Montichiari, la passione di Sara Gerevini

Montichiari, la passione di Sara Gerevini
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Conoscevamo già da tempo Sara Gerevini come membro del “Comitato Montichiari contro Green Hill” e come attivista implacabile per la protezione e la liberazione dei cagnolini beagle, ma abbiamo scoperto da poco la sua inedita passione, da 10 anni, per le farfalle. Com’è iniziata questa passione di allevare farfalle? «Non le ho scelte io, sono i loro bruchi ad aver scelto me. Tutto è iniziato quando ho trovato un bruco bellissimo e colorato sui finocchi dell’orto. Non sapevo bene chi fosse ed ho iniziato a documentarmi. Ho studiato diversi libri sulla vita delle farfalle che ho preso in biblioteca e ho pensato di dare una mano alla Natura. Mi prendo cura di questi bellissimi bruchi che raccolgo quando li trovo in difficoltà e li assisto fino allo sfarfallamento. Poi li restituisco alla libertà. Non mi sognerei mai di privarli della loro vita che è tra i fiori e l’azzurro del cielo».

Ti risulta che siano insetti nocivi per le piante? «Le farfalle sono in serio pericolo di estinzione a causa dell’inquinamento e dell’ignoranza. Molti veleni che spargiamo quotidianamente nei nostri orti e giardini per combattere gli insetti nocivi (ma siete sicuri che lo siano veramente?) riportano in etichetta, tra le varie specie, anche la larva della Papilio Machaon. In realtà questi bruchi, se e quando sopravvivono ai loro numerosi predatori naturali (vespe, ragni, uccelli, topi), si cibano soltanto della parte non edibile di finocchi, carote e simili. E’ una specie monofaga che si nutre cioè di una sola pianta, la pianta madre su cui la farfalla depone le uova, ma non ha mai rappresentato il pericolo per le colture. Anzi, le farfalle, oltre ad allietarci con la loro grazia, ci aiutano a capire quale è il livello di purezza dell’aria che respiriamo». Che consigli daresti a chi volesse iniziare questa missione pro-farfalla?

«Consiglio di non improvvisare; non è un gioco. Si ha comunque a che fare con delle vite e se non si sa come gestirle si rischia solo di provocarne la morte per nulla. Prima di tutto occorre studiare a fondo la specie, osservarne i comportamenti in Natura, prendere appunti, annotare, fotografare. Inoltre, va anche detto che i bruchi necessitano di cure costanti e quotidiane». Esistono associazioni per “protezione farfalle”? «So che in molte oasi protette, anche italiane, ci sono progetti a tutela e salvaguardia di questi meravigliosi insetti e che esistono “case per farfalle” dove i volontari non fanno altro che fare quel che faccio io e altri appassionati, ma in grande con vere e proprie serre dedicate e per più specie di lepidotteri».

Mario Cherubini 


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