Lago di Garda: nel 2026 torna il coregone.
Un’ottima notizia per il lago di Garda
Una buonissima notizia per il bacino lacustre benacense ma soprattutto per i numerosi pescatori di professione così come per i tanti ristoratori che lo propongono come specialità per turisti e non solo. Ora è ufficiale: dopo cinque anni di stop il coregone, pesce simbolo del lago di Garda, potrà tornare ad essere immesso nelle acque del più grande lago italiano.
A renderlo noto è l’assessore all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste della Regione Lombardia Alessandro Beduschi, dopo che la Legge di Semplificazione 182 del 2 dicembre 2025 ha introdotto la sospensione del divieto di immissione delle specie non autoctone fino al 31 maggio 2026. Si tratta di un vincolo in vigore dal 2020 che aveva bloccato ogni ripopolamento del pregiato pesce con pesanti ripercussioni sulla pesca professionale e sulla tradizione del territorio.
“Nel 2024 eravamo invece convinti di dover, di lì a poco, cambiare lavoro con un fatturato che si aggirava sui 200 euro al mese a fronte di spese di benzina pari a 600 – avevano dichiarato i pescatori professionisti del lago di Garda – . La richiesta di coregone è ancora alta. Del resto è il piatto tipico del Garda conosciuto anche all’estero, soprattutto in Germania e in Svizzera, ci dispiace solo che alcuni ristoranti abbiano deciso di toglierlo dai loro menù”
Considerando l’importanza che il piatto in questione riveste è chiaro che tale notizia non possa che rappresentare un importante passo avanti:
“Sono giorni importanti per il territorio del Garda e per tutta la pesca lombarda – commenta l’assessore Alessandro Beduschi – perché viene meno a un divieto che aveva di fatto messo a serio rischio la permanenza nel lago di una specie da secoli presente nelle sue acque ma ancora considerata ‘aliena’, creando enormi difficoltà ai pescatori e a tutto l’indotto economico legato alla ristorazione. Il ritorno del coregone non è solo un gesto simbolico, ma il risultato di un lavoro serio, supportato da dati tecnici e da una forte volontà della Regione di ristabilire equilibrio e buon senso”.
Cosa accadrà adesso?
A seguito della modifica normativa prenderà il via la fase operativa: già a partire dai prossimi giorni prenderà il via la ricerca dei riproduttori da parte dei pescatori professionali del Garda, indispensabile per garantire all’incubatoio ittico di Desenzano un bacino di circa 40 milioni di uova, il quantitativo necessario per programmare le immissioni del 2026.
“Se tutto procederà come ci auguriamo – prosegue Beduschi – già a febbraio potremo immettere i giovani coregoni nel Garda. È un passaggio storico, atteso da anni, che restituisce prospettiva e futuro alla pesca gardesana”. Il ritorno del coregone rappresenta anche una scelta strategica per la valorizzazione del lago e delle sue attività tradizionali. «Questo provvedimento dimostra che la Lombardia sa ascoltare i territori e intervenire quando serve – conclude l’assessore – garantendo continuità a una specie che qui ha rappresentato per decenni lavoro, identità e qualità, e sostenendo un comparto che merita attenzione, strumenti e certezza normativa”