Castiglione, una ragazza lotta contro la mafia

Castiglione, una ragazza lotta contro la mafia
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Enrica Spazzini, diciotto anni, studentessa liceale; nessuno direbbe mai una ragazza acqua e sapone come lei sia già presidente del presidio castiglionese della ormai conosciutissima Libera, l’associazione fondata da don Luigi Ciotti esattamente vent’anni fa con lo scopo di contrastare la mafia nelle regioni del sud Italia e non solo. E' appena tornata da una assemblea nazionale che ha visto riunirsi ad Assisi tutti i presidi sparsi in Italia. E’ ovviamente d’obbligo chiederle come si è avvicinata a Libera e più in generale al mondo del volotariato. «“Sin da quando avevo quattordici anni frequento l’ambiente del volontariato, l'Arci Dallò (circolo Arci storico di Castiglione delle Stiviere) mi ha dato la possibilità di incontrare tanti ragazzi con i quali condivido molti dei miei ideali, molte delle mie amicizie sono coinvolte ad esempio nella Croce rossa e in altre iniziative sociali. Diciamo pure che anche in famiglia si è tutti portati ad interessarsi alle tematiche sociali. Il primo approccio a Libera è avvenuto a fine 2013, mi sono fermata per la prima volta a un banchetto qui a Castiglione cominciando a conoscere le persone che ne fanno parte tuttora. Alcuni mesi prima mi avevano appassionato alcune letture e in particolar modo Gomorra di Roberto Saviano, in seguito mi aveva colpito l’intervento di don Ciotti in visita nella nostra cittadina a un incontro pubblico avvenuto al Parco Pastore».

Don Ciotti attraverso la rete creata da Libera non solo permette a tante piccole cooperative di lavorare servendosi dei beni confiscati alla criminalità organizzata, ma ha una grande capacità di coinvolgere le giovani menti, coloro che desiderano cambiare veramente in meglio questa nostra società malata. E’ infatti sulle nuove generazioni che si fa leva per contrastare la controcultura dell’illegalità e della corruzione che colpisce tutte le regioni d’Italia e non solo il sud. «Ho continuato ad approfondire - aggiunge Enrica - e l'anno dopo, nell'estate 2014, ho partecipato al mio primo campo di lavoro a Ottaviano (Na) in una cooperativa operante sei terreni confiscati al boss della Camorra Raffaele Cutolo». Che messaggio ha per i suoi coetanei? «A coloro che vorrebbero una società migliore posso dire che il cambiamento è alla loro portata. Il condividere tempo per una causa rappresenta esso stesso il cambiamento tanto desiderato».

Claudio Chesini 


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