Arrestati sindaco, consigliere comunale e dirigente

Terremoto a Cimbergo, sotto la lente degli inquirenti tre gare d'appalto

Arrestati sindaco, consigliere comunale e dirigente
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Un terremoto che ha sconvolto la piccola comunità di Cimbergo: i carabinieri hanno messo agli arresti domiciliari il sindaco, un consigliere comunale, la responsabile dell'Ufficio tecnico e due imprenditori

Le misure cautelari

Questa mattina, al termine di un’articolata attività investigativa, i militari della Compagnia di Breno, in collaborazione con i Carabinieri della locale Stazione Forestale, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare costituita da cinque provvedimenti di custodia cautelare agli arresti domiciliari e dieci obblighi di
presentazione alla polizia giudiziaria emessa, l'11 aprile, dal GIP del Tribunale di Brescia su richiesta della locale Procura della Repubblica, per i reati di turbata libertà degli incanti e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. In cinque sono finiti agli arresti domiciliari: il Sindaco del Comune di Cimbergo Gianbettino Polonioli, un consigliere comunale, la responsabile dell’ufficio tecnico e due imprenditori locali, mentre per altri dieci indagati, tutti attivi nel settore dell’edilizia, ritenuti responsabili di aver falsato o simulato la loro partecipazione alle gare, è stata applicata la misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Le indagini

Le indagini condotte dai Carabinieri e dirette in ogni fase dall’autorità giudiziaria, avrebbero rilevato gravi irregolarità nella gestione delle gare di appalto e dell’assegnazione dei lavori di tre distinte opere pubbliche, nonché evidenziato manipolazioni ad hoc delle operazioni legate alla gestione delle offerte per l’attuazione dei cantieri, al fine di favorire ditte amiche e compiacenti. Dei tre appalti pubblici incriminati, uno è inerente la riqualificazione energetica dell’edificio comunale e due relativi alla messa in sicurezza – connessa al disastro
idrogeologico - del torrente Varecola Figna, per un importo complessivo di circa un milione e mezzo di euro.
Sotto la lente degli inquirenti e della magistratura bresciana sono finite le aggiudicazioni dei lavori con ribassi irrisori, l’anomala e immediata saturazione dei posti dopo la pubblicazione dei bandi, senza di fatto dare la possibilità ad altre aziende di avanzare la loro candidatura alla procedura di appalto, oltre alla presentazione da parte delle ditte ritenute compiacenti di offerte inadeguate o irregolari, con il fine di farsi escludere dall’iter a vantaggio dell’imprenditore cui erano stati riservati i lavori. In totale le persone iscritte nel registro degli indagati sono state 27.

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