L'evento

La "traversata" bresciana della Mille Miglia GALLERY

L'ultima tappa della storica corsa ha attraversato la nostra provincia, passando da Pontoglio, Chiari, Duomo di Rovato e Travagliato.

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Non poteva essere un'edizione come tutte le altre. L'impatto della pandemia ha influito anche sulla Mille Miglia che, nonostante le restrizioni previste, ha comunque mantenuto il suo fascino. Ecco dunque alcuni scatti del passaggio delle auto dell'ultima tappa della storica corsa, che ha attraversato il territorio bresciano.

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La "traversata" bresciana della Mille Miglia
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La "traversata" bresciana della Mille Miglia

Dopo la prima tappa a Milano Marittima la corsa è proseguita Roma con il passaggio a Macerata e nelle zone colpite dal terremoto, tra cui Amatrice; come da tradizione, la terza tappa ha attraversato la Toscana e in particolare piazza del Campo a Siena. Domenica 25 ottobre la quarta e ultima tappa, da Parma a Brescia, con pranzo a Treviglio, ha visto il passaggio in alcuni comuni bresciani: Pontoglio, Chiari, con la sosta a Villa Mazzotti,  l’ingresso a sud di Rovato con l’omaggio a Duomo, il controllo a timbro a Travagliato e infine l’arrivo in viale Venezia.

L'accoglienza di Duomo

A Duomo il capogruppo della Lega e consigliere comunale Gabriele Buffoli, con la fascia tricolore "prestata" dal sindaco, ha accolto gli equipaggi, affiancato dagli assessori Daniela Dotti, Valentina Bergo e Pieritalo Bosio. Presente, insieme al gruppo Protezione Civile, anche il consigliere Stefano Venturi, nonché altri esponenti dell'Amministrazione. In corsa alla gara anche alcuni equipaggi rovatesi: Arturo Cavalli con la moglie Petronilla Pezzotti su un'Alfa Romeo 1750 6C Ss Young del 1929 e Alberto Donghi, con l'amico Luca Monti su una Peugeot 403 del 1956.

Trionfo tutto bresciano

L'edizione 2020 della Mille Miglia è stata vinta da Andrea e Roberto Vesco, in testa alla classifica con la loro Alfa Romeo 6C 1750 SS Zagato del 1929, con il numero 46. Un trionfo tutto bresciano, dunque, alla storica corsa, che quest'anno è stata un po' meno internazionale, nel senso che molti equipaggi provenienti dall'estero non hanno potuto partecipare a causa delle restrizioni imposte dalle norme anti contagio.

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