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Carenza medici di base, critica la situazione nel Bresciano

Una situazione che si protrae da anni.

Carenza medici di base, critica la situazione nel Bresciano
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A.A.A medici di base cercasi.

Nel Bresciano

La questione è delicata, la crisi è evidente e si protrae ormai da anni. Se da un lato si vede uno spiraglio di luce nel rinnovato interesse da parte dei neo laureati, dall'altro la maggior parte rinuncia in quanto non disponibile a raggiungere i territori più disagiati. La situazione nel Bresciano non è certo rosea: basti pensare che mancano 109 titolati si un totale di 800 medici di Medicina generale, nell'area di Ats Brescia ad essere carenti sono ben 39 ambiti territoriali. In Valcamonica sono senza medico titolare i comuni di Bienno, Capo di Ponte, Cevo, Paisco, Angolo, Piancamuno, Pisogne, Darfo Corna. Ben due ne mancano a Darfo e a Edolo.

Polemiche sulla soluzione proposta da Letizia Moratti

A destare qualche polemica di troppo, inoltre, sono state le recenti affermazioni della vice presidente di Regione Lombardia Letizia Moratti la quale ha individuato negli infermieri dei possibili sostituti dei medici di base. Affermazione che non ha lasciato indifferenti i presidenti degli Ordini provinciali dei medici della Regione Lombardia i quali si sono così espressi:

"Le recenti affermazioni della dottoressa Letizia Moratti, comparse su “Quotidiano Sanità” secondo le quali vengono proposti “infermieri come supplenti dei medici di famiglia per affrontare la carenza” non possono che destare stupore. Lasciamo il giudizio ai soggetti più direttamente interessati, i cittadini lombardi e in loro rappresentanza ai sindaci, che stanno dimostrando di comprendere benissimo la sostanza dei problemi, tra i quali, ricordiamolo, si colloca anche la Federazione Regionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Lombardia. Carenza di infermieri oltre che di medici, infermieri quindi che crediamo non abbiano il tempo di proporsi come surrogati e seconde scelte di altri. Per parte nostra ribadiamo la disponibilità degli Ordini lombardi a collaborare alle ipotesi di riforma del nostro Servizio Sanitario, certi di poter fornire un rapporto di competenza che, comunque, è espressamente previsto dalla legge, anche se, nei fatti dalla nostra Regione, fino ad oggi del tutto trascurato.".

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