Allarme vero

Coronavirus, Lombardia isolata: vietato entrare o uscire fino al 3 aprile

Lo prevede il decreto che dovrebbe essere emanato a minuti dal Governo, che raccoglie l’allarme lanciato poche ore fa dal Coordinamento lombardo delle terapie intensive.

Coronavirus, Lombardia isolata: vietato entrare o uscire fino al 3 aprile
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Lombardia in quarantena. Almeno fino al 3 aprile. Si potrà entrare e uscire dalla Lombardia da alcune zone di Piemonte (Asti e Alessandria), Veneto (Verona, Padova e Treviso) ed Emilia-Romagna (Piacenza, Parma, parte del Modenese, il Riminese e Pesaro Urbino) solo per gravi e indifferibili motivi. Lo prevede il decreto che dovrebbe essere emanato a minuti dal Governo. Decreto che raccoglie l’allarme lanciato poche ore fa dal Coordinamento delle terapie intensive della Lombardia, con gli ospedali che sono al collasso. Complice anche il numero dei casi in  continuo aumento: solo in Lombardia oggi si registrano 3.420 contagiati, già 154 i morti. Ma, almeno per il momento, non è stata istituita alcuna "zona rossa".

Il decreto dispone, tra l'altro, di "evitare in modo assoluto ogni spostamento in entrata e in uscita  nonché all’interno dei  territori, salvo che per gli spostamenti motivati da indifferibili esigenze lavorative o situazioni di emergenza". Per il resto, tutto chiuso, fino al 3 aprile, anche se "sono consentite le attività di ristorazione e dei bar, con obbligo, a carico del gestore, di far rispettare la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro".

 

L'allarme del Coordinamento

“L’epidemia di Covid-19 esordita il 20 febbraio nell’area di Codogno è ormai estesa a tutta la Regione Lombardia con possibilità di diffondersi a tutto il territorio nazionale”. Lo scrive il Coordinamento delle terapie intensive della Lombardia in un documento inviato oggi, sabato 7 marzo, al presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, cui viene chiesto di portarlo all’attenzione del Governo e al commissario per l’emergenza Coronavirus, Angelo Borrelli.

Pericolo per tutta la popolazione

“Si tratta di un evento grave – prosegue la lettera sottoscritta dai rappresentanti delle terapie intensive lombarde – che mette in pericolo la sopravvivenza non solo dei malati di Covid, ma anche di quella parte di popolazione che in condizioni normali si rivolge al Sistema sanitario per le cure di eventi acuti o cronici di qualsivoglia natura”.

Pressione oltre ogni possibilità

“Le strutture sanitarie – continua la lettera – sono sottoposte a una pressione superiore a ogni possibilità di adeguata risposta. Nonostante l’enorme impegno di tutto il personale sanitario e il dispiegamento di tutti gli strumenti disponibili una corretta gestione del fenomeno è ormai impossibile”.

Attività ambulatoriali quasi a zero

“Le attività ambulatoriali, la chirurgia non urgente, i ricoveri nelle medicine – prosegue il documento – si sono ridotte a livelli prossimi allo zero e l’intera rete delle terapie intensive – recita il documento – è stata ristrutturata, creando strutture dedicate nelle quali, completamente bardati per difendersi dall’infezione, si lavora con grande fatica per assistere malati gravi e gravissimi, la cui vita dipende da apparecchiature tecnologicamente complesse disponibili purtroppo in numero limitato”.

Immediate e drastiche misure

“Anche per questo motivo – conclude il documento – è assolutamente necessaria l’immediata adozione di drastiche misure finalizzate a ridurre i contatti sociali e utili al contenimento dell’epidemia. In assenza di tempestive e adeguate disposizioni da parte delle autorità, saremo costretti ad affrontare un evento che potremo solo qualificare come una disastrosa calamità sanitaria”.

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