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Nasce l’app per «sentire» le opere d’arte

L'intuizione è firmata da tre gardesani: Fabio Rebuschi in collaborazione con Mauro Maisel Zuliani e Igor Costanzo

Nasce l’app per «sentire» le opere d’arte
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Le opere darte suonano per i non vedenti grazie ad un’applicazione.

Nasce Multiart

Da Vinci, Van Gogh, Picasso: le opere dei più grandi artisti, ma con esse qualsiasi oggetto o immagine mai realizzato o ancora da realizzare, si libereranno dalle catene delle loro cornici per diventare note e melodie grazie ai colori e a un algoritmo, unico e inedito, guidato da un'intelligenza artificiale a sua volta addestrata da artisti e musicisti. Quest’ultimo permetterà a chiunque, anche a non vedenti e ipovedenti, di «sentire» l’arte come mai successo prima: ciascun utente avrà inoltre la possibilità di costruire la propria opera multimediale, combinando immagini e suoni. È questa l’idea rivoluzionaria alla base di Multiart, la nuova app tutta italiana – ideata da un collettivo di artisti bresciani e sviluppata grazie a programmatori e finanziatori lombardi – già disponibile per iOS e Android in 170 Paesi e 5 lingue (italiano, inglese, tedesco, francese e spagnolo), in versione gratuita aperta a tutti (da cui sarà sempre e comunque possibile ascoltare un quadro, ma se ne potranno memorizzare solo 3 nel proprio archivio personale) e in versione premium, a 4,99 euro/mese, senza limiti per artisti, professionisti e creator digitali.

Con Multiart basta inquadrare l’immagine per attivare l’algoritmo che, in pochi secondi, elaborerà ogni singolo pixel per ricostruire e raggruppare tra loro gli esacromatici (l’insieme dei colori ciano, magenta, giallo, nero, arancione e verde), a loro volta abbinati alle 88 note del pianoforte e a ulteriori 12 matrici, come la base di molte scale musicali, e ancora ai foni delle varie lingue del mondo, fino a comporre una melodia originale, unica e irripetibile, con un potenziale di combinazioni pari a 12 alla ventesima, nell’ordine dei triliardi. È in fase di implementazione la modalità shuffle: ovvero, la possibilità di riarrangiare e remixare la musica creata ad hoc per una singola immagine.

L'idea

L'intuizione (brevettata) di Multiart è firmata dai tre gardesani: Fabio Rebuschi, in collaborazione con Mauro Maisel Zuliani e Igor Costanzo, oggi insieme nel collettivo The DouglaS MortimerS.

Vogliamo prendere per mano un bambino non vedente e portarlo agli Uffizi, o in qualsiasi museo, e far sì che possa ascoltare l’arte per la prima volta. L’obiettivo è rendere l’arte accessibile a tutti con un approccio moderno e intuitivo, democratizzare l’arte multimediale, rendendola interattiva per un pubblico globale. La nostra app racconta l’umanesimo digitale. Attraverso un codice di lettura multimediale universale vogliamo umanizzare il web, caduto ormai in mano a haters e nichilismo. Se la bellezza salverà il mondo, lo può fare anche attraverso una app che permetta alle persone di esprimersi, di esplorare l’arte in forma nuova, nel caso dei non vedenti finalmente di sentire ciò che fino ad oggi non era stato possibile vedere: il sorriso di un bambino che non vede è ciò che dà davvero un senso al nostro lavoro. La sintesi del nostro agire: un rinascimento, stimolo per una nuova era di consapevolezza, nella quale sarà l’umanità a sottomettere la tecnologia e non viceversa, al fine di una reale crescita civile e sociale.

Le ispirazioni: dal sogno wagneriano dell’opera darte totale alla teoria di colori e suoni di Kandinskij, e ancora la beat generation e le avanguardie artistiche del ‘900 indagate dall’Archivio Conz di Verona.

50 artisti

Alla realizzazione della app hanno partecipato più di 50 artisti tra cui, solo per citarne alcuni: il maestro Edmondo Mosé Savio, direttore d’orchestra e già preparatore e direttore di coro per i concerti all’Arena di Verona della band Il Volo; Giuseppe Palma, sassofonista da più di 30 anni docente al conservatorio di Palermo; Miki Borchia, dj e producer di fama nazionale e volto noto dei Belzebass; Neeli Cherkovski, poeta americano; Caterina Borghi, pittrice mantovana ideatrice della rassegna Piccola Parigi.

Capofila della programmazione il project manager Paolo Baldassarre, che ha già sviluppato 24 app di successo tra cui Cibarius, Italy Padel Tour e Sovabis. Il coordinamento della sezione musicale e dei rapporti con la Siae è di Massimo Mitola, dj e producer milanese dal 2014 nel team del Mazoom Lab.

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