Intervento

Anpi Montichiari: "Mussolini indegno d'essere cittadino onorario"

Comunicato stampa della Sezione "Ferruccio Vignoni"

Anpi Montichiari: "Mussolini indegno d'essere cittadino onorario"
Pubblicato:
Aggiornato:

Nota dell'Anpi Montichiari sulla mancata revoca della delibera del Consiglio Comunale del 22/05/1924 relativa all’attribuzione della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini.

Mussolini? Indegno d'essere cittadino onorario di Montichiari

La Sezione Anpi di Monichiari "Ferruccio Vignoni" ha diramato un comunicato stampa in merito alla questione della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini attribuita il 25 maggio del 1924. Ne riportiamo il testo integrale. L'oggetto è la "mancata revoca della delibera del Consiglio Comunale del 22/05/1924 relativa all’attribuzione della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini".

"Premesso che - si legge nel comunicato - la sezione A.N.P.I. Ferruccio Vignoni di Montichiari, chiese che, in una seduta pubblica del Consiglio Comunale, come già è avvenuto in altri consigli comunali, venisse proposta anche a Montichiari, la revoca della delibera che attribuì la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini, conferita nel 1924 dall’allora Sindaco prof. Ugo Baratozzi" considerato "che la maggioranza di Centro Destra di Montichiari, nella seduta del Consiglio Comunale del giorno 29/07/2024 ha respinto inspiegabilmente la mozione dei consiglieri comunali dell’opposizione di Centro Sinistra che richiedevano la revoca, per indegnità, della cittadinanza onoraria a suo tempo conferita a Benito Mussolini" tutto ciò premesso "L’A.N.P.I. di Montichiari, sezione Ferruccio Vignoni, visionati gli atti del Consiglio Comunale del giorno 29/07/2024 relativi alla mancata revoca della cittadinanza a Mussolini e del regolamento deliberato nel Consiglio comunale del 25/09/2024, che disciplina la concessione della cittadinanza onoraria e benemerita" ribadisce che "sebbene la cittadinanza onoraria dei Comuni non sia disciplinata da precise norme di legge, la stessa deve comunque rimanere nei limiti della legge 3 marzo 1951 n. 178 che prevede che la finalità delle onorificenze è quella di ricompensare benemerenze acquisite verso la Nazione nel campo delle lettere, delle arti, della economia e nell’impegno di pubbliche cariche e di attività svolte a fini sociali, filantropici ed umanitari, nonché per lunghi e segnalati servizi nelle carriere civili e militari. A nostro parere nessuna di queste benemerenze può essere riferita alla figura di Benito Mussolini. Nel caso delle cittadinanze onorarie l’onorificenza ha senso solo se i meriti dell’insignito hanno un nesso con il Comune e, considerata le sofferenze inferte ad almeno nostri trecento concittadini (e di conseguenza, alle loro famiglie) morti o imprigionati nei campi di concentramento nazisti, sulle montagne o nelle carceri a causa del Fascismo, di cui Mussolini fu a capo, al nostro Comune vennero solamente immani tragedie. In merito alla presunta decadenza “per morte” della cittadinanza onoraria, crediamo che sia una tesi talmente opinabile da indurre l’onorevole Rizzetto del partito FdI, in questa legislatura, a presentare la proposta di legge n. 883 con la quale si vuole modificare l’art. 5 della legge 3 marzo 1951, n. 178 aggiungendo il seguente comma: «In ogni caso incorre nella perdita della onorificenza l’insignito, anche se defunto, qualora si sia macchiato di crimini crudeli e contro l’umanità". Quindi: "Esprimiamo il nostro forte disappunto perché non si è voluto affrontare, negligentemente e volutamente, la revoca per indegnità della cittadinanza onoraria a Mussolini, che purtroppo permane, a nostro parere, ancora nostro cittadino onorario. L’input dato dalla nostra sezione A.N.P.I. al Consiglio Comunale nella sua interezza, era quello di dare un segnale forte alla cittadinanza per rinsaldare i principi democratici e per non dimenticare le strette repressive senza precedenti sulla stampa, sull’associazionismo civico e sindacale e politico, sulla reintroduzione della pena di morte, sulle misure contro i “fuoriusciti”, sulle leggi razziste, sul patriarcato e sul maschilismo, sulle epurazioni, sulla violenza delle squadracce, sul controllo dell’istruzione, sull’orrore della guerra. Forse tutto questo non basta per il presupposto di revoca della cittadinanza per indegnità?".

Commenti
Lascia il tuo pensiero

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Seguici sui nostri canali