Castiglione, Marco e il mito di Icaro

Castiglione, Marco e il mito di Icaro
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Sulle piste di sci come a bordo del suo aereo disegna traiettorie mozzafiato, mostrando un coraggio da intrepido dominatore della terra e del cielo e una passione inarrestabile per la vita in tutte le sue sfaccettature. Nulla ci sarebbe di strano in tutto ciò, se non fosse che Marco Cherubini, quarantenne bresciano, è disabile dall’età di 22 anni a causa di un incidente stradale che lo ha costretto su di una sedia a rotelle. «Ero giovane e un po’ scapestrato» racconta «nulla di particolare, intendiamoci, ma mi piaceva poco studiare e molto di più stare con gli amici. Una notte, di ritorno da una serata in compagnia, sono uscito fuori strada e mi sono ritrovato improvvisamente paraplegico. Ho accettato da subito la mia condizione, anche grazie al sostegno della famiglia e degli amici, ma ho dovuto reinventarmi da zero la vita. Mi piaceva l’agricoltura, le macchine agricole, ma era chiaro che guidare un trattore non sarebbe più stato possibile e mi sono buttato sull’altra mia grande passione: lo sport.»

Marco entra così a far parte di una squadra di basket ma si rende conto subito di non avere le qualità per emergere, ben diverse sono invece le sue prestazioni nello sci: mette in luce indubbie doti ed entra nella Nazionale Italiana. «Mi facevo tre ore di strada ogni fine settimana» prosegue il pilota «solo per il gusto di sciare, ho avuto grandi soddisfazioni ma poi l’età ha cominciato a farsi sentire e sono rimasto come maestro. Faccio parte dell'associazione Sporting Spirit Sky Team Disabili Lombardia che organizza corsi di sci perchè sciare sulla neve non solo è possibile per un disabile ma si raggiungano anche livelli molto alti. Proprio sulle piste da sci ho conosciuto Alessandro Paleri, ingegnere aeronautico tetraplegico dal 1987, che mi ha istillato la grande passione per il volo e il desiderio forte di riuscire a pilotare un aereo.» Marco trova in Alessandro il trampolino per spiccare il volo verso questa nuova, straordinaria avventura e ne diviene spalla e gregario. «Io e Alessandro abbiamo acquistato un ultraleggero in società e lo abbiamo modificato per consentirne l’uso anche ai disabili, il piacere di volare è stato così grande che ho deciso di impegnarmi a fondo per ottenere il brevetto e alla fine l’ho spuntata: nel 2006 sono diventato pilota di ultraleggeri e sono entrato nella pattuglia WeFly.»

WeFly è una pattuglia acrobatica composta per due terzi da piloti con disabilità, la sede si trova vicino a Jesolo dove è nata anche la scuola di volo per disabili. La pattuglia è un gruppo di amici e l’amicizia, come la fiducia reciproca, è una dote indispensabile per volare in formazione perché bisogna comprendersi in un attimo e creare una sintonia assoluta. Marco, dopo aver portato a segno più di 1300 ore di volo, non ha di certo messo un freno alle sue passioni e ai suoi obiettivi, lottando fortemente per raggiungere la licenza di pilota privato, abilitazione che per un disabile era impossibile da ottenere in Italia. «Sono stato respinto alla prima visita a Milano. Ho fatto ricorso e ottenuto il nulla osta. Era assurdo che mi impedissero ciò che in tutto il mondo era consentito. Nel 2012 ho passato l’esame teorico e le mie speranze hanno cominciato a farsi più concrete e sono felicissimo di poter dichiarare che sono diventate realtà.» È tangibile l’emozione e il fortissimo orgoglio che traspare dalla voce di questo uomo straordinario che, primo pilota disabile in Italia, ha finalmente ottenuto la licenza di Pilota Privato per aerei di Aviazione generale. «Volare mi dà libertà assoluta, il cielo non ha barriere, vedi cose bellissime, una grande forza». E la forza è la qualità più grande di Marco Cherubini, una dote enorme, assoluta e spiazzante per chi lo incontra da vicino: quella di battere il mito di Icaro e di andare oltre se stessi.

Marzia Borzi 


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