Turni massacranti, carenza di personale: alle Rsa proclamato lo stato di agitazione
"Sono tutti problemi emersi durante la pandemia e le prime richieste risalgono al 2020 ma al momento la situazione è stazionaria e niente è cambiato"
E’ stato proclamato lo stato di agitazione e nei prossimi giorni all’esterno delle Rsa di Orzinuovi e di Orzivecchi appariranno le bandiere di Cisl, Uil e Cgil.
Proclamato lo stato di agitazione
I dipendenti delle due case di riposo hanno proclamato lo stato di agitazione, con comunicazione arrivata alla direzione mercoledì pomeriggio.
I motivi sono tanti ma quelli che prevalgono, strappati di bocca a chi non vuole metterci la faccia perché teme di perdere il posto di lavoro, sono gli stessi da almeno due anni. «Il personale non è abbastanza, lavoriamo continuamente in sotto organico, a volte è difficile anche avere delle sostituzioni quando qualcuno va in pensione oppure in ferie - hanno detto i lavoratori - Non abbiamo dei fondi per gli scatti di anzianità o per i premi produzione, che per quello che facciamo servono. E’ stato aperto un reparto Alzheimer e non tutti sono preparati per affrontarlo ed è molto difficile. Senza contare che orari prolungati e tantissimo lavoro portano malumori e disorganizzazione, nonché un sovraccarico pesante da gestire, emotivamente e fisicamente. Tutti problemi emersi durante la pandemia e le prime richieste risalgono al 2020 ma al momento la situazione è stazionaria e niente è cambiato. Vogliamo, con questo gesto, che le persone sappiano cosa succede».
I sindacati
E’ da qualche anno che Cisl, Uil e Cgil stanno cercando di trovare una soluzione, senza risultato. «Siamo giunti a questa situazione in ultima ratio, quando tutte le interlocuzioni e tutte le proposte di miglioramento non hanno avuto riscontro - ha spiegato Maria Cristina Trento della Cgil, che ha seguito la vicenda insieme a Paola Cottali - Le operatrici delle Rsa, dopo anni difficili, contando anche quelli della pandemia, hanno sperato potessero esserci dei miglioramenti che alla fine non ci sono stati. Le lavoratrici fanno davvero fatica a conciliare vita privata e vita lavorativa poiché sono sottorganico e fanno turni molto lunghi, a volte saltano ferie e riposi. Sono davvero molto stanche. Nonostante sia stato sollecitato più volte la necessità di nuove assunzioni, per poter poter alleggerire e spalmare il carico lavoro, la Fondazione ha ribadito che non si trova il personale. E’ un’affermazione vera, su tante case di riposo che seguo ho riscontrato lo stesso problema, ma il carico purtroppo ricade sulle unità presenti. Nel corso di questi mesi abbiamo avuto molte interlocuzioni tra direzione e parti sindacali, cercando di porre dei rimedi ma tutto ciò non ha portato al risultato. Attraverso un'assemblea partecipata da tutto il corpo e una votazione, che ha visto tutte le lavoratrici favorevoli, un passaggio molto difficile, abbiamo proclamato lo stato di agitazione. Abbiamo deciso di intraprendere questa strada, comunicandolo a tutte le autorità del paese in modo che si possa porre attenzione alla situazione, non solo nella casa di riposo. I pazienti hanno bisogno di cure di qualità».
Poi c’è il problema rappresentato dal Nucleo Alzheimer. «Un tasto dolente anche perché è una patologia estremamente difficile da affrontare - ha continuato la sindacalista - Anche con l’apertura di questo servizio si è verificata una mancanza di comunicazione: ci deve essere un focus delle lavoratrici, sulla necessità di incrementare e implementare il personale in questo settore e la parte datoriale ha faticato a tenere presente questa problematica. Sarebbe meglio anche avere un piano formativo ancor più adeguato. Raggiungere lo stato di agitazione è doloroso ma forse questo è l’unico canale per attrarre l'attenzione tanto sulla fondazione quanto sulla situazione generale che si sta verificando in tutte le Rsa. La direzione ha detto che cerca personale ma il personale va dove raggiunge maggiore benefici. La domanda è: come si può riconcertare il rapporto all'interno Rsa tra parte datoriale e lavoratrici? Ci sono dei sistemi incentivanti o premiali? C’è l’idea di fidelizzare persone che entrano nella fondazione? Se si rinuncia continuamente a ferie, riposi, rientri, qualche domanda da farsi c’è».
Ovviamente il servizio di cura non verrà sospeso, lo stato di agitazione però è un segnale. Perché, «per dovere e per responsabilità verso il prossimo, i lavoratori garatiranno il servizio», ha concluso la sindacalista.
La dirigenza
Lo sa bene il direttore sanitario di Orzinuovi, Federico Fontana, che si è dichiarato dispiaciuto dell’accaduto.
«Dal mio arrivo da febbraio si era instaurato un percorso condiviso rispetto alle tematiche rilevato nello stato agitazione, con obiettivo di risolvere nei mesi a venire i problemi: mi rendo conto che ci sia estrema difficoltà - ha detto Fontana - Volevamo risolvere insieme le questioni, alcune semplici, altre molto complicate soprattutto in questo momento dove non si riescono a reperire risorse legate all’assistenza sanitaria. Qualcuno preferisce utilizzare una strada diversa, più eclatante rispetto a provare a risolvere dei problemi. Me l’aspettavo. Si è preferita un intervento più forte ma in questo momento. C’è poco personale, il nucleo Alzheimer e la sua gestione è una realtà nuova e che deve essere ben conosciuta. Abbiamo iniziato alcuni corsi di formazione perché è una patologia assistita in modo diverso rispetto alle dinamiche della Rsa. Poi c’è la questione degli infermieri: le difficoltà a trovarne limita tante possibilità. Stiamo mettendo in campo tutte le nostre forze per poter avere una soluzione e garantire sostituzioni durante le ferie oppure quando qualcuno se ne va. Abbiamo indetto tavoli, selezioni e valutazioni, stiamo cercando di reclutare personale ma purtroppo, per tutti, in questo momento non c’è. Comprendo le difficoltà che stanno affrontando tutti, ma speravo di poter trovare una soluzione condivisa insieme. Questa presa di posizione che non si inquadra in un contesto di collaborazione: siamo tutti nella stessa barca in questo campo, con le stesse difficoltà».