Castel Goffredo, la favola del birrificio «inesistente»

Castel Goffredo, la favola del birrificio «inesistente»
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C'è una birreria inesistente a Castel Goffredo. No, non ci si trova in qualche mondo parallelo dove bere una birra non ha complicazioni sul fisico delle persone. La birra esiste, viene prodotta, ma il nome del marchio è quantomeno singolare. Viene in mente una puntata della serie tv animata «I Griffin», quando Peter e Brian entrano in una fabbrica di birra ed iniziano a bere un'edizione particolare che mantiene intatte le bollicine. Una birra stupefacente, anche se non si vede. Ecco, il birrificio inesistente è simile. Anche se i suoi fondatori, Paolo Marini e Carlo Pinzi, quando hanno dato il nome al birrificio hanno pensato alla momentanea assenza di una sede per produrre la birra. La favola di Paolo e Carlo inizia nel 2000, quando in seguito al diploma acquistano un kit e provano a fare della birra.

I primi risultati non sono ottimi, per usare un eufemismo, ma i due non si arrendono e così si informano e scoprono il metodo all-grain. «Con costanza e passione abbiamo ottenuto buoni risultati e nel 2008 abbiamo frequentato un corso con Fabiano Toffoli, celebre mastro birraio. Con il trascorrere del tempo il nostro impianto, che ha la sua sede nel birrificio del Luppolaio a Castel Goffredo, si amplia. Intanto la collaborazione con il Luppolaio, che si trova davanti la casa dei miei genitori, si è fatta sempre più stretta». Paolo e Carlo hanno avuto la buona idea di fare squadra con Enrico Treccani, il proprietario del Luppolaio che gli ha affittato la birreria e nel 2015 i due amici hanno realizzato la prima cotta della «Sveltina», birra facile e veloce ma che lascia soddisfazione a chi la beve. Si tratta di una birra ispirata dalle birre di Colonia e dai pezzi di Fred Buscaglione.

E poi arriva la prima cotta della «Sbagliata», altra birra amara e profumata ed ispirata «alle giocate di George Best». «E' grazie a queste due birre che ci ha contattato Simonmattia Riva, campione mondiale del biersommelier, al quale è piaciuta la nostra Sveltina», afferma Paolo. Nel frattempo i ragazzi, che in contemporanea svolgono un altro lavoro (Paolo lavora nella distribuzione delle bevande e Carlo nel campo della comunicazione), hanno ricevuto il premio, unici in tutta la provincia di Mantova, «Birra quotidiana» di Slow food. Dopo un solo anno di attività, la birreria inesistente è pronta a fare il salto di qualità che dovrebbe avvenire nel mese di settembre. Già, perchè la collaborazione con il vicino di casa Luppolaio dovrebbe concretizzarsi in una sorta di fusione tra le due realtà birraie di Castel Goffredo. Al momento il birrificio inesistente distribuisce i suoi prodotti tra Mantova e Montichiari, ma il sogno è «avere un circuito di distribuzione all'estero», dice Paolo. E' inesistente, questo birrificio, ma si vede benissimo.

La passione dei ragazzi è evidente e la si nota anche nelle materie prime utilizzate. L'acqua e l'orzo provengono dall'azienda agricola di Enrico Treccani. Eccola, dunque, un'altra bella realtà del territorio. Due ragazzi che hanno deciso di scommettere sulla loro grande passione in un momento economico difficile, ma le idee e la voglia di fare squadra stanno facendo la differenza. Due ingredienti fondamentali per un birrificio di cui sentiremo parlare e non solo per il nome delle birre.

Valerio Morabito 


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