Pompiano

Sciopero degli operai all'azienda Pasotti

Quasi 200 dipendenti mercoledì hanno deciso di far sentire la loro voce. Cosa hanno chiesto? Più sicurezza, salario fisso e un'orario di lavoro adeguato.

Sciopero degli operai all'azienda Pasotti
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Un mercoledì intenso davanti all’azienda Pasotti di Pompiano, leader nello stampaggio a freddo da filo per l'industria e l'automotive e specializzata in estrusione e deformazione dell'acciaio. Quasi la totalità dei dipendenti si è fermata per far valere i propri diritti nell’ambito del rinnovo del contratto aziendale. Più sicurezza del posto di lavoro, tenere i 12 mesi a tempo determinato, il salario fisso e non investimenti in walfare, una riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario: a grandi linee sono queste le richieste fatte per il rinnovo del contratto aziendale interno scaduto nel 2019 dai dipendenti dell’azienda, che però non sono state accolte.

Il contratto interno scaduto e le richieste

Una vicenda che ha avuto inizio lo scorso anno, ritardata a causa della pandemia e adesso, dopo discussioni e tentativi di contrattazione, non più procrastinabile: per questo, i quasi 200 dipendenti all’interno della Pasotti hanno deciso di far sentire la loro voce, fermandosi una giornata intera all’esterno dell’azienda, a presidiare i cancelli, insieme anche ai sindacalisti della Fiom.
Più volte si è cercato un dialogo con la dirigenza, inutilmente, e così si è arrivati allo sciopero. Non si tratta della prima volta per l’azienda: anni fa, infatti, gli operai avevano organizzato altre manifestazioni sempre per questioni inerenti i contratti e i propri diritti.

«Abbiamo rimandato di un anno la discussione sulle condizioni del nostro contratto interno a causa della pandemia, volevamo andare incontro all’azienda ma purtroppo non possiamo più rimandare - hanno spiegato alcuni dipendenti - La nostra piattaforma prevedeva un salario fisso per tutti i lavoratori, una riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario e un aumento nella mezz’ora di mensa di cinque o dieci minuti».

I vertici della Pasotti non hanno accettato ma hanno rilanciato con proposte che però i dipendenti non hanno digerito.

Un segnale da parte degli operai

Le prime avvisaglie dello sciopero sono iniziate tre settimane fa. Prima con un’ora al giorno, perché non volevano interrompere la catena di montaggio, mercoledì con sei fuori dai cancelli dell’azienda. Lo scopo è quello di ottenere almeno una risposta e di aprire di nuovo i tavoli di confronto insieme ai sindacati, cosa che al momento non sta accadendo.

«Adesso siamo alla terza settimana consecutiva, prima era un’ora al giorno divisa per reparti, l’obiettivo era avere sempre qualcuno - hanno continuato i dipendenti - Questa settimana, visto che non abbiamo avuto avuto alcuna risposta, abbiamo deciso di scioperare tutta la giornata: parlando tutti insieme abbiamo deciso di dare una sterzata. Vogliamo smuovere le cose e mantenere i nostri diritti, a quelli non vogliamo rinunciare».

I sindacati della Fiom non hanno esitato a schierarsi dalla parte dei lavoratori.

«Alta adesione allo sciopero di sei ore nella giornata di oggi da parte dei lavoratori della Pasotti di Pompiano, azienda leader a livello internazionale nei processi di stampaggio, deformazione, estrusione e formatura a freddo degli acciai e che occupa al suo interno circa 180 addetti - hanno fatto sapere tramite un comunicato i sindacalisti della Fiom - Lo sciopero proclamato dalla Rsu con il sostegno della Fiom è stato deciso dall’assemblea dei lavoratori in quanto nell’ambito della trattativa per il rinnovo del contratto integrativo aziendale, la direzione non ha dato risposte adeguate a quanto richiesto sia per la parte normativa che per la parte salariale nella piattaforma presentata dai lavoratori. Altre iniziative di sciopero sono già programmate questa settimana e proseguiranno fino a quando l’azienda non tornerà al tavolo della trattativa con delle proposte che possano permettere il raggiungimento di un accordo».

Stretto riserbo

Al momento sia sindacati che dipendenti non hanno voluto scendere nei dettagli della vicenda e aspettare che i vertici accettino di aprire il dialogo. Secondo alcune voci non sono escluse azioni forti: d’altronde i cartelloni all’esterno della Pasotti parlano chiaro. Si spera, ovviamente, che la situazione trovi la migliore delle risoluzioni. I dirigenti, invece, pur contattati, non hanno voluto lasciare dichiarazioni.

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