Calcinato, ha perso tutto e chiede aiuto al sindaco
«Ho perso il lavoro, i sacrifici di una vita, non avrò più un’attività», una richiesta di aiuto che arriva dritta sulla scrivania del sindaco Marika Legati, alla giunta e a tutti i consiglieri comunali di maggioranza e minoranza da parte di Gianluigi Bregoli. In situazioni come queste non dovrebbero infatti esistere bandiere, ma solo il desiderio di aiutare un cittadino per bene finito in disgrazia per colpa di una burocrazia che funziona a rate. «Alla cortese attenzione di sindaco, assessori e consiglieri, per discutere, cita la lettera protocollata l’11 luglio 2016, urgentemente la situazione che si è venuta a creare nel corso degli anni ed ora è gravemente degenerata, che riguarda la mia attività e la mia persona. Dopo il mio ultimo incontro con il sindaco, spiega Gianluigi Bregoli, non ho più ricevuto alcuna notizia da parte del sindaco sulle problematiche presentate durante l’incontro. Ad oggi apprendo dal bando d’asta che le attività non sono compatibili. A questo proposito chiedo che l’amministrazione provveda a controllare i fatti per poter sospendere l’istanza di sfratto dall’immobile».
In allegato il signor Bregoli ha consegnato infatti anche tutte le autorizzazione rilasciate che attestano la regolarità dell’immobile che contrastano nettamente con quello descritto nel bando d’asta. «Ci sono numerose incongruenze continua Bregoli, con quello che il Comune sostiene da sempre e che sono state la causa della mancata stipula di finanziamenti per il progetto sportivo, nonchè del trasferimento di proprietà dell’immobile in questione che era legittimo già dal 2001 in quanto la legge del vincolo agricolo ha ridotto tale vincolo da 10 a 5 anni. Chiedo pertanto al sindaco Legati una proposta per la soluzione dei problemi a me arrecati, considerato che a causa degli errori commessi ho perso il lavoro, i sacrifici di una vita e non avrò più né una casa ma soprattutto non esisterà più il centro sportivo dedicato ai bambini, assolutamente regolare e patrocinato da diversi enti. Le prese di posizione sbagliate del Comune, che si sono susseguite per anni, hanno causato la revoca di numerosi finanziamenti che non hanno permesso il trasferimento di proprietà e lo sviluppo dell’impianto sportivo che in base alla legge 383 era realizzabile senza alcuna variante al piano regolatore fin dalla prima richiesta. Dopo aver ricevuto controlli da agenzia entrate e ASL per le attività dell'associazione e polstrada per le attività di vendita e riparazioni, continua Bregoli, non è stato riscontrato nulla di irregolare sulle attività autorizzate dal Comune, pertanto invito pubblicamente il magistrato e i giudici a sospendere tutto fino a quando non saranno individuati i responsabili degli errori rilevati anche dalla guardia di finanza che dopo la mia denuncia mi ha convocato per indagini e per documentare i fatti denunciati alla Procura della Repubblica e ai carabinieri. Dall’Amministrazione giunge la risposta attraverso il segretario comunale Alessandro Tomaselli che specifica «La questione è alquanto complessa e risale a parecchi anni fa, in un intervallo di tempo in cui si sono susseguite diverse Amministrazioni. Di quanto richiesto ho conoscenze parziali che non ho avuto modo di approfondire ma, comunque, sufficienti per ritenere che nessuna responsabilità è imputabile all’Amministrazione comunale».
«Per quale motivo allora, chiede Gianluigi Bregoli, dal 2001 sono sempre state negate le autorizzazioni al centro educativo e nel 2009 invece nel tentativo di ottenere il credito sportivo, il centro è stato autorizzato dal Coni con autorizzazione del Comune a seguito del ricordo al Tar con cui si da il via alle attività sportive, al circolo e al circuito di educazione? L'Amministrazione aveva anche presenziato all'inaugurazione. E' evidente che la legge 383, sia sfuggita ai tecnici comunali che hanno valutato in precedenza il progetto sportivo inaugurato proprio dall'amministrazione retta dal Sindaco Legati nel 2009, a riprova che tutto era assolutamente regolare. Sono disposto a trovare un accordo con il Comune anche attraverso una convenzione dedicata all'educazione stradale dei bambini attraverso il progetto già presentato a Regione Lombardoa per poter rilevare il centro e continuare il progetto sulla base dell'esperienza conseguita nella mia lunga carriera nel settore». Una questione storica, importante, complessa, posta all’attenzione di tutto il Consiglio comunale di Calcinato pochi giorni prima della discussione in aula consiliare. Nessuno infatti, nell’ultima seduta del consiglio svoltasi martedì, nonostante fosse anche finita con un certo anticipo, ha trovato la forza e il coraggio per far emergere una questione, che al di là delle responsabilità singole, ha messo in croce un calcinatese onesto.
Marika Marenghi