BigMat International Architecture Award: Stones Venue conquista il premio nazionale per l’Italia.
Premiate le eccellenze nell’ambito dell’architettura
Stones Venue, questo il nome della copertura pubblica realizzata al Parco delle Cave a Brescia e inaugurata lo scorso mese di maggio che ha conquistato il premio nazionale per l’Italia nell’edizione 2025 del BMIAA – BigMat International Architecture Award, tra i più prestigiosi premi europei dedicati all’architettura contemporanea. I finalisti, scelti a settembre tra circa 700 candidature, sono stati premiati sabato 8 novembre 2025 a Varsavia, in occasione del congresso annuale di BigMat.
La prima edizione del BMIAA risale al 2013: da allora ad essere premiate sono sempre state le eccellenze nel campo dell’architettura nei paesi in cui opera BigMat Group, consorzio internazionale di rivenditori indipendenti di materiali edili creato nel 1981. Sono due i premi principali: da un lato “Grand Prize for Architecture” e dall’altro “Grand Prize for Proximity Architecture” e premi nazionali per i sette Paesi dove BigMat è presente: Belgio, Repubblica Ceca, Francia, Italia, Portogallo, Slovacchia e Spagna.
Stones Vanue
Progettato da Associates Architecture e realizzato in collaborazione con il Distretto Lapideo Bresciano, “Stones Venue” è stato realizzato al Parco delle Cave nel contesto delle iniziative collegate con “Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura”.
L’architetta Francesca Torzo, illustre membro della giuria, così ha descritto Stones Venue durante la cerimonia di premiazione:
“L’edificio ricorda un tempio arcaico laico: dieci pilastri in pietra e un tetto che disegna l’orizzonte nel paesaggio di erbe alte e alberi in lontananza – ha spiegato – . Il Parco delle Cave di Brescia è un’area in cui si stratifica una lunga storia di trasformazioni, dalle opere idrauliche dei Romani per bonificare le paludi, alla tracciatura di labirinti irrigui per i campi agricoli come registrati nel catasto napoleonico, alle attività di estrazione di sabbia e ghiaia del XX secolo che hanno introdotto, con i banchi di estrazione, un movimento impercettibile nella topografia, fino al più recente progetto partecipativo pubblico di rinaturalizzazione come parco dei bacini esausti. In questo contesto antropizzato di terra e acqua l’architettura si inserisce con precisione rivelando, come un belvedere, il paesaggio di lunghi orizzonti e diventando un punto di orientamento da lontano, in grado di intrecciare immaginari archetipici con memorie di manufatti industriali locali”.
“Nove blocchi scartati di diverse varietà di pietra locale – provenienti da Brescia e Bergamo – e una scultura in marmo Botticino di Francesco Paterlini acquisiscono nuova dignità nel loro ruolo di pilastri monolitici che delimitano lo spazio del templum e sostengono la sottile copertura metallica. Basi, colonne, capitelli, architravi appartengono a una cultura classica che gli architetti hanno tradotto con concisa eleganza attraverso un linguaggio contemporaneo, aprendo una riflessione sul rapporto tra tradizione e modernità. L’incarico pubblico testimonia una straordinaria collaborazione tra gli architetti, le aziende locali produttrici di pietra e le istituzioni pubbliche, nell’impegno condiviso di onorare l’identità e la cultura del costruire caratteristica del territorio.”