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L'agricoltura come ponte fra disabili e lavoro nasce in una cascina di Coniolo

L'idea è nata da due educatori di Crema.

L'agricoltura come ponte fra disabili e lavoro nasce in una cascina di Coniolo
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L’agricoltura come ponte fra disabili e lavoro, in una cascina a Coniolo.
E’ una domanda che molti genitori si pongono spesso, la società un po’ meno: cosa succede a una persona diversamente abile dopo aver terminato le scuole dell’obbligo? Si apre un gap, un vuoto.

Una nuova opportunità

I servizi sono tutti a pagamento e le opportunità di stare insieme, socializzare e imparare vengono a meno, così come l’assistenza sociale.
Insomma, un problema del quale bisogna occuparsi ma, mentre c’è ancora tanto da fare, qualcuno ha già preso il via. Stefano Lepre, Andrea Dasti e Gianpaolo Chiodi hanno dato il via a Eduway Srls, un’impresa sociale per poter aiutare e insegnare ai diversamente abili di occuparsi di agricoltura, in maniera da avere delle competenze lavorative per il futuro. Un progetto appena nato nelle campagne di Coniolo che conta due partecipanti ma che intende, se tutto va bene, allargarsi.

«Abbiamo aperto un'impresa sociale, la Eduway srl, e al momento siamo due soci: siamo educatori e pedagogisti, ci occupiamo come core business di formazione in ambito educativo - ha spiegato Lepre - Abbiamo deciso di iniziare questo progetto con un mio ex compagno università, Gianpaolo Chiodi che doveva concludere il tirocinio triennale, così ha chiesto di poterlo fare con me e Dasti, l’altro socio, con come oggetto la progettazione di agricoltura inclusiva. Una volta concluso abbiamo deciso di provare a implementare il progetto e la cosa più ragionevole per noi è stata di farlo a Coniolo, nella sua azienda agricola, dove abbiamo dato il via a un servizio di integrazione lavorativa, avendo come riferimento la cooperativa specializzata nel settore “Il Solco”. Abbiamo dato la disponibilità a due ragazzi: Laura, 26 anni e Massimo di 32».

Ma qual è il progetto?

«Siamo partiti il primo giugno e finiremo il “pilota” di questo progetto il 31 di ottobre - ha continuato Lepre - Lavoriamo tre mattine a settimana in un campo di mille metri quadri dato dall’azienda agricola a uso frutto gratuito 6 mesi. Coltiviamo tutto in pacciamatura, niente semina: per chi non lo sapesse si stende un telo rasente al terreno e poi si piantano semi e germogli. Sicuramente più facile e si evita la dispersione d’acqua. Al momento ci stiamo prendendo cura di pomodori, zucchine, meloni, cetrioli, peperoni, fagiolini e carote. Adesso stanno sbocciando i primi frutti ed è davvero una grande soddisfazione. Questo lavoro, svolto in tutta una mattina, funge per i ragazzi come servizio di integrazione lavorativa. Hanno imparato a prendersi cura dei vegetali, li annaffiano, andiamo al mercato, curiamo la terra. L’obiettivo è mettere alla prova il livello di competenze di base, la progettualità, il saper portare a termine le mansioni, la presa di autonomia e parallelamente, saper svolgere la professione principale. Sia io che il mio socio abbiamo fatto molte esperienze con i ragazzi a scuola e ci siamo accorti che, una volta finita la quinta superiore, i diversamente abili sono lasciati a loro stessi a meno che non vengano spostati in strutture autorizzate o vengano presi in gestione con servizi a pagamento. L’ambito agricolo è stata una coincidenza per l’azienda di Gianpaolo e che è capitata al momento giusto, poiché cercavamo delle mansioni apposta da affidare a questi ragazzi. Non sapevamo cosa aspettarci da questa esperienza ma è stata davvero bellissima, e come hanno detto i ragazzi, è “una fatica piacevole”. Ovviamente, al momento è tutto a nostro carico e i ragazzi svolgono le attività in maniera gratuita, ma se va bene vorremmo ampliare il progetto a più persone».

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