive di visibilità longitudinale e andrebbe percorsa a bassa velocità. La larghezza, inoltre, non sarebbe ottimale e spesso in deroga alle norme. A ciò si aggiunge il fatto che, alcuni tratti, soprattutto nella zona sud del lago correrebbero adiacenti alla strada statale con diversi attraversamenti della stessa. Per non parlare poi delle problematiche relative all’inquinamento e alle interferenze con il traffico, compresa la necessità di abbattimento degli alberi». Il Coordinamento punta all’alternativa della via d’acqua: «Sicura per la connessione fra le ciclabili che si dipartono dalla sponda nord e sud del Garda – ha spiegato Ciresa – Così come per la connessione con le varie ciclovie per mountain bike sulle catene laterali e con i più importanti sentieri Sat Cai escursionistici che si dipartono dalle varie località». Sulla stessa linea anche Alberta Cazzani Datsu del Politecnico di Milano: «Una navigazione lacuale diversamente organizzata e potenziata con battelli elettrici meno inquinanti».
"Un'opera non prioritaria"
Ad intervenire nel corso della mattinata moderata dall’architetto Wolfgang von Klebelsberg promotore della petizione su Change.org contro la ciclovia, anche il segretario generale della Comunità del Garda Pierlucio Ceresa che ha portato i saluti della presidente Mariastella Gelmini:
«La ciclovia del Garda non è la priorità per questo territorio. Può essere una potenzialità però deve essere rivista nella sua progettazione e soprattutto è necessaria l’intermobilità, ovvero integrare con la mobilità su acqua».
Chiara anche la posizione del sindaco di Salò Giampiero Cipani:
«Noi non siamo d’accordo, la riteniamo un’opera non prioritaria a differenza di altre».