A 35 anni dal crollo, il Muro di Berlino riposa anche a Cologne

Il 9 novembre del 1989 si aprirono le frontiere: l'anno dopo Marcello Cucchi raccolse un pezzo della barriera, oggi custodito in una teca

A 35 anni dal crollo, il Muro di Berlino riposa anche a Cologne
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Un pezzo di storia, letteralmente, quella fatta di cemento armato e filo spinato che dal 1961 al 1989 divise in due la Germania, ma non solo. Simbolo concreto della guerra fredda, della cortina di ferro che separava il blocco occidentale dell’Europa, filoamericano, dai Paesi filosovietici di quello orientale, del Muro di Berlino oggi rimangono solo poche tracce sparse per il mondo, una delle quali custodita nella teca di Marcello Cucchi, a Cologne.

A 35 anni dal crollo, il Muro di Berlino riposa anche a Cologne

Era il 1990, la demolizione del muro era in corso. «Con alcuni amici stavamo rientrando da un viaggio al nord e avevamo deciso di fare tappa a Berlino, dal momento che le frontiere erano state aperte: nonostante questo c’erano ancora le guardie (le Grenztruppen, ndr) che non volevano farci passare perché viaggiavano senza passaporto, con la sola carta di identità», ha raccontato il colognese ripercorrendo le immagini che hanno segnato quel viaggio. «Era impressionante vedere come nonostante si trattava di un’unica città, il panorama cambiava nettamente a seconda di dove guardavi: da un lato c’erano edifici alti, una cittadina sviluppata; dall’altro le case popolari che sembravano delle caserme, senza stucco e quasi fatiscenti - ha continuato - Il muro era già stato abbattuto in più punti, senza farmi vedere dalle guardie ho raccolto un pezzo di cemento e l’ho nascosto sotto la giacca, per portarlo a casa».

Da allora il mondo è cambiato, ma nemmeno così tanto. «Già all’epoca avevo trovato assurdo come si potesse creare una barriera del genere per rinchiudere delle persone, ma con la Guerra in Ucraina o a Gaza quasi assistiamo alle stesse situazioni», ha concluso Cucchi. E intanto, 35 anni dopo, il pezzo del Muro di Berlino riposa dietro il vetro di una teca, testimone muto di una storia neanche tanto lontana, da cui sembra non abbiamo imparato nulla.

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