Ghedi

Il Santuario dove le anime degli appestati hanno vegliato sulle vittime del Coronavirus

L’epidemia di Coronavirus non è stato l’unico impedimento che ha privato i ghedesi della cura delle proprie vittime. Già quattro secoli fa la comunità locale ha dovuto affrontare la stessa straziante sorte.

Il Santuario dove le anime degli appestati hanno vegliato sulle vittime del Coronavirus
Pubblicato:

di Melania Isola

L’emergenza attuale ricalca dinamiche già vissute in un passato recente in cui la dinamica dei corsi e ricorsi storici proietta l’uomo davanti davanti a paure, ostacoli, tragedie purtroppo non nuove. L’epidemia di Coronavirus non è stato l’unico impedimento che ha privato i ghedesi della cura delle proprie vittime. Già quattro secoli fa la comunità locale ha dovuto affrontare la stessa straziante sorte, come raccontano le testimonianze raccolte dalla professoressa Barbara Alari e raccolte nella sua tesi di laurea «Alle radici della religiosità popolare, gli ex voto del Santuario dei morti della Fossetta di Ghedi». Per anni la studiosa ha raccolto testimonianze ufficiali dall’archivio vescovile e parrocchiale assieme alle testimonianze orali dei compaesani sui miracoli ricevuti, studiando le tavolette ex voto. Nello specifico il santuario dei “Morti della fossetta” o di San Rocco viene costruito nel 1683 per dare suffragio ai morti di peste che nel 1630 aveva dimezzato la popolazione di Ghedi. L'articolo completo in edicola con MontichiariWeek e GardaWeek.

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