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60 cassette postali negli istituti superiori della provincia per dire "no" al bullismo e violenza di genere

Al loro interno verranno raccolte, in forma riservata, segnalazioni da parte delle studentesse e degli studenti, rispetto ad abusi o violenze subìti

60 cassette postali negli istituti superiori della provincia per dire "no" al bullismo e violenza di genere
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60 cassette postali negli istituti superiori della provincia per dire "no" al bullismo e alla violenza di genere.

60 cassette postali negli istituti superiori della provincia

Al loro interno verranno raccolte, in forma riservata, segnalazioni da parte delle studentesse e degli studenti, rispetto ad abusi o violenze subìti.

“Insieme al Consigliere Filippo Ferrari – ha dichiarato la Consigliera Daniela Edalini, delegata alle Pari Opportunità – ho pensato di realizzare questo progetto all’interno delle scuole secondarie di secondo grado per sensibilizzare le ragazze e i ragazzi nei confronti dei tragici fenomeni che riguardano bullismo e violenza di genere, andando oltre le preziose riflessioni e offrendo qualcosa di concreto, nella speranza di poter ridurre questi fenomeni”.

Le cassette saranno posizionate all’interno di ogni plesso scolastico e chi si sente in qualche modo vittima di soprusi, o è a conoscenza di qualcuno che li sta subendo, potrà segnalare il fatto attraverso uno scritto. Una lettera, dunque, che potrà servire ad arginare un fenomeno che purtroppo si sta sempre più diffondendo.

“Le segnalazioni – ha spiegato il Consigliere delegato all’Istruzione Ferrari – saranno poi vagliate dal Dirigente Scolastico, che adotterà le procedure più opportune utili a risolvere le situazioni, salvaguardando la privacy di tutti coloro che si affideranno a questo strumento”.

Finalità

La Provincia di Brescia interviene, attraverso questo progetto, convinta del fatto che, mancando spesso il coraggio di segnalare in prima persona un abuso, la cassetta postale possa tradursi in un mezzo prezioso per intervenire tempestivamente prima che gli episodi di violenza possano degenerare.

“Crediamo fortemente – hanno concluso i Consiglieri – che le Istituzioni abbiano il dovere di intervenire per tutelare le fasce più deboli, in questo caso gli/le adolescenti, che spesso tacciono per paura e non riescono a confidarsi nemmeno in famiglia. Ci auguriamo che questa iniziativa possa concretamente aiutare chi è in difficoltà a trovare una strada semplice, sicura e anonima per salvare sé stesso/a o un compagno/a di scuola”.

Le immagini

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