Teatro

"Boston Marriage" al Sociale di Brescia

In scena fino al 14 maggio

"Boston Marriage" al Sociale di Brescia
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Dopo il successo del debutto nazionale avvenuto al Teatro Biondo di Palermo (nel marzo scorso), e la tournée che in questi mesi ha toccato i palcoscenici di Cagliari, Sassari, Asti, Cuneo, Livorno, Modena, Lugano, Ravenna e molte altre città, arriva a Brescia Boston Marriage di David Mamet, con Maria Paiato, Mariangela Granelli e Ludovica D’Auria, per la regia di Giorgio Sangati. Dopo la tappa bresciana, la tournée si concluderà al Teatro Gobetti di Torino, dove lo spettacolo è atteso dal 16 al 21 maggio.

"Boston Marriage"

"Boston Marriage" andrà in scena al Teatro Sociale di Brescia (Via Felice Cavallotti, 20) da stasera (2) al 14 maggio, tutti i giorni alle 20.30, la domenica alle 15.30, e vede la traduzione di Masolino D’Amico, l’interpretazione di Maria Paiato nel ruolo di Anna, Mariangela Granelli è Claire e Ludovica D’Auria sarà sul palcoscenico nei panni di Catherine, la cameriera. La regia è di Giorgio Sangati, le scene sono di Alberto Nonnato, le luci di Cesare Agoni, i costumi di Gianluca Sbicca, le musiche di Giovanni Frison, Michele Tonicello è assistente alla regia. È una prova per grandissime attrici, vere funambole della parola, come la straordinaria Maria Paiato che, continuando il sodalizio iniziato con il CTB ne Il delirio del particolare di Vitaliano Trevisan, è diretta dal giovane fuoriclasse Giorgio Sangati. Con lei in scena, a dare corpo a questa inedita sfida, una intensa Mariangela Granelli insieme a Ludovica D’Auria. L’espressione “Boston Marriage” era in uso nel New England a cavallo tra il XIX e il XX secolo per alludere a una convivenza tra donne economicamente indipendenti da uomini. Dopo la separazione, Anna, la protagonista e padrona di casa, ha trovato un uomo ricco che la mantiene e vorrebbe ora approfittare della protezione di lui per riprendere con sé Claire, appena arrivata in visita. Ma Claire non è lì per quello; è tornata per ben altri motivi e la riconquista si rivelerà molto più complicata del previsto, con colpi di scena rocamboleschi che coinvolgeranno anche la giovane cameriera, ritmando l’opera e donandole una facciata esilarante, quasi di farsa. Voce tra le più rappresentative della scena americana – già premio Pulitzer del 1984 e più volte nominato agli Oscar per le sceneggiature cinematografiche di alcuni indimenticabili film – David Mamet ci consegna un piccolo capolavoro teatrale che strizza l’occhio agli esperimenti brillanti di Tennessee Williams, ma, soprattutto, all’Importanza di essere Franco di Oscar Wilde.

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