Caldo e animali: l'allarme di Coldiretti Brescia, la produzione del latte scende a -20%
Il dato è stato registrato nelle stalle bresciane dove si produce in media il 12% del latte italiano
Caldo e animali: l'allarme di Coldiretti Brescia, la produzione del latte scende a -20%.
L'allarme di Coldiretti Brescia
Soffrono anche gli animali nonostante doccette e ventilatori appositamente posizionati per tutelarli. È l’allarme lanciato da Coldiretti Brescia in riferimento all’ondata di calore sull’Italia con temperature fino a 40 gradi percepiti che rappresentano una dura prova per le persone ma anche per gli animali.
Caldo e animali: nel Bresciano -20% di latte prodotto
Nelle stalle da latte bresciane, dove si produce il 12% di latte a livello nazionale– precisa Coldiretti Brescia - le vacche stanno producendo fino al 20% in meno rispetto ai periodi normali, a causa delle alte temperature. Il loro clima ideale, infatti è fra i 22 e i 24 gradi, mentre oltre questo limite mangiano poco, bevono molto e producono meno latte.
Misure anti - afa
Per questo – rileva Coldiretti Brescia – sono scattate le contromisure anti-afa nelle stalle dove gli abbeveratoi lavorano a pieno ritmo perché ogni singolo animale è arrivato a bere con le alte temperature di questi giorni fino a 140 litri di acqua al giorno contro i 70 dei periodi meno caldi:
“Con il perdurare del gran caldo, è essenziale garantire il benessere degli animali – conferma Giovanni Martinelli allevatore di Borgo San Giacomo e vicepresidente di Coldiretti Brescia - le ventole per l’areazione sono sempre accese ed è attiva sulle mangiatoie anche la nebulizzazione di acqua fresca sugli animali. Nelle vasche di abbeveraggio, poi, non deve mai mancare acqua abbondante e pulita preferibilmente tiepida onde evitare disordini metabolici dati dall'eccessiva assunzione in pochi istanti. Nonostante questo e dato che neppure la notte le temperature scendono, la produzione di latte cala, speriamo che dalla prossima settimana le temperature si abbassino”.
2023 nella top ten degli anni più caldi
La situazione è drammatica in un 2023 che – spiega Coldiretti – si classifica fino ad ora in Italia nella top ten degli anni più caldi di sempre con una temperatura superiore di 0,67 gradi la media storica che lo classifica al terzo posto tra le più alte mai registrate nel periodo dal 1800, quando sono iniziate le rilevazioni, secondo l’analisi della Coldiretti sui dati Isac Cnr nei primi sette mesi del 2023 dalla quale si evidenzia peraltro che per il nord Italia si è trattato del secondo anno più caldo, con l’anomalia del periodo che è stata di ben +0,86 gradi superiore la media.
“Per combattere questa situazione, alla razione alimentare abbiamo aggiunto un integratore a base di sodio e magnesio per idratare e mantenere bassa la temperatura corporea delle vacche per ad affrontare le fasi più calde della giornata - aggiunge Angelo Bettoni allevatore di Torbole Casaglia - sono anche entrate in funzione le doccette poste vicino alla corsia di alimentazione per incentivare gli animali ad avvicinarsi alla mangiatoia ed è attiva anche la ventilazione nelle zone di riposo degli animali”.
Gli altri settori coinvolti
Ma non solo le vacche da latte soffrono le alte temperature:
“Sicuramente anche gli altri settori della zootecnia subiscono le conseguenze dell’afa e delle alte temperature degli ultimi giorni che causano un calo dell’appetito e di conseguenza dell’accrescimento degli animali – conclude Laura Facchetti Presidente di Coldiretti Brescia - certamente i continui miglioramenti delle strutture e degli impianti di climatizzazione, anche nel settore avicolo, ne stanno mitigando le conseguenze”.
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