provaglio d'iseo

I suoni della cantina e un orto vitae raccontano la storia del vino

L'azienda vitivinicola Bersi Serlini ha presentato due nuovi progetti: l'obiettivo è far vivere un'esperienza multisensoriale a tutto tondo a chi si avvicina al mondo della cantina provagliese

I suoni della cantina e un orto vitae raccontano la storia del vino
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di Chiara Balducchi

Un orto aromatico a forma di foglia di vite che diventa anche opera d’arte contemporanea nel paesaggio, e una colonna sonora che racconta, in completa assenza di strumenti musicali e solo grazie ai suoni della natura, della vendemmia e della cantina, la storia di vita, morte e rinascita dell’uva che diventa bolla.

I suoni della cantina e un orto vitae raccontano la storia del vino

Sono i due progetti che Bersi Serlini, azienda vitivinicola di Provaglio d’Iseo, ha presentato in occasione del Festival della Franciacorta, accompagnando i visitatori in un nuovo viaggio multisensoriale.

“Tutto quello che viene ascoltato in questi brani è esclusivamente estratto da oggetti presenti nelle cantine, nella sala cisterne o nella natura circostante – ha spiegato Max Casacci, cofondatore e compositore dei Subsonica, che da una decina di anni si occupa di trasformare rumori e ambienti sonori in musica - Mi sono concentrato su due brani che descrivono due luoghi: uno la sala cisterne, che contiene anche il suono meccanico dell’etichettatrice, uno la cantina di affinamento dei vini”.

Nel primo brano Casacci è partito dal suono delle cisterne: percuotendole ne ha estratto dei bassi, dei timpani e una melodia metallica, con il ritmo scandito dall’etichettatrice.

“Questo brano ha una natura più meccanica e tecnologica – ha proseguito il compositore, che alle spalle ha anche una collaborazione con l’artista Michelangelo Pistoletto – Nella sala cantine, invece, ho utilizzato i suoni dei calici, partendo anche dalla natura circostante e arrivando fino all’effervescenza e alla croccantezza della bolla nel bicchiere, per sintetizzare il percorso che porta dalla natura, quindi dalla vite, all’elemento sonoro che segna la fine di questo percorso, che è la bollicina nel bicchiere, passando attraverso la descrizione di tutte quelle magie che nell’oscurità della cantina e nella lentezza del tempo prendono vita”.

Il rumore della bottiglia ruotata durante il remuage diventa parte del ritmo, così come le “stappate” di varia natura, da quella del sommelier a quella da Gran premio, fino alla cosiddetta sciabolata. Tutte sono state registrate e sono state impiegate per comporre una ritmica che sorregge la parte finale del brano. La texture melodica, invece, è realizzata dal suono dei calici, che diventano delle note, e perfino l’effervescenza stessa del vino diventa un elemento ritmico.

Ma se la firma sui brani di ambient music è quella del compositore dei Subsonica Max Casacci, che ha rielaborato il materiale sonoro proveniente dalla vite e dalla cantina per creare qualcosa di nuovo e dare quindi nuova vita, tramite la musica, alla vite stessa, la realizzazione dell’Orto Vitae utilizzando rami e potature di un vigneto che ha prodotto uve per oltre mezzo secolo è nata commissionando il botanico Stefano Mancuso, che si occupa di fare ricerca nel settore della neurobiologia e che già aveva collaborato anche con Casacci, divenuto esperto nel trasformare i suoni della natura in melodia.

“La visione di Stefano Mancuso, di come le piante siano intelligenti e abbiano un comportamento che va al di fuori della sola parte vegetativa, è importantissima per chi fa vino, specie a fronte dei cambiamenti climatici e della visione della sostenibilità che tutti devono avere come responsabilità a livello aziendale – ha spiegato Chiara Bersi Serlini – Ci siamo trovati con un poeta che ha riqualificato quello che, prima del 1887, nel medioevo i monaci cluniacensi descrivevano come genius loci”.

Secondo Mancuso i comportamenti delle piante che girano intorno all’azienda agricola e vitivinicola di Provaglio hanno sempre fatto sì che quella zona venisse preservata. Che comportamenti potrebbero avere queste piante, e quindi anche i vigneti, nel futuro?

Capire i comportamenti della natura, quindi, come scuola di vita per prepararsi al domani, ma anche per riflettere e comprendere a pieno la filosofia di vita che sta dietro e dentro la natura, e quindi la vite stessa. Da qui l’idea di creare un Orto Vitae, un orto della vita a forma di foglia di vite, realizzato da parti “morte” della pianta, che in questo modo hanno potuto rinascere a vita nuova.

“La foglia della vite è il polmone, ciò che fa respirare e dà vita –- ha sottolineato Bersi Serlini - L’Orto Vitae è stato creato dai tronchi e dai tralci di un vigneto che ha vissuto più di cinquant’anni e che oggi vive una nuova vita. E prendendo la forma della foglia che dà vita alla vite e la fa respirare, abbiamo creato un percorso sensoriale: nell’orto sono state principalmente piantate delle erbe aromatiche: a livello sensoriale servono per apprezzare i nostri vini con stratificazioni maggiori”.

Suoni, profumi, sapori e texture che si fondono in un blend firmato Bersi Serlini. Perché dietro al vino e alle bolle della Franciacorta c’è molto di più di quanto si possa immaginare fermandosi a uno solo dei cinque sensi.

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