"Strana Quaresima"

Poncarale, don Marco Compiani scrive una lettera alla comunità dei fedeli

Oltre la missiva il sacerdote ha impartito la benedizione a mezzogiorno di ieri dalla rocca di Poncarale, punto più alto del territorio per raggiungere le due comunità

Poncarale, don Marco Compiani scrive una lettera alla comunità dei fedeli
Pubblicato:
Aggiornato:

La vicinanza ai suoi fedeli. In una missiva il parroco sprona i fedeli di Poncarale e di Borgo Poncarale a dare trasparenza a tutte quelle cose che prima erano state oscurate dal nostro essere sempre indaffarati, o opacizzate dalle nostre abitudini.

Poncarale don Marco Compiani scrive una lettera alla comunità fedele

Don Marco ha voluto scrivere ai suoi fedeli di domenica, nel giorno del Signore, in un periodo in cui la distanza fisica non permette di celebrare tradizionalmente questo importante giorno. Sceglie di scrivere per far sentire la sua vicinanza in quella che lui stesso definisce "una strana Quaresima".

La guida spirituale ha rievocato un racconto di Miguel de Cervantes, che si trova in "Novelle esemplari" (raccolta di pensieri del 1613) dove il protagonista si chiama Tomás Rodaja (Rotella). Attraverso la figura di Tomás, un giovane avvocato soprannominato dottor Vetro e come don Chisciotte è un folle che dice la verità a chi si crede normale, ha guidato i suoi concittadini e parrocchiani ad una riflessione.

Parte del racconto

E' con questo particolare passaggio del racconto che il sacerdote introduce la riflessione. “Si mise in testa, lo sventurato, che era fatto tutto di vetro e, quando qualcuno gli si avvicinava levava urla tremende, supplicando con parole e ragionamenti assennati che nessuno gli si accostasse perché l’avrebbe rotto; perché lui era tutto di vetro, da capo a piedi, a seguito di una pozione creata da una donna per obbligarlo ad amarla ma che non aveva ottenuto l'effetto desiderato, diventando di cristallo. I suoi amici cercavano di aiutarlo, ma invano. Gli si gettavano addosso e lo abbracciavano, esortandolo a far caso e a osservare come non si rompesse. Tuttavia il poveraccio si buttava a terra levando mille grida, cadeva svenuto e per ore non ritornava in sé”.

La riflessione di don Marco

"In queste giornate di emergenza è come se fossimo diventati di vetro anche noi. Tocchiamo con mano i nostri limiti e la nostra fragilità, e ogni contatto ci impaurisce. Tocchiamo con mano di essere nudi e indifesi, quasi trasparenti - e ha proseguito il parroco delle due comunità - Nel racconto di Cervantes il giovane Tomás aveva acquisito il potere della trasparenza. Chiedeva che gli parlassero a distanza e gli domandassero pure quel che volevano perché avrebbe risposto a tutto con molto più senno, giacché era un uomo di vetro questa materia sottile e delicata, permetteva all’anima di operare con maggior prontezza ed efficacia rispetto al corpo, materia pesante e terrestre. La fama di saggezza si diffuse e molte persone andavano da lui per chiedergli un consiglio. Credo che la stessa cosa possa accadere anche a noi perché in questi giorni abbiamo la possibilità di dare trasparenza a tutte quelle cose che prima erano state oscurate dal nostro essere sempre indaffarati e di corsa, o opacizzate dalle nostre abitudini. Alla fine del racconto il giovane Tomás guarisce, ma tutti continuarono a preferirlo come era prima perché diceva la verità senza mezzi termini. E così Tomás fu costretto a migrare dove nessuno lo conosceva per poter iniziare una nuova vita".

Ha poi concluso don Marco. "Credo che questi giorni difficili, se lo vogliamo, possano diventare anche un’occasione irripetibile per vivere la verità di noi stessi e delle nostre relazioni, e per imparare a vivere con più autenticità. Ritornati alla normalità noi potremo vivere come il vetro, senza maschere, senza corazze, senza abitudini vuote. Potremo volerci bene così come siamo, nonostante le nostre fragilità e i nostri limiti. Potremo tornare all’essenziale, potremo gustare di nuovo la bellezza del celebrare insieme l’Eucarestia, senza darla per scontata. Vi confesso che il celebrare la Santa Messa con la chiesa vuota mi fa provare molta nostalgia di voi. Sarà una Pasqua diversa, ma la potenza del Signore Gesù crocifisso e risorto ci raggiungerà comunque. Vi assicuro il ricordo costante nella preghiera e ogni giorno affido ciascuno di voi e le vostre famiglie alla protezione di Maria. Le affido in modo particolare gli ammalati e quanti sono chiamati a prendersene cura. Le affido quanti in questo momento sono chiamati a scelte di responsabilità non facili".

La benedizione e le campane

Il parroco ha impartito la sua benedizione come ogni domenica dalla rocca di Poncarale. Ieri infatti a mezzogiorno il suono delle campane ha raggiunto le case e ha impartito la benedizione dalla rocca, il punto più alto del territorio poncaralese, una sorta di balcone sulle comunità di Poncarale e Borgo.

Don Marco ha definito questo suo rivolgersi ai fedeli come "Un modo per poter essere in comunione anche con ciascuno di loro".

Torna alla HOME PAGE

 

Seguici sui nostri canali