Ance Brescia contro la sentenza che blocca le bonifiche dei siti contaminati
A seguito della sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato la legge regionale di delega agli enti locali su tutela dell'ambiente e bonifica dei suoli
Ance Brescia dice "stop" alla sentenza che blocca le bonifiche dei siti contaminati.
Ance Brescia contro lo stop alle bonifiche dei siti contaminati
"Una sentenza illogica che frena operazioni essenziali per il benessere dell’intera comunità”, così interviene il leader dei costruttori edili bresciani, Massimo Angelo Deldossi, dopo la doccia gelata della scorsa settimana. Con una sentenza imprevista, il 24 luglio la Corte costituzionale è intervenuta annullando l’art. 5 della legge regionale n. 30/2006 con cui la Regione Lombardia ha delegato ai Comuni i poteri amministrativi e autorizzatori nell’ambito dei procedimenti di bonifica. Ne deriva che a decorrere dal giorno successivo alla data di pubblicazione della decisione sulla Gazzetta Ufficiale, avvenuta il 27 luglio, i Comuni non possono più esercitare le funzioni relative alle procedure operative e amministrative in materia di bonifica dei siti contaminati le stesse devono essere esercitate dalla Regione. Non sono invece interessati dalla sentenza i siti di interesse regionale e nazionale – come, ad esempio, l’area Caffaro - e i progetti di bonifica dei siti finanziati con risorse del Pnrr.
Le parole di Massimo Angelo Deldossi
“Tale decisione non tiene conto delle ripercussioni che causerà sul settore e sul territorio. Secondo i dati forniti da Agisco a dicembre del 2022 in Lombardia sono oltre mille i siti contaminati, di cui settantuno nella provincia bresciana. Aree che richiedono un intervento tempestivo e per le quali ogni giorno che passa è decisivo per garantire la salute dei cittadini. La scelta di delegare tali attività ai Comuni tutela l’interesse della comunità, per rendere più rapide e veloci le pratiche di intervento di bonifica. Pratiche per le quali, per circa il 10% di casi in Lombardia, occorrono dieci anni per essere chiuse”, dichiara Deldossi.
Secondo i dati Agisco (Anagrafe e Gestione Integrata dei Siti Contaminati) nel 2019 circa il 60% dei procedimenti di bonifica in Lombardia sono stati conclusi in meno di quattro anni, mentre per circa il 10% dei casi ne sono stati necessari oltre dieci. Tra le principali criticità evidenziate risultano cause di natura tecnica e amministrativa che, per via di un iter burocratico complesso dilungano le tempistiche e non permettono di chiudere le pratiche entro i tempi previsti. Ance Brescia è intervenuta sul tema aprendosi al dialogo con le istituzioni, per proporre e trovare una soluzione che permetta di non bloccare interventi necessari per la tutela della salute del territorio. Azioni che si aggiungono alle attività già intraprese da Ance Lombardia e dalle altre associazioni territoriali del sistema.
“Il nostro impegno congiunto punta a sollecitare una modifica urgente al testo normativo al fine di ripristinare la delega ai Comuni e riavviare al più presto tutti i procedimenti di bonifica attualmente sospesi. Assicuriamo sin da ora alla Regione la piena collaborazione alla risoluzione del problema”, conclude Deldossi.