Al presidente Mattarella il Premio Internazionale Paolo VI 2023
Ne ha dato annuncio anche a Montichiari monsignor Cesare Cancarini
Il premio sarà consegnato al presidente della Repubblica da Papa Francesco il 29 maggio 2023, giorno dedicato alla memoria liturgica di San Paolo VI e poco prima della ricorrenza del sessantesimo anniversario della sua elezione al Pontificato (21 giugno 1963).
"La politica come servizio allo Stato e alla collettività"
Durante il discorso ufficiale per il 25 Aprile in Sala consiliare a Montichiari, monsignor Cesare Cancarini, abate della città, ha dato notizia che il Premio Internazionale Paolo VI 2023 verrà consegnato al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella da Papa Francesco il 29 maggio 2023, giorno dedicato alla memoria liturgica di San Paolo VI e poco prima della ricorrenza del sessantesimo anniversario della sua elezione al Pontificato (21 giugno 1963). L'annuncio dell'attribuzione del Premio è stato dato in una conferenza stampa in Vaticano :"L'attribuzione al Presidente Mattarella del Premio Internazionale Paolo VI intende sottolineare come l'azione politica e il servizio al bene comune nell'esercizio delle diverse funzioni istituzionali siano uno degli ambiti significativi in cui ciò può avvenire. L'istituto Paolo VI di Brescia ha deciso di assegnare il Premio internazionale al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella perché incarna l'idea della politica che Papa Montini considerava "un servizio allo Stato e alla collettività", una consonanza e una continuità tra queste due figure pure lontani nel tempo e con curve esistenziali diverse".
25 Aprile e Libertà
Aprendo il suo discorso per il 25 Aprile in Sala consiliare monsignor Cesare Cancarini ha esordito dicendo che "ci sono due parole che non possono e non potranno mai trovare un accordo: libertà e fascismo… Ecco perché noi siamo assolutamente antifascisti, senza se e senza ma…". Don Cesare ha citato l'Enciclopedia Treccani ricordando tra l'altro che "in senso stretto, l’antifascismo fu la reazione, morale e politica, alla dottrina e alla prassi del fascismo al potere. Che in seguito alle leggi razziali e alle conquiste coloniali e al delitto Matteotti si organizzò sempre più… anche all’estero". Proseguendo don Cesare ha ricordato il discorso fatto da presidente Mattarella alla “Marcia dei Vivi” in occasione della Visita di Stato in Polonia ad Auschwitz-Birkenau, il 18 aprile scorso. In quell'occasione il presidente Mattarella dichiarò: "L’odio, il pregiudizio, il razzismo, l’estremismo, l’antisemitismo, l’indifferenza, il delirio, la volontà di potenza sono in agguato, sfidano in permanenza la coscienza delle persone e dei popoli... Ricordare è dimensione di impegno. È dimostrazione che, contro gli araldi dell’oblio, la memoria vince. Per affermare l’orgoglio di voler essere “persone umane”. Per ripetere - e ribadire - “mai più”. Parole oltremodo singificative da sottolineare in una giornata come il 25 Aprile.